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venerdì 31 marzo 2023

La Grandezza di Dio



Un ragazzino chiese al padre: “Papà, quanto è grande Dio?”
Guardando il cielo il padre avvistò un aereo e chiese al figlio:
“Che dimensione ha quell’aereo? “Il ragazzo rispose: “È piccolo, papà, quasi non si vede! “Così il padre lo portò in aeroporto, e guardando la pista si trovarono di fronte a un aereo, e il padre ridomandò: “Ora che dimensioni ha questo aereo? “Oh papà, questo è enorme! “ A questo punto il Padre disse: “Ecco, così è Dio! La sua dimensione dipende dalla distanza tra te e Lui! Più gli stai vicino, più Lui sarà grande nella tua vita!”

Il Grande Burrone

Un uomo sempre scontento di sé e degli altri continuava a brontolare con Dio perché diceva: «Ma chi l'ha detto che ognuno deve portare la sua croce? Possibile che non esista un mezzo per evitarla? Sono veramente stufo dei miei pesi quotidiani! ».
Il Buon Dio gli rispose con un sogno.
Vide che la vita degli uomini sulla Terra era una sterminata processione. Ognuno camminava con la sua croce sulle spalle. Lentamente, ma inesorabilmente, un passo dopo l'altro.
Anche lui era nell'interminabile corteo e avanzava a fatica con la sua croce personale. Dopo un po' si accorse che la sua croce era troppo lunga: per questo faceva tanta fatica ad avanzare. «Sarebbe sufficiente accorciarla un po' e tribolerei molto meno», si disse. Si sedette su un paracarro e, con un taglio deciso, accorciò d'un bel pezzo la sua croce. Quando ripartì si accorse che ora poteva camminare molto più spedito e leggero. E senza tanta fatica giunse a quella che sembrava la meta della processione degli uomini.
Era un burrone: una larga ferita nel terreno, oltre la quale però incominciava la «terra della felicità eterna». Era una visione incantevole quella che si vedeva dall'altra parte del burrone.
Ma non c'erano ponti, né passerelle per attraversare. Eppure gli uomini passavano con facilità.
Ognuno si toglieva la croce dalle spalle, l'appoggiava sui bordi del burrone e poi ci passava sopra.
Le croci sembravano fatte su misura: congiungevano esattamente i due margini del precipizio.
Passavano tutti. Ma non lui. Aveva accorciato la sua croce e ora essa era troppo corta e non arrivava dall'altra parte del baratro. Si mise a piangere e a disperarsi: «Ah, se l'avessi saputo...».

La croce è l'unica via di salvezza per gli uomini, l'unico ponte che conduce alla vita eterna.

Bruno Ferrero - Cerchi nell'Acqua, ElleDiCi

Catechesi del Papa Benedetto XVI sui Padri della Chiesa

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Basilio Magno

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Beda il Venerabile

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Bernardo di Chiaravalle

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Bonaventura

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Cirillo di Alessandria

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Cirillo di Gerusalemme

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Clemente Romano

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Domenico di Guzman

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Francesco di Sales

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Giovanni Damasceno

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Giovanni della Croce

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Giovanni Eudes

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Girolamo

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Gregorio Magno

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Gregorio Nazianzeno

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Lorenzo da Brindisi

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Pietro Canisio

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Roberto Bellarmino

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Tommaso d'Aquino

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant'Agostino

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant'Alberto Magno

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant'Alfonso Maria de' Liguori

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant’Ambrogio

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant’Atanasio di Alessandria

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant'Efrem il Siro

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant’Eusebio di Vercelli

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Sant'Ilario di Poitiers

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Santa Brigida di Svezia

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Santa Ildegarda di Bingen

Catechesi del Papa Benedetto XVI su Santa Teresa di Lisieux

 

In Aggiornamento...


Video - Benedetto XV. Il Papa contro la Guerra

Benedetto XV diventa papa il 3 settembre 1914 e succede a Pio X. La Prima guerra mondiale è scoppiata da poco più di un mese, ma sta già devastando l'Europa. Il papa si dedica fin dall'inizio a lanciare appelli alle potenze in guerra, affinché fermino quella che egli chiama l'"inutile strage". Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Alberto Melloni in questa puntata di "Passato e Presente". Benedetto XV non si limita agli appelli. Attiva la diplomazia vaticana e presenta ai capi dei Paesi belligeranti una serie di proposte concrete per uscire dalla guerra. Ma in questo momento gli Stati sono dominati dalle ideologie nazionalistiche e la sua voce rimane inascoltata. Insieme alle iniziative diplomatiche, Benedetto XV avvia una imponente azione umanitaria, volta ad aiutare tutte le vittime della guerra, le popolazioni colpite, i deboli. Inizia qui un percorso della Chiesa come ente umanitario super partes che sarà tanta parte della sua azione e del suo ruolo nel Novecento e fino ai giorni nostri. 

