domenica 31 dicembre 2023
Fratelli Cattolici Veneti Tradizionalisti in Piazza contro Luca Zaia!
sabato 30 dicembre 2023
I 3 Monaci e il Diavolo
Il demonio apparve a tre monaci e disse loro: se ti venisse dato il potere di cambiare qualcosa del passato, cosa cambieresti?
Il primo di loro, con grande fervore apostolico, rispose: "Ti impedirei di far cadere nel peccato Adamo ed Eva affinché l'umanità non possa allontanarsi da Dio".
Il secondo, un uomo pieno di misericordia, risponde: "Ti impedirei di ribellarti a Dio e così non faresti del male alle anime".
Il terzo di loro era il più semplice e, invece di rispondere al tentatore, si inginocchiò, si fece il segno della croce e pregò dicendo: "Signore, liberami dalla tentazione di ciò che poteva essere e non è stato". Il diavolo, emettendo un grido rauco e rabbrividendo di dolore, svanì. Gli altri due, sorpresi, gli dissero: "Fratello, perché hai reagito così?"
E lui rispose: "Primo: non dobbiamo MAI dialogare con il nemico. Secondo: NESSUNO al mondo ha il potere di cambiare il passato. Terzo: L'INTERESSE di Satana non era quello di dimostrare la nostra virtù, ma di intrappolarci nel passato, in modo da trascurare il presente, cioè il tempo in cui Dio ci dà la sua grazia e noi possiamo collaborare con essa per adempiere la sua volontà".
Di tutti i demoni, quello che cattura di più gli uomini e impedisce loro di essere felici è quello di "Cosa avrebbe potuto essere e cosa non è stato". Il passato è lasciato alla misericordia di Dio e il futuro alla sua Provvidenza. Solo il presente è nelle nostre mani.
Viviamo l'oggi!
Beato Isacco della Stella - La Preminenza della Carità
(Disc. 31; PL 194, 1292-1293)
☩
Perché mai, o fratelli,
siamo poco solleciti nel cercare le occasioni di salvezza
vicendevole, e non ci prestiamo mutuo soccorso dove lo vediamo
maggiormente necessario, portando fraternamente i pesi gli uni degli
altri? Volendoci ricordare questo, l'Apostolo dice: «Portate i pesi
gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo» (Gal 6,
2). E altrove: Sopportatevi a vicenda con amore (cfr. Ef 4, 2).
Questa è senza dubbio la legge di Cristo.
Ciò che nel mio
fratello per qualsiasi motivo - o per necessità o per infermità del
corpo o per leggerezza di costumi - vedo non potersi correggere,
perché non lo sopporto con pazienza? Perché non lo curo
amorevolmente, come sta scritto: I loro piccoli saranno portati in
braccio ed accarezzati sulle ginocchia? (cfr. Is 66, 12). Forse
perché mi manca quella carità che tutto soffre, che è paziente nel
sopportare e benigna nell'amare secondo la legge di Cristo! Egli con
la sua passione si è addossato i nostri mali e con la sua
compassione si è caricato dei nostri dolori (cfr. Is 53, 4), amando
coloro che ha portato e portando coloro che ha amato. Invece colui
che attacca ostilmente il fratello in necessità, o che insidia alla
sua debolezza, di qualunque genere sia, si assoggetta senza dubbio
alla legge del diavolo e la mette in pratica. Usiamoci dunque
comprensione e pratichiamo la fraternità, combattendo la debolezza e
perseguitando solo il vizio.
La condotta più accetta a Dio è
quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande
sincerità l'amore di Dio e, per lui, l'amore del prossimo.
La
carità è l'unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non
fatto, cambiato o non cambiato. È il principio che deve dirigere
ogni azione e il fine a cui deve tendere. Agendo con riguardo ad essa
o ispirati da essa, nulla è disdicevole e tutto è buono.
Si
degni di concedercela, questa carità, colui al quale senza di essa
non possiamo piacere, colui senza del quale non possiamo fare
assolutamente nulla, che vive e regna, Dio, per i secoli senza fine.
Amen.
Beati Bernardo de Rebolledo e Giovanni de Luna
I Beati: Bernardo de Rebolledo, insigne mercedario
per la dottrina, la carità e lo zelo nel predicare il vangelo, e
Giovanni de Luna, discendente dei conti di Morada, che nell'anno 1400
lasciò le vanità del mondo per entrare nel convento mercedario di San
Lazzaro in Saragozza, dove condusse una vita esemplare per la modestia e
l'austerità; furono nominati redentori dell'Ordine. Inviati in
redenzione nell'anno 1422 mentre navigavano verso l'Africa furono
sorpresi dai pirati mori i quali li condussero a Marsiglia in Francia
dove dopo varie torture meritarono il trionfo eterno dei martiri per la
fede di Cristo.
L'Ordine li festeggia il 30 dicembre.
venerdì 29 dicembre 2023
Cartone Animato - 09 Il Servo Spietato
Le Parabole a Cartoni Animati - 09 Il Servo Spietato
☩
La parabola
dell'amministratore disonesto o parabola del fattore infedele è una
parabola di Gesù che appare in Luca 16: 1-13.
giovedì 28 dicembre 2023
Beato Gregorio Khomyšyn
Nacque il 25 marzo 1867 nel villaggio di Hadynkivtsi (regione di Ternopil, in Ucraina). Dopo gli studi compiuti presso il seminario di Lviv, il 18 novembre 1893, venne ordinato sacerdote. Nel 1902 fu nominato rettore del seminario; il 19 giugno 1904 venne ordinato vescovo dell’Eparchia di Stanislaviv oggi Ivano-Frankivsk. Fu arrestato dalle autorità comuniste prima nel 1939 e poi l’11 aprile del 1945. A causa delle torture subite e delle percosse ricevute durante gli interrogatori, il beato Hryhorij morì il 28 dicembre 1945 nell’ospedale del carcere di Lukianivska a Kiev. Fa parte del gruppo di 26 martiri della Chiesa greco-cattolica morti fra il 1935 e il 1973, perseguitati dal regime comunista che appoggiava la Chiesa ortodossa a cui essi rifiutavano di aderire. Sono stati beatificati da Giovanni Paolo II nel 2001 a Leopoli (Lviv), durante il viaggio apostolico in Ucraina.
