A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri
Gumesindo, sacerdote, e Servidio, monaco, che, essendosi professati
cristiani davanti ai capi e ai giudici dei Mori, morirono per la fede in
Cristo.
Le poche notizie che si hanno intorno a questi santi sono dovute allo
scrittore e martire contemporaneo, sant'Eulogio (morto nel 859). Ecco
le sue parole: «San Gumesindo, sacerdote, oriundo da Toledo, era venuto
ancora bambino coi genitori a Cordova; per voto di questi diventò
chierico, nella basilica dei Tre Santi, dove riposano i santi corpi di
Fausto, Gennaro e Marziale; ivi risplendette nel timore di Dio; ivi
esercitò per qualche tempo il santo ministero del diaconato, finché non
fu preposto come sacerdote ad una chiesa della campagna cordovese.
Da quella scese talvolta in città insieme col beato Servidio, monaco, il
quale a quel tempo viveva col presbitero Paolo nello stesso santuario,
giovane ancora. Gumesindo e Servidio si presentarono ai giudici e
morirono confessori il 13 gennaio dell’852. I loro corpi, sottratti
furtivamente dai cristiani, furono deposti con religioso culto nella
basilica di san Cristoforo martire, dall’altra parte del fiume, nella
parte meridionale».
Non se ne trova menzione nel Calendario di Recemundo del 961: nel Martirologio Romano sono iscritti al 13 gennaio.
Autore: Manuel Sotomayor
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