 

https://www.raiplay.it/video/2022/01/Passato-e-Presente---Benedetto-XV-Il-Papa-contro-la-guerra---21012021-8c3bc0cc-9e06-42ca-9541-7a1658bc0600.html

giovedì 30 marzo 2023

Preghiera della Crociata


Noi siamo uniti al Tuo Sacro Cuore, caro Gesù. Annunciamo con autorità la Vera Parola di Dio. Noi cammineremo fino agli estremi confini della terra per diffondere la Verità. Non accetteremo mai una nuova falsa dottrina nel Tuo Nome, se non quella che Tu Stesso ci hai insegnato. Noi rimaniamo coerenti, leali e saldi nella nostra fede. Tratteremo con amore e compassione coloro che Ti tradiscono, nella speranza che ritorneranno a Te. Saremo fermi, ma pazienti, con coloro che ci perseguitano nel Tuo Nome. Cammineremo vittoriosi fino al Tuo Nuovo Paradiso. Noi promettiamo che, attraverso il nostro dolore e la nostra sofferenza, Ti porteremo tutte quelle anime perdute che sono affamate del Tuo Amore. Ti preghiamo di accettare le nostre preghiere per tutti i peccatori nel mondo, così che possiamo diventare una sola famiglia, unita dall’amore per Te, nella Nuova Era di Pace.
Amen.

Film - San Tommaso (2001)

Tommaso, discepolo di Gesù, vuole dare una degna sepoltura al Messia. Si fa avanti Giuseppe di Arimatea, che offre la tomba di famiglia. Il corteo funebre viene però interrotto da un'incursione degli zeloti, che incitano i seguaci del Nazareno alla rivolta: i romani sono quindi costretti ad affrettare la tumulazione. Nonostante i romani abbiano allestito un turno di guardia al sepolcro, Tommaso decide di rimanere, correndo il rischio di essere giustiziato. Nel frattempo, Caifa consiglia al sommo sacerdote di permettere ai proseliti di Gesù di riportare in Galilea il corpo del Maestro. Ma a questo punto avviene un fatto che scombina i piani...
 
 
ANNO 2001
 
PAESE


 
REGIA Raffaele Mertes
 
ATTORI Ricky Tognazzi, Maria Grazia Cucinotta, Roberta Armani, Mathieu Carrière, Enrica Maria Modugno, Danny Quinn
 
 
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mercoledì 29 marzo 2023

Ci Ammaliamo Perché non Preghiamo Prima di Mangiare

Padre Seraphim di Veritsa diceva: “Spesso ci ammaliamo perché non preghiamo prima di mangiare e non chiediamo a Dio di benedire il nostro cibo. In passato, tutto ciò che le persone facevano era associato alla preghiera. Erano soliti pregare mentre coltivavano la terra, mentre seminavano e quando raccoglievano i frutti, pregavano anche loro.

Oggi non sappiamo chi produce il nostro cibo e in molti casi non sappiamo chi cucina il nostro cibo. Forse queste persone stavano imprecando o bestemmiando mentre preparavano il cibo. Ecco perché è meglio per noi, prima di mangiare, spruzzare un po' di acqua santa sul cibo.

Tutte queste cose che usiamo nel nostro cibo sono doni di Dio all'umanità. Attraverso di essa, l'intera natura e il mondo intellettuale degli angeli partecipano al servizio dell'uomo. Per questo, ogni volta che ci sediamo a tavola, dobbiamo pregare con grande cura».

La Nozione Trascendentale di Bello in San Tommaso d’Aquino

di Miriam Savarese
Dottoranda in filosofia presso Pontificia Università Santa Croce


Molti hanno almeno sentito nominare i trascendentali moderni, intesi se non nel senso husserliano del termine quantomeno in quello kantiano: per Immanuel Kant, «trascendentale» è «ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti, in quanto questa deve essere possibile a priori» (Critica della ragion pura, Intr., sez. VII). Meno nota è l’esistenza di un significato previo di trascendentale, non solo più antico e frutto di una lunga elaborazione concettuale, ma carico di un più forte spessore metafisico, ancor meglio ontologico: i trascendentali elaborati in filosofia dal XII secolo in poi (ma non in modo monolitico), che trovano una magistrale espressione nel pensiero di Tommaso d’Aquino.