mercoledì 27 dicembre 2023
Beato Jan Havlik
Il Seminarista della Congregazione della Missione Jan Havlik terminò le scuole secondarie nel 1949 a Banska Bystrika. Il 29-10-51 fu arrestato insieme agli altri seminaristi della Congregazione a Nitra. La terrificante Polizia Statale Comunista lo interrogò e torturarò per 16 mesi, lasciato nella fame e al freddo. Dopo il processo, che durò dal 3 al 5 febbraio, fu condannato a dieci anni di prigione. Da qui iniziò ad intrapendere la letteratura religiosa, non volle tradire, e per questo la sua condanna fu prolungata, senza un ulteriore processo, a 11 anni di carcere. Trascorse l'ultimo periodo di carcerazione a Valdice. Anche in prigione venne interrogato, maltrattato, torturato e lasciato senza cibo ed al freddo. Si comportò sempre valorosamente. Quando poté uscire di prigione, fu rimandato a casa, gravemente ammalato, dove morì. Condusse una vita santa: devoto, eccellente per il canto, dotato della parola, devoto alla Vergine Maria, perseverante e amante della preghiera. Papa Francesco ha riconosciuto il suo martirio in data 14 dicembre 2023, aprendo così la strada alla sua beatificazione.
martedì 26 dicembre 2023
Beato Pietro Boffet
Di origine francese, il Beato Pietro Boffet,
ispirato alla grazia di Dio entrò nell'Ordine della Mercede dove per i
suoi grandi progressi negli studi e nella pietà, acquistò buona
reputazione. Fu per alcuni anni professore di Teologia, rinomato
predicatore ed infine venne designato come redentore. Nel 1442 assieme a
San Lorenzo Company mentre ritornavano da una redenzione in Africa,
furono sorpresi da una grande tempesta che li riportarono nuovamente a
Tunisi. Rinchiusi tutti quanti in prigione compreso loro due, durante la
prigionia usavano tutti i danari che l'Ordine gli inviava per la loro
liberazione, riscattando altri schiavi al loro posto. Dopo 10 anni di
schiavitù, padre Boffet, godendo di una semilibertà, ricondusse alla
fede un rinnegato, allora i mori spinti dal loro odio verso la religione
cristiana, lo rimisero in carcere e dopo vari maltrattamenti abbracciò
con gioia il martirio per il Signore nell'anno 1452.
L'Ordine lo festeggia il 26 dicembre.
Beato Alessandro Sirdani
Aleksander Sirdani, nato a Boga nel nord dell’Albania, fu ordinato sacerdote nel 1916 ed esercitò il ministero in vari paesini sulle montagne di Scutari. Come molti sacerdoti albanesi, trascrisse le fiabe e le tradizioni popolari in raccolte organiche e compose poesie, anche di soggetto religioso. Il 26 luglio 1948, in occasione della festa di sant’Anna, pronunciò un’omelia che faceva velatamente riferimento alla situazione politica: venne quindi arrestato il giorno seguente. Condotto nel carcere di Koplik, subì numerose torture, culminate con la morte: fu soffocato nel pozzo nero del carcere. Compreso nell’elenco di 38 martiri uccisi sotto il regime comunista in Albania, capeggiati dal vescovo Vincenzo Prennushi, è stato beatificato il 5 novembre 2016 nella piazza davanti alla cattedrale di Santo Stefano a Scutari.
lunedì 25 dicembre 2023
Canto - Gaudete, Gaudete Christus est Natus
Ex Maria virgine, gaudete
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
Carmina laetitiae devote redamus
Ex Maria virgine, gaudete
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
Mundus renovatus est a Christo regnante
Ex Maria virgine, gaudete
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
Ezechielis porta clausa per transitur
Unde lux est orta salus invenitur
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
Ergo nostra cantio psallat iam in lustro
Benedicat domino salus regi nostro
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
Gaudete, gaudete, Christus est natus
Ex Maria virgine, gaudete
domenica 24 dicembre 2023
Marco, Capitolo 6, Versetti 14-16
E udì il re Erode (infatti il suo nome era diventato famoso) e dicevano che Giovanni il Battista era risuscitato dai morti, e per questo il potere dei miracoli opera in lui. Altri invece dicevano che era Elia; altri invece dicevano che era un profeta, come uno dei profeti. Udito ciò, Erode disse: Quel Giovanni che ho fatto decapitare è risorto dai morti.
Crisostomo: Questo Erode era il figlio del primo Erode, sotto il quale Giuseppe aveva condotto Gesù in Egitto. Matteo invece lo chiama tetrarca, e anche Luca, in quanto comandante sulla quarta parte del regno di suo padre, che dopo la sua morte i Romani avevano diviso in quattro parti. Marco lo chiama re, o per un'abitudine che aveva lasciato il governo di padre, o per accondiscendere a un suo desiderio.
Beda: Impariamo quanto grande fosse l'invidia dei Giudei: dicevano infatti che Giovanni, di cui è detto (Gv 10,41) che «non fece alcun segno», era potuto risorgere dai morti, pur non avendo alcuna testimonianza; e invece non vollero credere, malgrado la testimonianza degli Angeli e degli Apostoli, che Gesù era risuscitato, ma preferirono pensare che era stato rubato di nascosto. Dicendo che Giovanni era risuscitato dai morti e che operava miracoli, ebbero una giusta idea della risurrezione, poiché i santi dopo la risurrezione avranno una potenza più grande di quella che ebbero durante la vita terrena.
Segue: altri invece dicevano che era un profeta, come uno dei profeti. Crisostomo: Ciò mi sembra riferirsi perfettamente a quella predizione di Mosè (Dt 18,15): «Il Signore susciterà di mezzo a voi un Profeta». E giustamente. Ma poiché essi non volevano confessare apertamente che egli era il Cristo, si servivano della parola di Mosè, velando il loro sospetto sulla divinità di Cristo per timore dei loro superiori.
Teofilatto: Erode, sapendo che senza motivo aveva fatto uccidere Giovanni che era giusto, credeva che fosse risuscitato dai morti, e che in base alla risurrezione avesse ricevuto l'attività dei miracoli.
sabato 23 dicembre 2023
venerdì 22 dicembre 2023
Beato Ottone da Tolosa
Di nobile famiglia, il Beato Ottone da Tolosa, era
fratello di un visconte di Narbona e zio della Regina di Navarra.
