LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

lunedì 26 ottobre 2020

La Regalità di Cristo

  

Il Suo valore soteriologico.

L'ufficio regale di Cristo ha il compito di mostrare agli uomini sviati dal peccato la retta via verso il fine sopranaturale. Mentre il magistero si rivolge alla ragione annunciando la verità divina, l’ufficio regale si volge alla volontà inculcando i postulati della legge divina e richiedendo l’obbedienza verso i comandamenti di Dio.

Le Sue funzioni

La regalità comprende il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo. Pertanto l’attività di Cristo Re si esplica nel dare leggi, nel giudicare gli uomini, cui segue subito l’esecuzione del giudizio.

Cristo legislatore e giudice degli uomini. De fide.

Il Concilio di Trento dichiarò contro la dottrina di Lutero, secondo cui il Salvatore non avrebbe imposto comandamenti, ma unicamente fatto promesse, che Cristo non è solo redentore, ma anche nostro legislatore: "Si quis dixerit, Christum Iesum a Deo hominibus datum fuisse ut redemptorem, cui fidant, non etiam ut legislatorem, cui oboediant, a.s." (D. 831)

I simboli di fede attestano la regalità di Cristo glorificato e il suo ritorno per il giudizio universale. Il simbolo apostolico professa: sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis, inde venturus est judicare vivo set mortuos. Il simbolo niceno-constantinopolitano proclama la durata eterna del regno di Cristo: cuirus regni non erit finis (D86). Pio XI stabilì nel 1925 con l’enciclica Quas Primas una festa in onore di Cristo Re.

Il Nuovo Testamento conferma le profezie del Vecchio circa la regalità del Messia (Sal 2; 44; 71; Is 9, 6-7; Dan 7,13). L’angelo Gabriele annuncia:” A lui darà Il Signore Iddio il trono di Davide suo Padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, ed il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 32-33). Cristo si professa re davanti a Pilato. Alla domanda di Pilato: “Dunque sei tu re?”, egli rispose affermativamente: “Tu l’hai detto: io sono re”(Gv 18,37); ma nello stesso tempo accentua il carattere sovraterreno del suo regno: “il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36; Gv 6,15; Mt 22,1). Il suo potere regale abbraccia cielo e terra: “ A me fu dato ogni potere in cielo e sulla terra” (Mt 28,18). Giovanni chiama Cristo nell’Apocalisse “Principe dei re della terra” (1,5) “Re dei re e Signore dei signori” (19,16).

Cristo ha esercitato il potere li legislativo specialmente proclamando le leggi fondamentali del suo regno (discorso della montagna) e organizzando il regno di Dio sulla terra, la Chiesa. Decide con autorità sulla obbligazione della legge mosaica, dà il nuovo comandamento dell’amore (Gv .13,14; 15,12) e richiede la stretta osservanza dei suoi precetti (Gv . 14,15; 15,10; Mt.28,20).

Al supremo potere legislativo corrisponde il supremo potere giudiziario. Gesù attesta: “Il Padre non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al figlio” (Gv. 5,22). Il giudizio pronunciato dal figlio dell’uomo vien subito eseguito: “Questi (i cattivi) andranno al castigo eterno, e i giusti alla vita eterna” (Mt 25,46) 

 

Fonte: Ludovico Ott - Compendio di teologia dogmatica 

Nessun commento:

Posta un commento

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online