Perché scriverne qui – e perché del bello? A prima vista potrebbe sembrare tutt’altro che un tema interdisciplinare, meritevole tutt’al più di una curiosità erudita. In realtà, in questo momento i trascendentali godono di una rinnovata attenzione in filosofia a livello internazionale, ad esempio nell’attualissimo tomismo analitico ma non solo, (e fin qui la cosa potrebbe interessare solo i filosofi di professione). Per di più, come tutto ciò che si dice di ciò che è – e quindi in parole più povere, ma imprecise, di tutto ciò che esiste, quindi di ogni cosa, ogni vivente e ogni persona – riguardano in profondità il fine e lo svolgersi della ricerca scientifica nonché la ricerca stessa e il ricercatore che la compie... e con lui ogni essere umano. Se, quindi, anche il bello possa annoverarsi tra di essi è una questione che tocca in profondità anche chi si occupa di scienza. Anticipo, infatti, che la questione nel pensiero di Tommaso è ed è stata oggetto di discussione, con autorevoli interpreti schierati a favore dell’una o dell’altra interpretazione.

martedì 28 marzo 2023

Beato Domenico Maçaj

Dedë Maçaj (o anche Gjonaj) fu alunno del Collegio Saveriano di Scutari e proseguì gli studi in vista del sacerdozio a Roma, dove fu ordinato nel 1944. Rientrò in patria proprio agli inizi della persecuzione messa in atto dal regime comunista. Dopo il primo incarico come viceparroco della cattedrale di Scutari, succedette a don Ndre Zadeja come parroco di Sheldija, ma solo per pochi mesi. Impegnato nel servizio militare, venne tenuto d’occhio dai funzionari del partito, che approfittarono di un suo ritardo nel rientrare in caserma per accusarlo di sabotaggio. Venne quindi fucilato senza processo il 28 marzo 1947, a 27 anni. Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi capeggiati da monsignor Vinçenc Prennushi, di cui fa parte anche don Ndre Zadeja, è stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016.

Cartone Animato - Carlo Magno

Le avventure di Carlo Magno, Re dei Franchi e dei Longobardi, in un cartone animato che racconta lo sviluppo dell'impero romano ai bambini. Esso ripercorre le opere di civilizzazione e di allargamento del cristianesimo in Europa di questo popolare Imperatore del Sacro romano impero.


Beato Giovanni Battista Malo

Padre Jean-Baptiste Malo, dell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi, fu inizialmente inviato in Cina, a Lanlong, ma ne venne espulso nel 1951. L’anno seguente era già nella sua nuova missione a Thakhek, nel Laos. A causa dell’avanzata dei guerriglieri comunisti, fu costretto dall’esercito francese a lasciare la missione insieme ai confratelli. Il 15 febbraio 1954, mentre tornava indietro con loro, cadde in un’imboscata. Morì di stenti ancor prima di raggiungere il campo di rieducazione dove lui e compagni erano stati destinati; era il 28 marzo 1954. Inserito nel gruppo di quindici martiri capeggiato dal sacerdote laotiano Joseph Thao Tiên, è stato beatificato l’11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos.

lunedì 27 marzo 2023

San Matteo di Beauvais

Il giovane Matteo, originario di Beauvais in Francia, partì per la prima crociata insieme al suo vescovo, Ruggero, che lo aveva investito cavaliere.

Intorno al 1098 fu fatto prigioniero dai Mori e, rifiutatosi di rinnegare la fede cristiana, fu condannato alla decapitazione. Matteo chiese ed ottenne di rinviare l’esecuzione sino al Venerdì Santo.

Il suo culto è prettamente locale e non ha mai ricevuto ufficiale conferma di culto da parte di alcun pontefice.


Autore:
Fabio Arduino

sabato 25 marzo 2023

Canti Gregoriani dei Monaci Benedettini dell'Abbazia di Solesmes per il Tempo Pasquale

Canti Gregoriani dei Monaci Benedettini dell'Abbazia di Solesmes per il Tempo Pasquale.