Mercedario illustre per la santità della vita e la dottrina, venne
inviato a Costantinopoli con lo scopo di riscattare i due mercedari
redentori, Giacomo Perez e Alfio da Palermo, che erano caduti nelle mani
dei turchi. Appena giunto a Costantinopoli spiegò il motivo del suo
viaggio e fu all'istante messo anch'esso in prigione per l'ordine del
sultano Bajazet II°, ma saputo che apparteneva ad una così nobile
famiglia, il sultano lo fece condurre alla sua presenza molto
onorevolmente. Bajazet domandò perché mai avesse nascosto la sua
nobiltà, il religioso rispose: la nobiltà del mondo l'ho abbandonata per
servire Gesù Cristo. Poiché il sultano gli precisò che lui non
conosceva Gesù Cristo allora Ottone cominciò a parlagliene con ardore;
ciò offese molto il sultano che ordinò fosse riportato in prigione dove
gli fece poi somministrare un potente veleno. Raggiunse così la corona
dei martiri nel 1493.
L'Ordine lo festeggia il 22 dicembre.
giovedì 21 dicembre 2023
Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Pietro Canisio
UDIENZA GENERALE
Aula Paolo VI
Mercoledì, 9 febbraio 2011
☩
Cari fratelli e sorelle,
Oggi vorrei parlarvi di san Pietro Kanis, Canisio nella forma latinizzata del suo cognome, una figura molto importante nel Cinquecento cattolico. Era nato l’8 maggio 1521 a Nimega, in Olanda. Suo padre era borgomastro della città. Mentre era studente all’Università di Colonia, frequentò i monaci Certosini di santa Barbara, un centro propulsivo di vita cattolica, e altri pii uomini che coltivavano la spiritualità della cosiddetta devotio moderna. Entrò nella Compagnia di Gesù l’8 maggio 1543 a Magonza (Renania – Palatinato), dopo aver seguito un corso di esercizi spirituali sotto la guida del beato Pierre Favre, Petrus Faber, uno dei primi compagni di sant’Ignazio di Loyola. Ordinato sacerdote nel giugno 1546 a Colonia, già l’anno seguente, come teologo del Vescovo di Augusta, il cardinale Otto Truchsess von Waldburg, fu presente al Concilio di Trento, dove collaborò con due confratelli, Diego Laínez e Alfonso Salmerón.
Nel 1548, sant’Ignazio gli fece completare a Roma la formazione spirituale e lo inviò poi nel Collegio di Messina a esercitarsi in umili servizi domestici. Conseguito a Bologna il dottorato in teologia il 4 ottobre 1549, fu destinato da sant'Ignazio all'apostolato in Germania. Il 2 settembre di quell'anno, il '49, visitò Papa Paolo III in Castel Gandolfo e poi si recò nella Basilica di San Pietro per pregare. Qui implorò l'aiuto dei grandi Santi Apostoli Pietro e Paolo, che dessero efficacia permanente alla Benedizione Apostolica per il suo grande destino, per la sua nuova missione. Nel suo diario annotò alcune parole di questa preghiera. Dice: “Là io ho sentito che una grande consolazione e la presenza della grazia mi erano concesse per mezzo di tali intercessori [Pietro e Paolo]. Essi confermavano la mia missione in Germania e sembravano trasmettermi, come ad apostolo della Germania, l’appoggio della loro benevolenza. Tu conosci, Signore, in quanti modi e quante volte in quello stesso giorno mi hai affidato la Germania per la quale in seguito avrei continuato ad essere sollecito, per la quale avrei desiderato vivere e morire”.
martedì 19 dicembre 2023
Film - La Vita di Gesù (2003)
La vita di Gesù" è una storia raccontata dai suoi amici più cari. Adattata dal libro di Giovanni nella Bibbia. Scopri ora come Gesù ha cambiato il corso della storia in questo film sulla sua vita! Gesù Cristo è nato più di 2.000 anni fa. La sua vita e la sua morte hanno cambiato il mondo per sempre. Ancora oggi, con i suoi insegnamenti radicali e i suoi miracoli, ha un impatto perenne sulla vita di molti. E il suo potente messaggio sta ancora trasformando oltre 2,3 miliardi di persone in tutto il mondo.
Il film La vita di Gesù, originariamente "Il Vangelo di Giovanni", è stato proiettato in una presentazione speciale al Toronto Film Festival del 2003. Questo film drammatico di tre ore segue fedelmente il Vangelo secondo Giovanni della Bibbia. È una produzione della società canadese Visual Bible International. Il film è stato diretto dal veterano regista britannico Philip Saville. Il famoso attore Henry Ian Cusick interpreta Gesù.
domenica 17 dicembre 2023
Marco, Capitolo 6, Versetti 6b-13
E andava per i villaggi intorno insegnando. E chiamò i dodici, e cominciò a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti immondi. E comandò loro di non portare nulla lungo la via se non un bastone, né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma calzati i sandali non indossassero due tuniche. E diceva loro: in qualsiasi casa entrerete, rimanete lì finché non ve ne andiate. E chiunque non vi riceverà né vi ascolterà, uscendo di là scuotete la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro. E uscendo predicavano che facessero penitenza, e scacciavano molti demoni e ungevano con olio molti malati e li guarivano.
Tofilatto: Il Signore predicava non solo nelle città, ma anche nei villaggi, per insegnarci a non disprezzare ciò che è piccolo e a non cercare sempre le grandi città, ma a seminare la parola di Dio nei borghi oscuri e disprezzati.
Beda: Il Signore, benigno e clemente, non invidia ai suoi servi e discepoli la loro potenza, e come egli aveva guarito ogni languore e infermità, così dona il potere di guarire agli stessi Apostoli. Ma c'è molta differenza fra il dare e ricevere: il Signore, quando agisce, agisce con la potenza di Signore, mentre i discepoli, in ciò che fanno, confessano la loro debolezza e la potenza del Signore dicendo (At 3,6): «Nel nome del Signore alzati e cammina».
Teofilatto: Manda poi gli Apostoli a due a due affinché siano più pronti: poiché, come dice il Qoèlet (4,9): «E' meglio essere due insieme piuttosto che uno solo». Se poi ne avesse mandati più di due, il numero non sarebbe stato sufficiente per percorrere tutti i villaggi.
Gregorio: Manda due discepoli nella predicazione poiché due sono i precetti della carità, cioè l'amore di Dio e del prossimo, e la carità non può esserci se si è in meno di due. Con ciò dunque ci fa capire che chi non ha carità verso l'altro non può in alcun modo ricevere l'ufficio della predicazione.
