Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa.
☩
Consideriamo, o
carissimi, come il Signore ci mostri continui esempi della
risurrezione futura, della quale ci ha dato una primizia in Gesù
Cristo, risuscitandolo dai morti.
Osserviamo la risurrezione
che avviene nella legge del tempo. Il giorno e la notte ci fanno
vedere la risurrezione. La notte si addormenta, il giorno risorge. Il
giorno se ne va, la notte sopravviene.
Prendiamo come esempio i
frutti. Il seme cos'è, e come si genera? Il seminatore è uscito e
ha sparso sulla terra ciascuno dei semi. Questi, caduti per terra
secchi e nudi, marciscono. Poi Dio grande e provvedente li fa
risorgere dallo stesso disfacimento, e da un solo seme ne ricava
molti, e li porta alla fruttificazione.
Le nostre anime stiano
attaccate a lui con questa speranza, a lui che è fedele nella
promessa e giusto nei giudizi. Colui che ha proibito di mentire,
molto meno mentirà egli stesso. Niente infatti è impossibile a Dio,
fuorché mentire. Facciamo dunque rivivere la nostra fede in lui e
consideriamo come tutte le cose sono a lui congiunte.
Con una
parola della sua maestà ha stabilito ogni cosa e con una sua parola
tutto può distruggere. Chi potrebbe domandargli: Che hai fatto? O
chi potrebbe opporsi alla potenza della sua forza? (cfr. Sap 12, 12).
Le sue opere egli le farà tutte quando vorrà e come vorrà, e nulla
cadrà di quanto egli ha stabilito. Tutto gli sta davanti e nulla
sfugge alla sua volontà. «I cieli narrano la gloria di Dio e
l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne
affida il messaggio, e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non
è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono» (Sal 18,
2-4).
Poiché dunque tutto è aperto ai suoi occhi e alle sue
orecchie, rigettiamo ogni torbida fantasia ed evitiamo i sentieri del
male per meritare il sostegno della sua misericordia di fronte al
giudizio futuro. Dove infatti potremmo sfuggire dalla sua mano
potente? Quale altro mondo potrebbe accogliere uno che è fuggiasco
da lui? Dice infatti la Scrittura: Dove andrò e dove mi occulterò
dalla tua presenza? Se salgo al cielo, là tu sei; se mi recherò
alle estremità della terra, mi afferra la tua destra; se mi adagerò
in fondo all'abisso, là è il tuo spirito (cfr. Sal 138,
7-11).
Dove dunque ritirarsi, o dove fuggire da lui che tutto
abbraccia?
Accostiamoci invece a lui nella santità
dell'anima, leviamo a lui le mani pure e senza macchia, amiamo il
nostro Padre, buono e misericordioso, che ha fatto di noi la sua eredità.
Nessun commento:
Posta un commento