LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

martedì 26 marzo 2019

Le Donne Viste dalla Chiesa Medievale

Donna vestita di sole – Cantici di Rothchilde (XIV secolo)
di Alix Ducret

Nel Medioevo, la tradizione biblica e patristica, se non è conosciuta da tutti, è appannaggio degli uomini di Chiesa. E questa tradizione presenterebbe la donna come inferiore all`uomo e come a lui sottomessa, come prescrive san Paolo. Un`idea che sarebbe stata ancor più rafforzata dallo studio dei testi di Aristotele nel XIII secolo. D`altronde, per dieci secoli, la Chiesa avrebbe sostenuto che le donne non avessero un`anima… Tale è, in ogni caso, l`idea che ci è propinata, dimenticando per giunta la stessa tradizione biblica che nella Genesi precisa che “Dio creò l`uomo a sua propria immagine, a immagine di Dio egli lo creò, maschio e femmina li creò “. Il che, se si sa leggere, significa che, se uno ha un`anima, anche l`altro ce l`ha…
Tale misoginia, della quale si accusa la Chiesa, e’ stata reale? E’ stata generalizzata a tutti gli ambienti ecclesiastici? Certi universitari si sono posti la domanda, andando al di là della semplice ricerca conciliare e dottrinale, sviscerando letteralmente sermoni ed exempla, al fine di fornire una visione più reale del pensiero della Chiesa sulle donne.

Se risulta chiaramente che alcune ragazze siano state maritate o mandate in convento senza il loro consenso, questa non era certo la posizione ufficiale della Chiesa. Quest`ultima non considera valido un matrimonio se gli sposi non danno il loro consenso e insiste, nei secoli XII e XIII, sul consenso della donna… Ma i discorsi ufficiali e i fatti reali sono due cose diverse ed e’ certo che la maggior parte dei matrimoni fossero dettati più dall`interesse che dalla passione. Nel corso degli anni, gli uomini di Chiesa costatano egualmente la moltiplicazione dei matrimoni d`interesse “altro” – Roberto di Sorbon cita il caso di un`unione tra un “pulzello” e una signora, azzimata ma molto ricca – e soprattutto una recrudescenza degli adulteri. Per lottare contro questo dato di fatto, la Chiesa tenta dunque di rimettere in onore il matrimonio… Anzitutto durante il Concilio Lateranense IV (1215) che definisce il matrimonio come un sacramento indissolubile – al pari di quello dell`ordine – e che stabilisce in quali circostanze possa esser messo in discussione… e viceversa. Poi, facendo “propaganda” a sante come Maria Maddalena, già venerata in gran parte del paese. Così, se la verginità religiosa, imitazione di quella della Vergine Maria, e’ sempre oggetto di ammirazione, secondo la specialista Nicole Beriou, “l`esempio di Maria Maddalena non permette di concludere che una `buona sposa’ vale forse più di dieci vergini?”. Infine, la Chiesa fa l`elogio dell` “affetto coniugale” che, secondo lo storico Jean-Claude Bologne, “deve nascere da un accordo più profondo (della passione) tra gli sposi”.

Le donne sono più assidue degli uomini nella pratica religiosa, ed e’ dunque su di loro che contano gli uomini di Chiesa per garantire il rispetto di alcune esigenze – comunione e confessione una volta all`anno. Parimenti, lo studio degli exempla piccole storie che permettevano al predicatore o al confessore di spiegare un punto di dottrina o di morale rivela che gli ecclesiastici consideravano generalmente la donna come il pilastro della famiglia.
Nei manuali dei confessori, si trova un certo numero di “situazioni” concernenti le donne senza dubbio perché loro si confessavano più spesso. E, nei casi in cui la raccomandazione concerne la coppia, e’ chiaro che il confessore vede nella donna l`elemento unificante, rappacificante della famiglia e la invita a svolgere pienamente il suo ruolo. Un ruolo, definito chiaramente dai canonisti, che tiene largamente conto delle esigenze del mondo feudale.
Spose, le donne sono egualmente destinate a esser madri – essendo la procreazione lo scopo primario del matrimonio secondo i canonisti e ciò conferisce loro, agli occhi della Chiesa, uno statuto particolare. Ciò dunque implica ormai il rimettere in onore questa “opera della carne” che, nell`ambito del matrimonio, non contamina più, è benedetta – il termine di fornicazione va d’altronde ad indicare unicamente un atto sessuale compiuto fuori del matrimonio. Così, risulta che, a partire dal XIII secolo, la cerimonia della purificazione e’ presentata diversamente.
Anche se fuori dalla tradizione biblica, la purificazione e’ parte integrante dei costumi cristiani. D`altronde, la Vergine Maria stessa vi si e’ sottomessa. Questa cerimonia aveva lo scopo originario di purificare la puerpera dalla concezione del bambino, cioè dall`atto sessuale che l`aveva introdotto. Nella logica della valorizzazione dello statuto della madre da parte della Chiesa, questo costume si evolve nel XIII secolo. E se e’ ancora in vigore, e’ per purificare la madre, non dall`atto sessuale, ma in caso abbia commesso un peccato o un’impurità durante la gravidanza.
La maternità e’ allo stesso modo messa largamente in onore nelle dispense fatte dalla Chiesa alle donne incinte: per esempio, esse non osservano il digiuno quaresimale e devono, al contrario, mangiare il doppio.
Roberto di Sorbon, celebre teologo del XIII secolo al quale si deve la fondazione dell`università che porta il suo nome, ha celebrato a più riprese il posto delle donne attraverso i suoi exempla e in particolare delle donne incinte.
Costantemente, nota Nicole Beriou, egli dichiara a più riprese che esse devono essere oggetto di ogni attenzione. Non vede forse che in alcune contrade, la legge punisce l`omicidio di una donna incinta con una multa sette volte più pesante rispetto a quello di un uomo? E non si grida tutte le volte tra la folla, a Parigi,: “Scostatevi, c`e’ una donna gravida!”? Per Roberto di Sorbon, e’ altrettanto chiaro che la donna supera il marito nel suo palese attaccamento ai figli: ci sono madri che chiedono pietà per figli criminali, quelle che esortano i mariti alla vendetta per la morte di un figlio, quelle che sono pronte a tutto pur di assicurare un avvenire ai figli. Un oltranzismo che Sorbon denuncia affettuosamente.

La Vergine come Sede della Sapienza – dai Cantici di Rothschilde (XIV secolo).
Il cristianesimo: una questione fra donne, dopotutto.

Il fatto che la Chiesa abbia sempre rifiutato il sacerdozio alle donne, e’ stato visto da certi oltranzisti come una prova supplementare della misoginia della Chiesa. Ma non e’ forse quella stessa Chiesa che onora, al di sopra di tutti, la Vergine, madre di Cristo? Il culto mariano, così intenso e popolare, specialmente nel Medioevo, appare più come una prova eclatante contro la teoria della Chiesa-misogina. E non e’ quella stessa Chiesa che si considera essa stessa sposa di Cristo?
Certo, la Chiesa ha sempre fatto la promozione di una donna sposa e madre, ma e’ veramente così riduttivo quando si sa che la Chiesa stessa e’ sposa?
Ma Eva, mi direte voi? E’ proprio a causa di una donna che e’ stato commesso il peccato originale! Certo, ma la Chiesa non ne parla forse come di una “felice colpa”? Perché senza questo fatto, non sarebbero giunti né la Vergine Maria, né Cristo salvatore del mondo…
Da Eva a Maria, dalla madre di Dio alla sposa di Cristo, il Cristianesimo e’ davvero una questione fra donne!




Nessun commento:

Posta un commento

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online