Anno di Registrazione: 1985 

 

Beata Maria Felicitas (Anna) Ellmerer

Anna Ellmerer nacque il 12 maggio 1889 a Grafing, in Baviera, ultima di quattro figli. A ventidue anni, il 20 giugno 1911, domandò di entrare nella congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. Nello stesso giorno entrò in convento anche Katarzyna, sua sorella, più anziana di due anni: lei cambiò nome in suor Maria Felicitas, l’altra in suor Maria Perpetua. La specialità di suor Maria Felicitas era l’insegnamento del lavoro domestico e manuale: prima a Düsseldorf, poi a Kup, infine a Nysa, nella casa di Santa Elisabetta per suore anziane e malate. Assistette impotente allo scempio della casa e delle consorelle operato da soldati dell’Armata Rossa tra il 23 e il 24 marzo 1945. Il 25 marzo, quell’anno Domenica delle Palme, alcuni armati entrarono nel refettorio e cercarono di prelevare alcune suore. Suor Maria Arkadia Kroll, la superiora, accorse a difenderle, ma subì un colpo così forte da rinvenire solo il giorno dopo. Suor Maria Felicitas si precipitò a sua volta per aiutarla, quando fu notata da uno dei soldati. Lottò con tutte le sue forze per non cedergli, tanto da venir indirettamente lodata dagli altri militari. Il soldato la minacciò, ma lei in risposta stese le mani in forma di croce e gridò: «Viva Cristo R…». Non poté finire la frase, perché il soldato le sparò, quindi la finì prendendola a calci sulla testa e al petto. Nel maggio successivo avrebbe compiuto cinquantasei anni. Insieme ad altre nove Suore di Santa Elisabetta, vittime della violenza e della persecuzione da parte dei soldati, fu beatificata l’11 giugno 2022 nella cattedrale di San Giovanni Battista a Breslavia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica delle dieci suore ricorre l’11 maggio, giorno della nascita al Cielo della religiosa scelta a capo del gruppo, suor Maria Paschalis Jahn.

Beato Andrea Zadeja

Don Ndre Zadeja, sacerdote della diocesi di Scutari, esercitò il ministero in vari paesini albanesi, ma fu più noto come poeta e autore di drammi storici. Arrestato il 3 febbraio 1945 per aver impartito l’ultima assoluzione a un condannato a morte, venne imprigionato e, il 25 marzo seguente, fucilato con altri tredici detenuti. Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi capeggiati da monsignor Vinçenc Prennushi, è stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016.

venerdì 24 marzo 2023

Video - Maria Maddalena in Calabria


 
A Sotterra sorge una chiesa con una storia affascinante: qui si trova il più antico affresco a carattere religioso cristiano della Calabria, che mostra al centro una donna con delle essenze: Maria Maddalena.
 
 

San Bernolfo

Le fonti relative alla vita di San Bernolfo, presunto vescovo della diocesi piemontese di Mondovì, sono assai scarse e sono principalmente di carattere cultuale. Nel 1514, durante la consacrazione dell’altare maggiore della cattedrale, il vescovo Lorenzo Fieschi ricordava di aver ivi collocato le reliquie di San Donato, cui l’edificio era dedicato, e di San Bernolfo martire.
La tradizione che sembra essere scaturita da questa deposizione, fece del santo un vescovo della città, ucciso nel corso di una delle tante scorrerie saracene avvenute nel Piemonte sud occidentale nel corso del IX - X secolo. Il culto che venne riservato a questo sconosciuto santo, era incentrato in una cappella eretta in località Priola, nei presi della casina Saracina, non lontano da Mondovì. Tale edificio, eretto sul presunto luogo del martirio di Bernolfo, conteneva una pittura, forse del XIII secolo, che ne raffigurava la morte per scorticamento e vi era anche venerata una statua lignea che lo ritraeva con paramenti vescovili.
Nella cattedrale più non esiste la cappella che una nobile famiglia monregalese aveva fatto edificare in suo onore e l’unica testimonianza di un culto verso il santo è costituita da un reliquiario in argento che ne conserverebbe il capo.
Sulla base di queste scarse notizie non è facile ricostruire la vera identità di Bernolfo, né stabilire con maggior precisione l’epoca e le circostanze del suo eventuale martirio. Forse egli fu un cristiano che subì persecuzioni o venne ucciso durante la dominazione saracena, la cui memoria venne successivamente codificata all’interno della ricordata identificazione con un presule locale. Si potrebbe anche ritenere che Bernolfo sia stato un martire di qualche altra sconosciuta località italiana, le cui reliquie, come avvenne, nel 1488, per il patrono San Donato vescovo e martire di Arezzo, furono traslate a Mondovì.
La sua festa liturgica è celebrata il 24 marzo.


