Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con
lui, affinché l'avversario non ti consegni al giudice, e il giudice ti consegni
alla guardia, e tu sia messo in carcere. In verità ti dico: non ne uscirai di
là finché tu non abbia restituito l'ultimo spicciolo.
Ilario: Il Signore, poiché non vuole vedere un solo momento
della nostra vita privo di pacifici sentimenti di carità fraterna, ci ordina di
non tardare a riconciliarci nel cammino della vita, affinché non arriviamo al
momento della morte senza aver fatto la pace.
Agostino: Ma vediamo chi è l’avversario con cui dobbiamo
essere benevoli. O infatti è il diavolo, o un uomo, o la carne o Dio, o il suo
precetto. Ma non vedo in che senso dobbiamo essere benevoli o concordi con il
diavolo: dove infatti c’è la benevolenza, lì c’è l’amicizia, e nessuno e
nessuno dirà che si deve fare amicizia con il diavolo. Né giova essere
d’accordo con colui al quale, rinunziando, abbiamo dichiarato guerra una volta
per sempre. Né conviene acconsentire a colui al quale se non avessimo
acconsentito non saremmo mai caduti in queste miserie.
Agostino: Non vedo poi come spiegare che è da un uomo che
dobbiamo essere consegnati al giudice, poiché per giudice intendo Cristo,
davanti al cui tribunale tutti dobbiamo comparire. Come dunque potrà consegnare
al giudice chi dovrà parimenti mostrarsi al giudice? E inoltre se uno avrà
danneggiato un uomo uccidendolo, non avrà tempo di accordarsi con lui lungo la
via, cioè in questa vita; e tuttavia può salvarsi con la penitenza. Ancora meno
poi vedo come dobbiamo metterci d’accordo con la carne: sono infatti piuttosto
i peccatori che acconsentono ad essa; coloro invece che la dominano non
acconsentano ad essa, ma la costringono ad essi.
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