E rispondendo Gesù parlò ancora in parabole dicendo loro: Il regno dei
cieli è simile a un uomo re che fece le nozze per suo figlio e mandò i suoi
servi a chiamare gli invitati alle nozze, e non volevano venire. Di nuovo mandò
altri servi dicendo: Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i
miei buoi e gli animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite
alle nozze. Ma essi non se ne curarono e se ne andarono chi al proprio campo,
chi ai propri affari; gli altri invece presero i suoi servi, li insultarono e
li uccisero. Il re, udito ciò, si adirò, e inviate le sue truppe, uccise quegli
assassini e diede alle fiamme la loro città. Allora disse ai suoi servi: Le
nozze sono pronte, ma coloro che erano stati invitati non ne furono degni; Andate
dunque all’uscita delle strade e chiunque troverete chiamatelo alle nozze. E usciti
i suoi servi nelle strade, raccolsero tutti quelli che trovarono, buoni e
cattivi, e le nozze furono ripiene di commensali. Entrò poi il re, per vedere i
convitati, e lì vide un uomo non vestito con la veste nuziale e gli disse:
Amico, come sei entrato qui non avendo la veste nuziale? Ma quello ammutolì. Allora
il re disse ai suoi ministri: Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre
esteriori; lì sarà pianto e stridore di denti. Molti infatti sono i chiamati,
ma pochi gli eletti.
Agostino: Unicamente Matteo riferisce questa parabola; Luca
ne riferisce un’altra simile, però non è questa, come indica l’ordine stesso.
Origene: Il regno dei cieli è simile, secondo colui che li
regna, a un uomo re, e, secondo colui con il quale regna, al figlio del re.
Secondo quello che c’è nello stato del re è simile ai servi e ai convitati alle
nozze, tra i quali si trova anche l’esercito del re. Si dice a un uomo re perché come uomo parli agli
uomini e governi coloro che non vogliono essere governati da Dio; però il regno
dei cieli cesserà di essere simile a un uomo quando, cessando lo zelo, la
disputa e le altre passioni e peccati, avremo lasciato di camminare come uomini
e lo vedremo tale quale è, mentre ora lo vediamo non quale è, ma quale ha
voluto farsi per noi.
Gregorio: Il Padre fece le nozze al suo proprio Figlio
quando unì questi con l’umanità nel grembo della Vergine. Ma dato che il
matrimonio non può verificarsi se non fra due persone, non dobbiamo pensare che
la persona del Salvatore consti di due persone unite. Diciamo dunque che consta
ed è formata dalle due nature, però in nessun modo possiamo dire che sia un
composto di due persone. Meglio può dirsi che questo padre re fece le nozze a
suo figlio re associandogli la santa Chiesa per mezzo del mistero
dell’incarnazione. Il talamo di questo sposo è il grembo della Vergine Maria. Crisostomo: Oppure diversamente.
Quando si verificherà la risurrezione dei santi, l’uomo riceverà la vera vita,
che è Gesù Cristo, poiché costui assorbirà nella sua immortalità la mortalità
dell’uomo. Ora riceviamo lo Spirito Santo come in caparra della futura unione,
però dopo riceveremo lo stesso Gesù Cristo in tutta la sua pienezza.
Origene: Si può dire che i servi inviati in primo luogo per
invitare i commensali alle nozze sono i Profeti, che invitano il popolo, per
mezzo delle loro profezie, alla gioia per l’unione della Chiesa con Gesù
Cristo. E quelli che non vollero venire pur essendo stati invitati per primi
sono coloro che non vollero udire le parole dei Profeti. Gli altri invece, che
furono inviati in secondo luogo, sono un’altra serie di Profeti. Ilario: Oppure i servi che
furono mandati per primi a chiamare gli invitati sono gli Apostoli, mentre
coloro che furono invitati prima erano il popolo di Israele, che fu chiamato
per mezzo della legge alla gloria eterna. Era dunque proprio degli Apostoli
insistere con coloro che i Profeti avevano invitato in antecedenza, e coloro
che furono invitati in seguito in condizione di maestri sono gli uomini
apostolici che succedettero a quelli.