Il Suo valore soteriologico.
L'ufficio
regale di Cristo ha il compito di mostrare agli uomini sviati dal
peccato la retta via verso il fine sopranaturale. Mentre il magistero si
rivolge alla ragione annunciando la verità divina, l’ufficio regale si
volge alla volontà inculcando i postulati della legge divina e
richiedendo l’obbedienza verso i comandamenti di Dio.
Le Sue funzioni
La
regalità comprende il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo.
Pertanto l’attività di Cristo Re si esplica nel dare leggi, nel
giudicare gli uomini, cui segue subito l’esecuzione del giudizio.
Cristo legislatore e giudice degli uomini. De fide.
Il
Concilio di Trento dichiarò contro la dottrina di Lutero, secondo cui
il Salvatore non avrebbe imposto comandamenti, ma unicamente fatto
promesse, che Cristo non è solo redentore, ma anche nostro legislatore: "Si
quis dixerit, Christum Iesum a Deo hominibus datum fuisse ut
redemptorem, cui fidant, non etiam ut legislatorem, cui oboediant, a.s." (D. 831)
I
simboli di fede attestano la regalità di Cristo glorificato e il suo
ritorno per il giudizio universale. Il simbolo apostolico professa: sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis, inde venturus est judicare vivo set mortuos.
Il simbolo niceno-constantinopolitano proclama la durata eterna del
regno di Cristo: cuirus regni non erit finis (D86). Pio XI stabilì nel
1925 con l’enciclica Quas Primas una festa in onore di Cristo Re.
Il
Nuovo Testamento conferma le profezie del Vecchio circa la regalità del
Messia (Sal 2; 44; 71; Is 9, 6-7; Dan 7,13). L’angelo Gabriele
annuncia:” A lui darà Il Signore Iddio il trono di Davide suo Padre, e
regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, ed il suo regno non avrà
fine” (Lc 1, 32-33). Cristo si professa re davanti a Pilato. Alla
domanda di Pilato: “Dunque sei tu re?”, egli rispose affermativamente:
“Tu l’hai detto: io sono re”(Gv 18,37); ma nello stesso tempo accentua
il carattere sovraterreno del suo regno: “il mio regno non è di questo
mondo” (Gv 18,36; Gv 6,15; Mt 22,1). Il suo potere regale abbraccia
cielo e terra: “ A me fu dato ogni potere in cielo e sulla terra” (Mt
28,18). Giovanni chiama Cristo nell’Apocalisse “Principe dei re della
terra” (1,5) “Re dei re e Signore dei signori” (19,16).
Cristo ha esercitato il potere li legislativo specialmente
proclamando le leggi fondamentali del suo regno (discorso della
montagna) e organizzando il regno di Dio sulla terra, la Chiesa. Decide
con autorità sulla obbligazione della legge mosaica, dà il nuovo
comandamento dell’amore (Gv .13,14; 15,12) e richiede la stretta
osservanza dei suoi precetti (Gv . 14,15; 15,10; Mt.28,20).
Al supremo potere legislativo corrisponde il supremo potere giudiziario.
Gesù attesta: “Il Padre non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni
giudizio al figlio” (Gv. 5,22). Il giudizio pronunciato dal figlio
dell’uomo vien subito eseguito: “Questi (i cattivi) andranno al castigo
eterno, e i giusti alla vita eterna” (Mt 25,46)
Fonte: Ludovico Ott - Compendio di teologia dogmatica