Beda: La fiducia del predicatore in Dio deve essere così grande che egli sia certo che il necessario alla vita non gli mancherà, sebbene egli non possa occuparsene. Egli non deve preoccuparsi delle cose eterne meno di quanto non di quanto non si preoccupi di procurarsi quelle temporali.
Crisostomo: Il Signore diede loro questo precetto anche perché alla loro vista i popoli comprendessero quanto fossero elevati al di sopra delle ricchezze.
Beato Pietro di Spagna
Famoso per la propagazione della fede cattolica,
il Beato Pietro di Spagna, cavaliere laico dell'Ordine Mercedario, fu
uomo di grande dottrina e santità della vita.Trovandosi ad Algeri in
Africa, andò in testa all'esercitò cristiano e avanzando con una croce
in mano contro le schiere dei saraceni, fu trafitto da una freccia dei
mussulmani e poi venne tagliato a pezzi ricevendo la corona dei martiri
di Cristo nell'anno 1418.
L'Ordine lo festeggia il 17 dicembre.
sabato 16 dicembre 2023
Cartone Animato - 08 I Lavoratori della Vigna
Le Parabole a Cartoni Animati - 08 I Lavoratori della Vigna
☩
La parabola dei lavoratori della vigna è una parabola di Gesù che si trova solamente nel Vangelo secondo Matteo 20,1-16. Potrebbe essere chiamata anche parabola del padrone generoso perché in essa si parla di un padrone che a tutte le ore del giorno assolda operai che vadano a lavorare nella sua vigna oppure parabola degli operai dell'undicesima ora perché l'accento è posto su quelli che per ultimi sono chiamati ad andare a lavorare nella vigna. È una parabola nella quale Gesù illustra le caratteristiche del Regno dei Cieli. Nel testo della parabola si parla di prima ora, terza ora, sesta ora, nona ora e undicesima ora. Al tempo di Gesù la prima ora corrispondeva al levar del sole, la sesta ora corrispondeva circa a mezzogiorno e l'undicesima ora corrispondeva alle nostre cinque del pomeriggio.
Marco, Capitolo 6, Versetti 1-6a
E uscito di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguivano. E fattosi sabato cominciò a insegnare nella sinagoga e molti uditori si meravigliavano della sua dottrina dicendo: Da dove gli vengono tutte queste cose? E qual è la sapienza che gli è stata data, e tali prodigi che vengono fatto dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Giuseppe e di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui con noi? E si scandalizzavano di lui. E Gesù diceva loro che non c'è un profeta senza onore se non nella sua patria, e nella sua casa, e tra i suoi parenti. E non poteva fare lì alcun miracolo, ma solo guarì pochi malati, imponendo le mani. E si meravigliava della loro incredulità.
Teofilatto: Dopo i premessi miracoli Gesù ritorna nella sua patria, non ignorando che lo disprezzeranno, ma perché non abbiano più l'occasione di dire: se fossi venuto ti avremmo creduto.
Beda: Chiama sua patria Nazaret, dove era stato nutrito. Ma quanto è grande la cecità dei Nazareni, i quali disprezzano quel Cristo che avevano potuto conoscere dalle sue parole e dai suoi fatti, contro la notizia che ne avevano avuto le genti!
Agostino: Matteo dice che era stato detto il figlio del falegname, il che non deve meravigliare, poiché si possono dire tutte e due le cose: credevano che fosse un falegname poiché era anche figlio di un falegname.
Segue: il fratello di Giacomo, di Giuseppe e di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui con noi? Beda: Attestano che i suoi fratelli e le sue sorelle erano con loro; i quali tuttavia non vanno ritenuti figli di Giuseppe o di Maria, come pensano gli eretici, ma piuttosto, secondo il costume della Sacra Scrittura, vanno intesi come parenti, come Abramo e Lot vengono chiamati fratelli pur essendo Lot figlio del fratello di Abramo. E si scandalizzavano di lui. Lo scandalo e l'errore dei Giudei sono la nostra salvezza, e la condanna degli eretici. In tanto infatti disprezzavano il Signore Gesù Cristo in quanto lo chiamavano falegname e figlio del falegname.
Segue: E Gesù diceva loro che non c'è un profeta senza onore se non nella sua patria, e nella sua casa, e tra i suoi parenti. Beda: Anche Mosè è testimone che il Signore Gesù viene detto Profeta nelle Scritture, predicendo la sua futura incarnazione ai figli di Israele (Dt 18,15): «Il Signore Dio vostro susciterà a voi un Profeta dai vostri fratelli». Non solo poi colui che è il Signore dei Profeti, ma anche Elia e Geremia e gli altri Profeti sono stati ritenuti minori nella loro patria che nelle altre città: poiché è abbastanza naturale che i cittadini invidino sempre i cittadini; infatti non considerano le opere presenti dell'uomo, ma ricordano la fragile infanzia.
venerdì 15 dicembre 2023
Beato Giovanni Brenner
János Brenner, di nazionalità ungherese, fu allievo dei padri Premostratensi e dei Cistercensi negli anni del liceo. Entrò come novizio nell’Ordine cistercense, col nome di fra Atanasio, ma gli ordini religiosi vennero presto sciolti per imposizione del governo comunista. Divenne quindi seminarista diocesano e fu ordinato sacerdote il 19 giugno 1955. Inviato come vicario parrocchiale a Rábakethely, fu molto vicino ai bambini e ai giovani. La notte del 15 settembre 1957, fu chiamato a portare gli ultimi Sacramenti a un moribondo, ma cadde in una trappola: fu aggredito e ucciso con 32 coltellate. La sua causa di beatificazione si è svolta, nella fase diocesana, dal 3 ottobre 1999 al 31 luglio 2008, a Szombathely. L’8 novembre 2017 papa Francesco ha approvato il decreto con cui don János è stato riconosciuto ufficialmente martire. È stato beatificato il 1° maggio 2018 a Szombathely. La sua memoria liturgica, per la diocesi di Szombathely, cade il 15 dicembre, giorno esatto della sua nascita al Cielo.
martedì 12 dicembre 2023
Beati Giovanni de Josa e Bertrando de Mas
Santi religiosi mercedari, i Beati Giovanni de
Josa e Bertrando de Mas, erano nel loro convento di Santa Maria
d'Arguines in Spagna, quando dei saccheggiatori mori entrarono in
chiesa. Subito i due padri esposero le loro vite in difesa della divina
Eucaristia affinché non fosse profanata, ma barbaramente furono
tormentati e torturati dai nemici della fede di Cristo fino a meritare
la corona eterna dei martiri. Era l'anno 1446.