Autore:
Damiano Pomi

giovedì 23 marzo 2023

La Castronata di Bergoglio e il Miracolo della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci

Ecco Ecco Il video dove il Pampero Argentino parla con la bocca del demonio e i suoi adepti ridendo!!!

Nella prima parte del video si può dedurre che Bergoglio sia ben esperto in materia sullo “squilibrio psichico”, e che ne faccia proprio l'atteggiamento; sul “condedo finale", è tutto un programma!

Bergoglio si riferisce al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci - presente in tutti e 4 i Vangeli - quando il Signore diede da mangiare a 5000 persone, che l'avevano seguito per ascoltarlo e per essere guariti dai loro mali, moltiplicando i pani e i pesci in quel luogo deserto... Venuta la sera Gesù non “congedò” la folla, come chiesero i discepoli, ma diede loro da mangiare! Ecco l'errore Messianico, Ecclesiale, Eucaristico del, a dir poco, superficiale per non dire ciarlatano, Bergoglio!!

 

 

martedì 21 marzo 2023

Beato Michele Gomez Loza

Nasce a Tepatitlán, Messico, l'11 agosto 1888, figlio di contadini. Da bambino aiuta sua madre rimasta vedova. Diventa un instancabile promotore della dottrina sociale della Chiesa e nelle fila dell'Associazione cattolica della gioventù messicana trova l'ambiente adatto alla sua formazione religiosa e morale. Pur tra mille difficoltà, Miguel si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e diventa avvocato. Difendere i diritti dei bisognosi, per tale ragione viene arrestato cinquantanove volte e molte altre viene picchiato. Nel 1922 si sposa con María Guadalupe Sánchez Barragán: dal matrimonio nascono tre figli. Nel 1927, durante la persecuzione religiosa messicana, Miguel si unisce alla Lega in difesa della libertà religiosa, utilizzando tutti i mezzi pacifici consentiti per resistere agli attacchi dello Stato alla libertà di fede. Accetta la nomina di governatore di Jalisco, conferitogli dai cattolici della resistenza ma, perseguitato dalle forze federali, viene catturato e fucilato il 21 marzo 1928. È stato beatificato il 20 novembre 2005 da Benedetto XVI. (Avvenire)

lunedì 20 marzo 2023

Sant'Arcil II

Figlio di Stefano Khosroid, principe di Cakheth, combatté insieme al fratello Mihr o Mirian, allora re della Georgia, gli invasori arabi che, guidati dall’emiroMurvan-Qru, nipote di Maometto, li avevano assaliti mentre erano accampati ad Anakopia. Alla morte di Mihr, privo di discendenza maschile, gli succedette Archil II. Nel quarantesimo anno di regno, gli arabi invasero nuovamente il territorio georgiano al comando di un altro discendente di Maometto: Cicum, detto anche Asim, il quale percorse gran parte della regione mettendo a ferro e fuoco i paesi che lasciava alle spalle. Per scongiurare ulteriori devastazioni Archil II decise di chiedere la pace all’invasore e porre il paese sotto la sua protezione, purché fossero risparmiate le chiese e non fossero usate le violenze messe in atto altrove per costringere i nuovi sudditi a rinnegare la fede cristiana. Ricevuto degnamente dal capo arabo, Arcil II qualche giorno dopo ricevette la promessa di doni considerevoli in cambio dell’abiura. Fermo nella fede, il re oppose ai subdoli artifici di Cicum queste chiare parole: “Dio mi preservi dall’accogliere le tue lusinghe e dal rinnegare Cristo, il Dio vivente, il vero Dio, che per redimerci è morto per noi sulla croce. Se io credessi alle tue profferte sarei condannato al tormento eterno; ma se mi ucciderai, resusciterò come il mio Dio e sarò glorificato con lui”. Adirato per il rifiuto, Cicum fece gettare Arcil in prigione per intimidirlo e aumentò l’offerta promettendogli questa volta la restituzione del regno e dei beni, la concessione di vari privilegi se avesse abbracciato la fede islamica. Ma non ottenne da parte di Arcil che un secondo rifiuto: “Non rinnegherò mai il Signore mio Dio e non baratterò mai la gloria eterna per una gloria passeggera”. Cicum ordinò quindi che gli venisse mozzata la testa: era il 20 marzo del 718, secondo alcuni, del 741 o 744, secondo altri. Con maggiore verisimiglianza gli “Annali georgiani” pongono la data del martirio di Arcil II nel 786, anno dell’invasione di Cicum (permettendo di stabilire il 736 e il 786 come limiti del periodo di governo di Arcil II).

