Perché guardi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello e non vedi la
trave che è nel tuo? O come dici al tuo fratello: lascia che tolga la pagliuzza
dal tuo occhio, e nel tuo occhio tuo c'è una trave? Ipocrita, togli prima la
trave dal tuo occhio, e allora ci vedrai per togliere la pagliuzza dall'occhio
del tuo fratello.
Girolamo: Parla di coloro che, pur essendo colpevoli di
colpa grave, non perdonano nei fratelli i più piccoli peccati, così che, se per
caso uno ha peccato per ira, tu lo riprendi con odio. Infatti tanto dista una
pagliuzza da una trave quanto l’ira dall’odio: infatti l’odio è un’ira
inveterata. Ora, può accadere che se ti adiri con un uomo lo fai per
correggerlo, ma ciò non accade se lo odi.
Ilario: Il peccato contro lo Spirito Santo consiste nel
negare la potenza della forza divina, e rifiutare l’essenza divina a Cristo,
per il quale, essendo venuto Dio nell’uomo, l’uomo nuovamente torna a Dio. Ora,
vi è tanta differenza fra il peccato contro lo Spirito Santo e gli altri
peccati quanto fra la trave e la pagliuzza. Come i non credenti che
rimproverano agli altri i peccati esterni mostrano in sé il peso del peccato
che impedisce loro di ereditare la promessa di Dio, trovandosi questa trave nel
loro occhio, ossia nella punta dell’anima.
Agostino: Quando dunque dobbiamo riprendere qualcuno,
pensiamo innanzitutto se si tratta di un vizio che noi non abbiamo mai avuto; e
allora pensiamo che anche noi siamo uomini e possiamo averlo avuto; oppure l’abbiamo
avuto in passato e ora non lo abbiamo più; e allora ci tocchi la memoria della
comune fragilità, in modo che quella correzione derivi dalla misericordia e non
dall’odio. Se invece troviamo che anche noi siamo nel medesimo vizio, non
rimproveriamo, ma gemiamo insieme e invitiamoci allo sforzo comune. Raramente e
per grave necessità bisogna fare dei rimproveri, nei quali non dobbiamo cercare
il nostro interesse, ma il servizio di Dio.