L'Ordine Ii festeggia il 12 dicembre.
lunedì 11 dicembre 2023
sabato 9 dicembre 2023
San Girolamo - Il Battesimo di Gesù
dalle Omelie sul Vangelo di Marco
☩
E fu battezzato nel Giordano da Giovanni. Straordinario atto di umiltà: Gesù, che non aveva peccati, viene battezzato come se fosse un peccatore. È nel battesimo del Signore che vengono rimessi tutti i peccati. Ma il battesimo di Giovanni è in certe modo una introduzione al battesimo del Salvatore. Resta vero, però, che l'autentica remissione dei peccati avviene nel sangue di Cristo, nel mistero della Trinità. E mentre usciva dall'acqua, Gesù vide il cielo spalancarsi. Tutto ciò che l'evangelista scrive, lo scrive per noi. Vuol dire dunque che noi, prima di ricevere il battesimo, abbiamo gli occhi chiusi e non vediamo le realtà celesti. E vide lo Spirito sotto forma di colomba scendere e arrestarsi su di lui. E una voce venne dal cielo: Tu sei il figlio mio prediletto, in te mi ritrovo. Gesù Cristo viene battezzato da Giovanni, lo Spirito Santo scende su di lui sotto forma di colomba, il Padre gli rende testimonianza dal cielo. Prendi nota, seguace di Ario, prendete nota voi eretici, come anche nel battesimo di Gesù c'è tutto il mistero della Trinità: è Gesù che viene battezzato, lo Spirito Santo discende sotto forma di colomba, il Padre parla dal cielo.
venerdì 8 dicembre 2023
Cartone Animato - Bernadette. La Storia di Lourdes
Bel cartone animato sulla storia di Santa Bernadette Soubirous e la Vergine Maria di Lourdes!
Nel giorno della festa dell'Immacolata Concezione di Maria ci calza proprio a pennello!
Buona Visione!
giovedì 7 dicembre 2023
Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant’Ambrogio
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 24 ottobre 2007
☩
Cari fratelli e sorelle,
il santo Vescovo Ambrogio – del quale vi parlerò quest’oggi – morì a Milano nella notte fra il 3 e il 4 aprile del 397. Era l’alba del Sabato santo. Il giorno prima, verso le cinque del pomeriggio, si era messo a pregare, disteso sul letto, con le braccia aperte in forma di croce. Partecipava così, nel solenne Triduo pasquale, alla morte e alla risurrezione del Signore. «Noi vedevamo muoversi le sue labbra», attesta Paolino, il diacono fedele che su invito di Agostino ne scrisse la Vita, «ma non udivamo la sua voce». A un tratto, la situazione parve precipitare. Onorato, Vescovo di Vercelli, che si trovava ad assistere Ambrogio e dormiva al piano superiore, venne svegliato da una voce che gli ripeteva: «Alzati, presto! Ambrogio sta per morire...». Onorato scese in fretta – prosegue Paolino – «e porse al Santo il Corpo del Signore. Appena lo prese e deglutì, Ambrogio rese lo spirito, portando con sé il buon viatico. Così la sua anima, rifocillata dalla virtù di quel cibo, gode ora della compagnia degli angeli» (Vita 47). In quel Venerdì santo del 397 le braccia spalancate di Ambrogio morente esprimevano la sua mistica partecipazione alla morte e alla risurrezione del Signore. Era questa la sua ultima catechesi: nel silenzio delle parole, egli parlava ancora con la testimonianza della vita.
Ambrogio non era vecchio quando morì. Non aveva neppure sessant’anni, essendo nato intorno al 340 a Treviri, dove il padre era prefetto delle Gallie. La famiglia era cristiana. Alla morte del padre, la mamma lo condusse a Roma quando era ancora ragazzo, e lo preparò alla carriera civile, assicurandogli una solida istruzione retorica e giuridica. Verso il 370 fu inviato a governare le province dell’Emilia e della Liguria, con sede a Milano. Proprio lì ferveva la lotta tra ortodossi e ariani, soprattutto dopo la morte del Vescovo ariano Aussenzio. Ambrogio intervenne a pacificare gli animi delle due fazioni avverse, e la sua autorità fu tale che egli, pur semplice catecumeno, venne acclamato dal popolo Vescovo di Milano.
San Pietro Baietta
Originario di Cuenca (Spagna), San Pietro Beteta,
entrò nell'Ordine Mercedario a Barcellona dove il suo fervore e la sua
umiltà si distinsero tanto che da frate laico fu elevato a religioso
professo e ordinato sacerdote. Sucessivamente passò per i conventi di
Saragozza, Perpignano (Francia), Calatayud, Vic, Portel, Valenza e in
quello di EI Puig; nominato redentore e trovandosi in Almeria dove
predicava apertamente Cristo, venne preso dai mori e messo in carcere
dove fu picchiato selvaggiamente.Dopo vari maltrattamenti in odio verso
la fede cattolica gli furono tagliati i piedi, le mani ed infine la
testa lasciando il suo corpo in un mare di sangue. Imporporato così dal
proprio sangue meritò gloriosamente la corona dei martiri nell'anno
1397.
L'Ordine lo festeggia il 7 dicembre.
mercoledì 6 dicembre 2023
Documentario - Il Vero Volto di Babbo Natale
Beato Janos Scheffler
János Scheffler, vescovo di Satu Mare in Romania, fu perseguitato dal regime comunista e morì prigioniero a Bucarest. Beatificato il 3 luglio 2011.
János Scheffler nacque il 29 ottobre 1887 a Kalmánd (Cămin), un
villaggio appartenente allora all’Ungheria, da una famiglia di
agricoltori cattolici, secondogenito di dieci figli. Nel 1898 fu
iscritto al Liceo Maggiore Cattolico Reale di Satu Mare e venne poi
accolto nel convitto vescovile retto dai Gesuiti.