domenica 19 marzo 2023

Beato Vincenzo (Kolë) Prennushi

Kolë Prennushi, nato a Scutari in Albania durante la dominazione ottomana, fu alunno del collegio francescano della sua città. Entrò nell’Ordine dei Frati Minori il 12 dicembre 1904 col nome di fra Vinçenc e fu ordinato sacerdote il 19 marzo 1908. Scrisse numerose opere di carattere letterario, politico e religioso. Dopo alcuni incarichi di rilievo nella Provincia francescana della SS. Annunziata, fu consacrato vescovo di Sappa e, il 26 giugno 1940, divenne arcivescovo titolare di Durazzo. Mentre la persecuzione religiosa in Albania cresceva, cercò di essere uomo di pace come già durante le insurrezioni contro i turchi, nella sua giovinezza. Condotto al cospetto del presidente Enver Hoxha, rifiutò la sua proposta di essere a capo di una Chiesa nazionale albanese, staccata dalla Santa Sede. Arrestato e imprigionato a Durazzo, fu condannato a vent’anni di reclusione. Morì nel carcere di Durazzo in seguito ai maltrattamenti e alle torture il 19 marzo 1949. Messo a capo dell’elenco dei 38 martiri albanesi, di cui fanno parte altri sei frati francescani, è stato beatificato il 5 novembre 2016 a Scutari.

Beato Giacomo Llach Candell

Un altro membro della famiglia Candell Llach, sacerdote, vicario ed economo del collegio di San Ramon de Penyafort a Vilafranca. È stato anche tesoriere dell'Istituto dei Figli della Sacra Famiglia. Di vasta cultura ecclesiastica e civile, eccelleva nella scienza. A Vilafranca la scuola è chiusa nel maggio 1936, ed egli ha lavorato nel collegio di Sant Julia de Vilatorta quando la rivoluzione è scoppiata anche lì. Scese a Barcellona per stare con suo fratello, Ramon, e seguì la stessa sorte. Dopo aver pagato una bella cifra per proteggere le loro vite, sono stati arrestati il 17 aprile 1937, imprigionati S. Elia e uccisi Moncada il 19 marzo. I suoi resti non sono stati localizzati.

 

 Beato Raimondo Llach Candell

sabato 18 marzo 2023

Catechesi del Papa Benedetto XVI su San Cirillo di Gerusalemme

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 27 giugno 2007
 
☩ 

Cari fratelli e sorelle,

la nostra attenzione si concentra oggi su san Cirillo di Gerusalemme. La sua vita rappresenta l'intreccio di due dimensioni: da una parte, la cura pastorale e, dall’altra, il coinvolgimento – suo malgrado – nelle accese controversie che travagliavano allora la Chiesa d’Oriente. Nato intorno al 315 a Gerusalemme o dintorni, Cirillo ricevette un’ottima formazione letteraria; fu questa la base della sua cultura ecclesiastica, incentrata nello studio della Bibbia. Ordinato presbitero dal Vescovo Massimo, quando questi morì o fu deposto, nel 348 fu ordinato Vescovo da Acacio, influente metropolita di Cesarea di Palestina, filoariano, convinto di avere in lui un alleato. Fu, perciò, sospettato di avere ottenuto la nomina episcopale mediante concessioni all’arianesimo.

In realtà, ben presto Cirillo venne in urto con Acacio non solo sul terreno dottrinale, ma anche su quello giurisdizionale, perché Cirillo rivendicava l’autonomia della propria sede rispetto a quella metropolitana di Cesarea. Nel giro di una ventina d’anni, Cirillo conobbe tre esili: il primo nel 357, previa deposizione da parte di un Sinodo di Gerusalemme, seguito nel 360 da un secondo esilio ad opera di Acacio, e infine da un terzo, il più lungo – durò undici anni – nel 367 per iniziativa dell’imperatore filoariano Valente. Solo nel 378, dopo la morte dell’imperatore, Cirillo poté riprendere definitivo possesso della sua sede, riportando tra i fedeli l’unità e la pace.

