Era conosciuta come "Atlantide del Mare del Nord" e la sua fine è incerta: una città sommersa si nasconde in Germania e ad affermarne l'esistenza sono i resti di una chiesa recentemente venuta a galla.
Influenzati dalla letteratura fantastica, dalle storie più creative e da
quanto, ogni tanto, ci restituiscono le acque, molti di noi hanno
sicuramente ipotizzato la presenza di antiche città perdute sul fondo
del mare. In realtà, dietro a quanto può costruire la nostra
immaginazione, ci sono molte verità: per esempio, sul fondo del mare di
Wadden della Frisia Settentrionale (Germania) esiste davvero una città
sommersa, che non aspetta altro che essere riscoperta.
A
dimostrarlo ci sono degli studi sempre più all’avanguardia, che proprio
negli ultimi giorni sono riusciti nell’intento di individuare e
accertare la corretta ubicazione di quello che era un’edificio centrale
dell’antica città: la chiesa, struttura religiosa attorno alla quale si
affollava una comunità molto più variegata e composita di quanto si
possa pensare.
Rungholt, la città sommersa in Germania
Per
rendere più chiara la situazione, facciamo prima un piccolo passo
indietro e specifichiamo che la città di cui stiamo parlando si chiama
Rungholt. Pare che Rungholt fosse un insediamento nato nel dodicesimo
secolo, abbastanza popolato, la cui economia era basata
sull’agricoltura. Stando ai documenti raccolti nel corso del tempo, la
cittadina contava circa 500 edifici ed era abitata da più o meno 3000
persone. Diversi documenti ne parlano e diverse carte ne riportano il
toponimo, eppure c’era (e c’è ancora) chi mette in dubbio che sia
davvero esistita.
La scomparsa di Rungholt e i suoi resti
Prima di impegnarsi nella ricerca, gli studiosi hanno analizzato diversi tipi di materiali. In primis, dei documenti di origine medievale che confermerebbero che la notte tra il 15 e il 16 gennaio 1362 quell’area fu investita da una tempesta di potenza mai vista, talmente potente da abbattersi con ferocia sulla zona circostante. Rungholt sorgeva sull’isola di Strand e proprio quest’isola sarebbe stata “divorata” dalle acque.
I documenti, per altro, raccontavano una storia molto particolare, una leggenda: la “colpa” di questa tempesta così impietosa e delle sorti di Rungholt sarebbe stata del parroco.
Sì, perché, la città sarebbe sprofondata per via del fatto che il religioso avrebbe ceduto alle lusinghe di alcuni paesani, che lo avrebbero invitato a ubriacarsi utilizzando il calice eucaristico, cosa che avrebbe scatenato le ire di Dio. Da ciò, gli archeologi hanno dedotto l’importanza centrale che la chiesa (visto anche il periodo storico) aveva per la comunità.
Poi, sono stati presi in esame diversi resti: suppellettili, utensili da cucina, pietre che erano state visibilmente usate per costruire degli edifici. Dopo aver tratto tutte le informazioni utili, gli archeologi hanno usato una combinazione di metodi scientifici e archeologici per risalire all’ubicazione dell’edificio centrale, ossia della chiesa.
La chiesa sommersa e il suo significato
Dopo un lunghissimo lavoro, che ha richiesto l’uso di strumenti all’avanguardia, gli archeologi hanno trovato una lunga catena di tumuli di insediamenti. Questi tumuli, analizzati nel dettaglio, sono inconfondibilmente delle strutture che possono essere identificate come basi di una chiesa che doveva essere grande 40 metri x 15 metri.
Sempre utilizzando gli strumenti più tecnologici a disposizione, gli scienziati possono oggi affermare che la chiesa si trovava davvero al centro dell’intero insediamento e che, probabilmente, tendeva a riunire l’intera popolazione anche in momenti extra-religiosi. La scoperta ha un significato importantissimo, perché il ritrovamento della struttura è solo l’inizio del disvelamento dell’intera città: il team, infatti, ha richiesto con urgenza l’intensificazione delle indagini, perché si teme che col passare del tempo possano restare sempre meno tracce.
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