Avendo manifestato fin dall’età di dieci anni una forte inclinazione
per il Sacerdozio, terminati gli studi liceali il Servo di Dio fu
ammesso al Seminario di Satu Mare nel 1905. Dal 1906 al 1910 frequentò
la Facoltà di Teologia dell’Università delle Scienze “Pétér Pázmány” di
Budapest e, dopo aver ricevuto gli ordini minori, fu ordinato sacerdote
il 6 luglio 1910 e nominato cappellano a Csomaköz dal vescovo diocesano
Tibor Boromissza. Per le sue spiccate doti intellettuali, fu inviato a
Roma dove completò gli studi in Diritto Canonico, laureandosi “summa cum
laude” presso l’Università Gregoriana, il 19 giugno 1912. Tornato in
patria, ricoprì diversi incarichi: fu protocollista e cancelliere
presso la cancelleria vescovile, cappellano a Ungvár, prefetto del
seminario. Nel novembre 1915 ricevette il dottorato in Scienze
Teologiche, assumendo successivamente doversi incarichi accademici e
pastorali: professore al liceo cattolico di Satu Mare, predicatore della
Cattedrale, promotore di giustizia del tribunale ecclesiastico
diocesano, docente di Diritto Canonico, di Storia della Chiesa e di
Teologia. Al termine della Prima Guerra Mondiale, la mutata situazione
politica e la cessione della Transilvania alla Romania indussero il
Servo di Dio ad apprendere la lingua romena per poter predicare e
confessare. La sua esperienza pastorale ebbe modo di ampliarsi
ulteriormente con la nomina nel 1923 a parroco di Nagymajtény (Moftinu
Mare), un incarico durante quale diede forte impulso alle opere di
apostolato, organizzò pellegrinaggi, scrisse manuali di catechesi per
gli studenti delle scuole medie, adoperandosi in vario modo per la
sussistenza della scuola cattolica..... continua qui
martedì 5 dicembre 2023
San Guglielmo Saggiano
Di origine italiana, San Guglielmo Saggiano, proveniva da una delle case più nobili di Ancona nelle Marche, quando la sua famiglia si stabilì in Linguadoca (Francia). Alla morte dei familiari il giovane Guglielmo entrò risoluto nell’Ordine della Mercede nel convento di Tolosa. Poi passò in Spagna, prima a Barcellona poi a Valenza, dove prese l’abito, nominato in seguito redentore in Africa si imbarcò per Algeri. Arrivato in terra mussulmana iniziò a redimere schiavi, ma preso dai mori in odio alla fede cattolica, venne consegnato a dei fanciulli che lo presero a sassate ed infine fu mandato al rogo dove consumò un decoroso martirio. L’Ordine lo festeggia il 5 dicembre.
lunedì 4 dicembre 2023
Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Giovanni Damasceno
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 6 Maggio 2009
☩
Cari fratelli e sorelle,
vorrei parlare oggi di Giovanni Damasceno, un personaggio di prima grandezza nella storia della teologia bizantina, un grande dottore nella storia della Chiesa universale. Egli è soprattutto un testimone oculare del trapasso dalla cultura cristiana greca e siriaca, condivisa dalla parte orientale dell’Impero bizantino, alla cultura dell’Islàm, che si fa spazio con le sue conquiste militari nel territorio riconosciuto abitualmente come Medio o Vicino Oriente. Giovanni, nato in una ricca famiglia cristiana, giovane ancora assunse la carica – rivestita forse già dal padre - di responsabile economico del califfato. Ben presto, però, insoddisfatto della vita di corte, maturò la scelta monastica, entrando nel monastero di san Saba, vicino a Gerusalemme. Si era intorno all’anno 700. Non allontanandosi mai dal monastero, si dedicò con tutte le sue forze all’ascesi e all’attività letteraria, non disdegnando una certa attività pastorale, di cui danno testimonianza soprattutto le sue numerose Omelie. La sua memoria liturgica è celebrata il 4 Dicembre. Papa Leone XIII lo proclamò Dottore della Chiesa universale nel 1890.
Di lui si ricordano in Oriente soprattutto i tre Discorsi contro coloro che calunniano le sante immagini, che furono condannati, dopo la sua morte, dal Concilio iconoclasta di Hieria (754). Questi discorsi, però, furono anche il motivo fondamentale della sua riabilitazione e canonizzazione da parte dei Padri ortodossi convocati nel II Concilio di Nicea (787), settimo ecumenico. In questi testi è possibile rintracciare i primi importanti tentativi teologici di legittimazione della venerazione delle immagini sacre, collegando queste al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno della Vergine Maria.
Santi Raimondo di San Vittore e Guglielmo di San Leonardo
Originari di Francia, i Santi Raimondo di San
Vittore e Guglielmo di San Leonardo, visitarono frequentemente gli
schiavi detenuti nelle carceri in Andalusia (Spagna). Convertirono molti
infedeli alla verità cattolica finché furono presi dai mori che
accecati dall'odio verso la religione di Cristo invano tentarono di
costringerli a rinnegare il loro credo. Così dopo crudeli percosse
furono decollati ed esultanti raggiunsero la gloria dei martiri del
Signore offerti come incenso prezioso, nell'anno 1242 a Lorca.
L'Ordine li festeggia il 4 dicembre.
domenica 3 dicembre 2023
Beato Luigi Gallo
Redentore mercedario, il Beato Luigi Gallo, fu inviato in Marocco per redenzione, venne catturato dai mori mentre predicava il vangelo e spiegava le eresie dei mussulmani. Per la difesa della religione di Cristo subì molte pene e prigionia, in ostaggio per gli schiavi più volte venne flagellato ed infine ricevette gloriosamente il martirio fra le fiamme di un rogo nell’anno 1258. L’Ordine lo festeggia il 3 dicembre.
Marco, Capitolo 5, Versetti 35-43
Mentre ancora parlava, vennero da parte dell'arcisinagogo dicendo: Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro? Ma Gesù, udita la parola che dicevano, disse all'arcisinagogo: Non temere, soltanto abbi fede. E non ammise che alcuno lo seguisse, se non Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. E vennero nella casa dell'arcisinagogo e videro il tumulto e gente che piangeva e urlava molto. Ed entrato, disse loro: Perché vi turbate e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme. E lo deridevano; ma egli, fatti uscire tutti, prese il padre e la madre della fanciulla e quanti erano con lei, ed entrò dove si trovava la bambina. E tenendo la mano della bambina, le disse: Talità kum, che significa: Fanciulla, ti dico, alzati. E subito la fanciulla si alzò e camminava (era di circa dodici anni) e si stupirono molto. E comandò loro con forza che nessuno sapesse questo e disse di darle da mangiare.
