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domenica 20 agosto 2017

Matteo, Capitolo 6, Versetto 34



Non preoccupatevi dunque del domani; infatti il domani si preoccuperà di se stesso: basta a ogni giorno la sua malizia.

Girolamo: Per domani nella Scrittura si intende il tempo futuro, secondo le parole di Giacobbe (Gen 30.33): <<Mi esaudirà domani la mia giustizia>>; e nel fantasma di Samuele la profetessa dice a Saul (1 Sam 28,19): <<Domani sarai con me>>. Dunque delle cose presenti concede di essere solleciti colui che proibisce di pensare alle future. Ci basta infatti pensare al tempo presente: le cose future, che sono incerte, lasciamole a Dio. Non ha posto la malizia come il contrario della virtù, ma per indicare la fatica, l’afflizione e l’angustia del mondo.

Crisostomo: Infatti nulla dà tanto dolore all’anima quanto la sollecitudine e la preoccupazione. Dovendo parlare a un popolo ignorante e volendo rendere più chiaro ciò che dice, parla del tempo in modo figurato, seguendo un uso comune, e dice che il domani sarà inquieto per se stesso. Per colpire di più, fa parlare i giorni stessi delle loro preoccupazioni superflue. Forse ogni giorno non ha il suo fardello sufficiente, cioè le sue preoccupazioni? Perché aumentarle aggiungendovi quelle del giorno seguente?

Agostino: […] Quando facciamo del bene, cerchiamo di pensare non alle cose terrene, ma a quelle eterne. […] Basta ci sia la necessità di prendere queste coste cose; e la chiama malizia perché si riferisce alla nostra pena, appartenendo alla mortalità che abbiamo meritato peccando. A questa pena temporale dunque non aggiungere qualcosa di più pesante, in modo che non solo la sopporti, ma anche, portandola a compimento tu combatta per Dio.

Ilario: Questo è dunque il significato delle parole celesti. Non dobbiamo preoccuparci dell’avvenire. Il male nella nostra vita, i peccati di tutti i giorno sono sufficienti perché tutta la nostra meditazione e tutti i nostri sforzi no vadano al di là del nostro bisogno di purificarci. Cessando il nostro affanno, l’avvenire resta con la sua preoccupazione di se stesso, ed è Dio che prepara il nostro progresso verso l’eterna carità.

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