In favore della sua ortodossia, messa in dubbio da alcune fonti coeve, militano altre fonti ugualmente antiche. Tra di esse, la più autorevole è la lettera sinodale del 382, dopo il secondo Concilio ecumenico di Costantinopoli (381), al quale Cirillo aveva partecipato con un ruolo qualificato. In tale lettera, inviata al Pontefice romano, i Vescovi orientali riconoscono ufficialmente la più assoluta ortodossia di Cirillo, la legittimità della sua ordinazione episcopale e i meriti del suo servizio pastorale, che la morte concluderà nel 387.

venerdì 17 marzo 2023

Marco, Capitolo 1, Versetti 40-45

E venne a lui un lebbroso pregandolo, e in ginocchio e gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Gesù avendo pietà di lui, stese la sua mano, e toccandolo gli disse: Lo voglio, sii mondato. E avendo detto ciò, subito la lebbra lo lasciò e fu guarito. E ammonendolo severamente lo rimandò e gli disse: Vedi di non dirlo a nessuno, ma va, e mostrati al principe dei sacerdoti, e offri per la tua purificazione ciò che Mosè ha ordinato a testimonianza per loro. Ma quello, uscito, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori in luoghi deserti, e accorrevano a lui da ogni parte.

Agostino: Di questo lebbroso mondato Marco ricorda cose tali da farlo identificare con quello che Matteo dice fu mondato quando il Signore discese dopo il discorso della montagna. E poiché il Signore dice (Mt, 17): «Non sono venuto ad abolire la la legge, ma a portarla a compimento», colui che ha escluso dalla legge, pensando che sarebbe stato guarito dal potere del Signore, indicò che la grazia che poteva lavare la macchia del lebbroso non veniva dalla legge, ma da sopra la legge. In verità, come nel Signore viene dichiarata l'autorità del potere, così in lui la costanza della fede; segue infatti: e in ginocchio e gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Si gettò con la faccia a terra, il che è segno di umiltà e pudore, affinché ciascuno si vergogni delle macchie della sua vita, ma la vergogna non impedì la confessione: mostra la ferita e chiede il rimedio; e la stessa confessione è piena di religione e di fede: infatti attribuisce il potere alla volontà del Signore.

Beda: Lo toccò anche per provare che non poteva essere contaminato colui che liberava gli altri. Inoltre è mirabile il fatto che egli lo guarì nel modo in cui era stato pregato. Se vuoi, aveva detto il lebbroso, puoi mondarmi; egli disse: lo voglio, e qui hai la volontà; sii mondato, e qui hai l'effetto della pietà.

Crisostomo: I Salvatore manda costui dal sacerdote per la prova della guarigione, e affinché questa non avvenisse al di fuori del tempio, ma venisse computata nella preghiera con il popolo. Lo manda anche per adempiere la legge, e così chiudere la bocca malevola dei Giudei. Così compì l'opera lasciandone ad essi la prova. Beda: Affinché cioè il sacerdote comprendesse che egli era stato guarito non nell'ordine della legge, ma per la grazia di Dio al di sopra della legge.

giovedì 16 marzo 2023

Video - Gli Antipapi Medievali

La storia della Chiesa si è sempre concentrata sul ruolo e sulle azioni del pontefice, il Vicario di Cristo in terra. In realtà, questi duemila anni hanno visto emergere accanto a quella del papa, numerose altre figure che a loro modo si sono ritagliate una parte da protagoniste nelle complesse vicende che caratterizzano il papato: cardinali, vescovi, santi, eretici e persino "antipapi". Ne parlano Paolo Mieli e il professor Tommaso Di Carpegna in questa puntata di "Passato e Presente". L'antipapa, eletto al soglio di Pietro in modo non canonico, determina un vero e proprio scisma tra i fedeli. Definito invasor, schismaticus e antichristus, è l'antagonista del legittimo pontefice cui si oppone per motivi dottrinali, ideologici o politici, sorretto da famiglie aristocratiche o da sovrani e imperatori che se ne servono come una mera pedina del potere laico. Tra l'età tardoantica e quella medievale, si contano circa quaranta antipapi, tutti assai diversi tra loro: a partire da Natalio, vissuto nel 200 d.C., per finire con Felice V, duca di Savoia, nel 1439.