Teofilatto: Coloro che erano con l'arcisinagogo pensavano che Gesù fosse uno dei profeti, e a causa di ciò fosse necessario che egli venisse per pregare sulla fanciulla; ma poiché la fanciulla era già spirata, ritenevano che non ci fosse da pregare; per questo si dice: Mentre ancora parlava, vennero da parte dell'arcisinagogo dicendo: Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro? Ma il Signore stesso rincuorò il padre; segue infatti: Non temere, soltanto abbi fede.
Segue: E vennero nella casa dell'arcisinagogo e videro il tumulto e gente che piangeva e urlava molto. Crisostomo: Egli comanda di non gridare, come se la fanciulla non fosse morta, ma addormentata; per cui segue: Ed entrato, disse: Perché vi turbate e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme. Girolamo: All'arcisinagogo viene detto: Tua figlia è morta; Gesù invece ha detto: non è morta, ma dorme. Entrambe le cose sono giuste, come se dicesse: è morta per voi, ma per me dorme. Beda: Per gli uomini infatti era morta, dato che non conoscevano il risuscitare; dormiva per Dio, nella disposizione del quale l'anima viveva e la carne che sarebbe risorta riposava. Per cui viene in uso presso i cristiani di chiamare dormienti quelli che non si dubita che risusciteranno.
Crisostomo: Per evitare l'ostentazione non permette a tutti di essere con lui; per avere però in seguito dei testimoni della divina virtù, sceglie in particolare tre fra i discepoli, e il padre e la madre della bambina, in quanto più necessari davanti a tutti. Vivifica poi la bambina con la mano e con la parola, per cui segue: E tenendo la mano della bambina, le disse: Talità kum, che significa: Fanciulla, ti dico, alzati. Infatti, essendo la mano di Gesù vivificante, vivifica il corpo morto, mentre la voce suscita chi giaceva; per cui segue: E subito la fanciulla si alzò e camminava.
sabato 2 dicembre 2023
Beato Bernardino (Zef) Palaj
Padre Bernardin Palaj, al secolo Zef, fu insegnante al liceo «Illyricum» di Scutari. Pubblicò vari volumi nei quali raccolse le poesie popolari albanesi e le leggi dell’antico diritto consuetudinario o Kanun. Inviso al regime comunista per il suo impegno nel conservare e consolidare il patrimonio culturale del Paese, venne arrestato e a lungo torturato. Morì di tetano il 2 dicembre 1946. Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi, di cui fanno parte altri sei frati e un vescovo francescani, è stato beatificato il 5 novembre 2016 a Scutari.
Cartone Animato - 07 I Talenti
Le Parabole a Cartoni Animati - 07 I Talenti
☩
La parabola dei talenti è una parabola di Gesù narrata nel Vangelo secondo Matteo 25,14-30; una parabola simile, detta parabola delle mine, si trova nel Vangelo secondo Luca 19,12-27. Le differenze principali tra le due parabole sono che in quest'ultima il padrone affida ai suoi servi importi uguali e che la mina aveva un valore molto più piccolo del talento. La parabola parla di un uomo che parte per un viaggio e affida i suoi beni ai suoi servi. A un servo affida cinque talenti, a un secondo due talenti e a un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l'importo; il terzo invece va a nascondere il talento ricevuto, sotterrandolo. Quando il padrone ritorna apprezza l'operato dei primi due servi e condanna, invece, il comportamento dell'ultimo.
venerdì 1 dicembre 2023
San Girolamo de Pratis
Originario d'Aragona (Spagna), San Girolamo de
Pratis, appartenente al convento mercedario di Sant'Eulalia in
Barcellona, fu un religioso umile, paziente, donato all'orazione ed
estremamente caritatevole. Inviato in redenzione a Tunisi in Africa,
iniziò la sua missione passando paese per paese alla ricerca di schiavi,
alcuni perfidi mori vedendolo così risoluto nella sua fede in Cristo
tentarono invano di farlo abiurare. Adirati e pieni di odio verso i
cristiani lo presero e legatolo ad un albero lo trafissero di frecce;
gloriosamente ricevette il martirio nell'anno 1431.
L'Ordine lo festeggia l'1 dicembre.
giovedì 30 novembre 2023
Beati Martiri Spagnoli Vincenziani (Vincenzo Queralt Lloret e 20 Compagni)
21 tra sacerdoti, religiosi e laici, quasi tutti della Famiglia Vincenziana, furono uccisi tra il luglio 1936 e il maggio 1937, nel corso della persecuzione religiosa che accompagnò la guerra civile spagnola. Del gruppo, capeggiato da padre Vicente Queralt Lloret, della Congregazione della Missione (ossia i Padri Vincenziani), fanno parte anche sei sacerdoti della sua stessa Congregazione, due suore Figlie della Carità, sette laici appartenenti all’associazione dei Figli di Maria della Medaglia Miracolosa e cinque sacerdoti della diocesi di Cartagena, assistenti spirituali di quell’associazione. La causa del gruppo si è svolta nella diocesi di Valencia, dopo aver ottenuto la competenza del tribunale ecclesiastico per quelli che sono morti nelle diocesi di Barcellona e Cartagena, dal 4 marzo 2004 al 6 giugno 2008. Il 1° dicembre 2016 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che li dichiarava ufficialmente martiri. La loro beatificazione, insieme a quella di altri 39 tra sacerdoti, fratelli coadiutori e laici vincenziani, è stata celebrata l’11 novembre 2017 a Madrid. La loro memoria liturgica, per la Famiglia Vincenziana, cade il 6 novembre, unitamente a quella di altri 42 martiri uccisi durante la guerra civile e beatificati nel 2013.
martedì 28 novembre 2023
Beato Isacco della Stella - Maria e la Chiesa
Dai «Discorsi» del beato Isacco della Stella, abate
(Disc. 51; PL 194, 1862-1863. 1865)
☩
Il Figlio di Dio è il primogenito tra molti fratelli; essendo unico per natura, mediante la grazia si è associato
molti, perché siano uno solo con lui. Infatti «a quanti l’hanno
accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 12). Divenuto
perciò figlio dell’uomo, ha fatto diventare figli di Dio molti. Se ne è
dunque associati molti, lui che è unico nel suo amore e nel suo potere;
ed essi, pur essendo molti per generazione carnale, sono con lui uno
solo per generazione divina.
Il Cristo è unico, perché Capo e Corpo formano un tutt’uno. Il Cristo è unico perché è figlio di un unico Dio in cielo e di un’unica madre in terra.
