Quando pregate, non siate come gli ipocriti, che amano pregare stando
ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli
uomini. In verità vi dico, hanno ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando
preghi, entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel
segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà.
Crisostomo: La preghiera è come un certo tributo spirituale
che l’anima offre a Dio dal suo cuore. Quanto più dunque è gloriosa, tanto più cautamente
va custodita, affinché non perda valore se fatta per gli uomini. Chiama
ipocriti coloro che, fingendo di pregare Dio, guardano gli uomini intorno.
Crisostomo: Ritengo che il Signore non si riferisca al
luogo, ma al proposito di chi prega: infatti è lodevole pregare nelle adunanze
dei fedeli, come è stato detto (Sal
67,27): <<Nelle assemblee benedite da Dio>>. Chi dunque prega per essere
visto dagli uomini non guarda Dio, ma gli uomini: quindi, quanto al suo proposito,
prega nella sinagoga. Quando invece la mente dell’orante guarda solo Dio,
sebbene egli preghi nella sinagoga, tuttavia sembra pregare in sé nel segreto.
Cipriano: Pregare in luoghi nascosti conviene anche di più
alla fede, affinché sappiamo che il Signore è presente ovunque e con la
pienezza della sua maestà penetra le cose nascoste. Possiamo anche intendere
per porta della casa la bocca del corpo, per non pregare Dio a voce alta, ma
con cuore tacito, per tre motivi: primo, poiché le richieste non vanno fatte a
Dio gridando, ma egli va placato con una coscienza retta, poiché egli ascolta
il cuore; secondo, poiché le tue preghiere segrete non è necessario che un
altro le conosca, ma solo tu e Dio; terzo, poiché chi prega ad alta voce non
permette di pregare da vicino.
Cipriano: Quale insensibilità è distogliersi ed essere presi
da pensieri sciocchi o profani mentre preghi il Signore, quasi che ci sia altro
a cui debba pensare più che al fatto che parli con Dio? Come chiedi a Dio di
essere ascoltato mentre non ascolti te stesso? Questo non è guardarsi dal
nemico, è offendere Dio con la negligenza della preghiera.