Si hanno insieme
molti figli e un solo figlio. Come infatti Capo e membra sono insieme un
solo figlio e molti figli, così Maria e la Chiesa sono una sola e molte
madri, una sola e molte vergini. Ambedue madri, ambedue vergini,
ambedue concepiscono per opera dello Spirito Santo senza concupiscenza,
ambedue danno al Padre figli senza peccato. Maria senza alcun peccato ha
generato al corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i
peccati ha partorito al Capo il corpo.
Tutt’e due sono madri di Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza l’altra.
Perciò giustamente nelle Scritture divinamente ispirate quel ch’è
detto in generale della vergine madre Chiesa, s’intende singolarmente
della vergine madre Maria; e quel che si dice in modo speciale della
vergine madre Maria, va riferito in generale alla vergine madre Chiesa; e
quanto si dice d’una delle due, può essere inteso indifferentemente
dell’una e dell’altra.
Anche la singola anima fedele può essere
considerata come Sposa del Verbo di Dio, madre figlia e sorella di
Cristo, vergine e feconda. Viene detto dunque in generale per la Chiesa,
in modo speciale per Maria, in particolare anche per l’anima fedele,
dalla stessa Sapienza di Dio che è il Verbo del Padre: Fra tutti questi
cercai un luogo di riposo e nell’eredità del Signore mi stabilii (cfr.
Sir 24, 12). Eredità del Signore in modo universale è la Chiesa, in modo
speciale Maria, in modo particolare ogni anima fedele. Nel tabernacolo
del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo della fede
della Chiesa sino alla fine del mondo, nella conoscenza e nell’amore
dell’anima fedele per l’eternità.
lunedì 27 novembre 2023
Film - Le Prodezze di Sansone (1965)
Durante la dominazione da parte dei Filistei, il giovane Sansone viene
nominato giudice del popolo eletto e uccide mille nemici con una
mascella d'asino. Per scoprire il segreto della sua invincibilità, i
Filistei ricorrono alla bellezza di Dalila che, dopo aver sedotto
l'eroe, riesce a imprigionarlo. Chiesto perdono a Dio, Sansone -
nonostante la cecità inflittagli come punizione - sconfigge i nemici
seppellendoli tra le macerie del loro tempio pagano.
ANNO 1965
PAESE
REGIA Marcello Baldi, Francisco Pérez Dolz
ATTORI Anton Geesink, Rosalba Neri, Piero Gerlini
sabato 25 novembre 2023
Fumetto - Vlad
Con VLAD. Le lame del cuore comincia una trilogia di libri a fumetti creata da Matteo Strukul. Vlad III di Valacchia, noto soprattutto con il nome di Dracula, è il condottiero che ha ispirato Bram Stoker nella creazione del vampiro per eccellenza. Matteo Strukul sceglie però di raccontare un’altra storia, quella reale. Non ci sono elementi sovrannaturali, ma anche in questo caso il sangue scorre a fiumi. Battaglie, intrighi politici e passionali, efferati delitti e feroci esecuzioni pubbliche… una saga coinvolgente ed emozionante, che conferma il talento straordinario di Strukul per la rievocazione storica e la sua maestria nel padroneggiare trame e colpi di scena. Un autentico kolossal su carta, che si avvale della bravura di Andrea Mutti, disegnatore apprezzato in tutto il mondo.
Link nei commenti....
giovedì 23 novembre 2023
Documentario - Sulle Tracce di San Colombano
La storia di un padre dell'Europa che anticipa di un paio di secoli San Benedetto. Un uomo straordinario che aiutò a salvare e ricostruire l'Europa dopo la dissoluzione dell'Impero Romano e ad uscire dalla palude barbarica in cui era sprofondata.
San Clemente Romano - Dio è Fedele alle sue Promesse
Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa.
☩
Consideriamo, o
carissimi, come il Signore ci mostri continui esempi della
risurrezione futura, della quale ci ha dato una primizia in Gesù
Cristo, risuscitandolo dai morti.
Osserviamo la risurrezione
che avviene nella legge del tempo. Il giorno e la notte ci fanno
vedere la risurrezione. La notte si addormenta, il giorno risorge. Il
giorno se ne va, la notte sopravviene.
Prendiamo come esempio i
frutti. Il seme cos'è, e come si genera? Il seminatore è uscito e
ha sparso sulla terra ciascuno dei semi. Questi, caduti per terra
secchi e nudi, marciscono. Poi Dio grande e provvedente li fa
risorgere dallo stesso disfacimento, e da un solo seme ne ricava
molti, e li porta alla fruttificazione.
Le nostre anime stiano
attaccate a lui con questa speranza, a lui che è fedele nella
promessa e giusto nei giudizi. Colui che ha proibito di mentire,
molto meno mentirà egli stesso. Niente infatti è impossibile a Dio,
fuorché mentire. Facciamo dunque rivivere la nostra fede in lui e
consideriamo come tutte le cose sono a lui congiunte.
Con una
parola della sua maestà ha stabilito ogni cosa e con una sua parola
tutto può distruggere. Chi potrebbe domandargli: Che hai fatto? O
chi potrebbe opporsi alla potenza della sua forza? (cfr. Sap 12, 12).
Le sue opere egli le farà tutte quando vorrà e come vorrà, e nulla
cadrà di quanto egli ha stabilito. Tutto gli sta davanti e nulla
sfugge alla sua volontà. «I cieli narrano la gloria di Dio e
l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne
affida il messaggio, e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non
è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono» (Sal 18,
2-4).
Poiché dunque tutto è aperto ai suoi occhi e alle sue
orecchie, rigettiamo ogni torbida fantasia ed evitiamo i sentieri del
male per meritare il sostegno della sua misericordia di fronte al
giudizio futuro. Dove infatti potremmo sfuggire dalla sua mano
potente? Quale altro mondo potrebbe accogliere uno che è fuggiasco
da lui? Dice infatti la Scrittura: Dove andrò e dove mi occulterò
dalla tua presenza? Se salgo al cielo, là tu sei; se mi recherò
alle estremità della terra, mi afferra la tua destra; se mi adagerò
in fondo all'abisso, là è il tuo spirito (cfr. Sal 138,
7-11).
Dove dunque ritirarsi, o dove fuggire da lui che tutto
abbraccia?
Accostiamoci invece a lui nella santità
dell'anima, leviamo a lui le mani pure e senza macchia, amiamo il
nostro Padre, buono e misericordioso, che ha fatto di noi la sua eredità.