 

https://www.raiplay.it/video/2022/02/Passato-e-Presente---Gli-antipapi-medievali---14022022-8f9e130d-8760-4d38-b950-5d74e95a7d52.html

mercoledì 15 marzo 2023

Beati Monaldo da Ancona, Francesco da Petriolo e Antonio Cantoni da Milano

Inviati come missionari nell’Armenia,i tre francescanierano soliti parlare alla folla, radunata alla presenza del cadí, il venerdìdi ogni settimana, testimoniando la divinità di Cristo e confutando gli errori di Maometto, suscitando le ire dei religiosi locali. Il 15 marzo 1314 furono arrestati e condotti nella pubblica piazza della città dove confessarono ancora davanti al tribunale la loro fede in Cristo. I mussulmani allora si scagliarono contro di loro con le spade, ferendoli gravemente; amputarono loro gli arti, mentre essi nei tormenti raccomandavano le loro anime a Dio. Furono alfine decapitati e i loro corpi furono gettati in aperta campagna, perché fossero divorati dalle belve. Un sacerdote armeno, con l’aiuto di alcuni cristiani e a sue spese, riuscìa raccogliere i resti delle vittime e a dar loro un’onorata sepoltura. Sulla loro tomba un cieco riacquistò la vista. La domenica del Buon Pastore, il 28 aprile dello stesso anno, si fece la traslazione delle reliquie. La venerazione degli Armeni verso questi servi diDio era tanta che il patriarca li canonizzò iscrivendoli nel catalogo dei santi armeni e imponendo il digiuno nella vigilia del martirio.

Video - San Longino e il Miracolo Eucaristico di Lanciano

Si dice che in Abruzzo sia nato Longino, il centurione che trafisse il costato di Gesù sulla croce. Scopriamo anche la reliquia più antica del miracolo del corpo e del sangue di Cristo a Lanciano.

 

https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/freedomoltreilconfine/il-miracolo-del-corpo-e-del-sangue-di-cristo_F311738301003C07

Santa Leocrizia (Lucrezia) di Cordova

Discendente da una nobile famiglia musulmana di Cordova, in Spagna, morì decapitata per essersi rifiutata di rinnegare la Fede.

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santa Leocrizia, vergine e martire, che, nata da famiglia mora, progredì di nascosto nella fede di Cristo e, arrestata in casa insieme a sant’Eulogio, fu decapitata quattro giorni dopo il martirio di lui, passando così alla gloria eterna.

Beato Pio Conde Conde


Pio Conde Conde nacque a Portela, provincia di Orense, il 4 gennaio 1887 e fu battezzato il giorno dopo. Fece il Noviziato a Sarrià-Barcellona ed emise la professione religiosa il 3 febbraio 1906. Ricevuta l'ordinazione sacerdotale, ebbe un vasto campo di apostolato nei collegi di Sarrià, Madrid, Valenza, Béjar, Salamanca e Santander, dove fu Direttore. Si distinse nell'osservanza dei suoi doveri.

Scoppiata la rivoluzione, a Madrid fu vittima più volte dei miliziani per la sua condizione di sacerdote, fino allo spargimento di sangue. Imprigionato da ultimo il 15 marzo del 1937, fu destinato al tribunale di Valenza, ma durante il viaggio venne assassinato.

Beatificato il 28 ottobre 2007.

lunedì 13 marzo 2023

San Salomone di Cordova

Martirologio Romano: A Córdova nell’Andalusia in Spagna, passione dei santi Ruderico, sacerdote, e Salomone, martiri: il primo, rifiutatosi di credere che Maometto fosse vero profeta inviato dall’Onnipotente, fu gettato in carcere, dove incontrò Salomone, che in precedenza aveva per qualche tempo aderito alla religione maomettana, e insieme portarono gloriosamente a termine la loro prova con la decapitazione.

S. Eulogio è il più importante dei "Martiri di Cordoba" e Rodrigo e Salomone ne sono tra i più caratteristici. Questi tre e molti altri santi testimoniarono Cristo col sacrificio supremo a Cordoba, l'importante città andalusa che diede i natali a Seneca, Lucano, Averroè, Góngora, Pablo de Cespedes ecc. Strappata ai Visigoti dagli Arabi nel 771, la città raggiunse il suo apogeo culturale nel sec. X, prima di essere "riconquistata" nel 1236 da Ferdinando III di Castiglia.
I musulmani non si mostrarono sempre feroci persecutori dei cristiani, cui talvolta si limitavano ad imporre di non testimoniare pubblicamente la loro fede e soprattutto di versare un cospicuo tributo periodico: se ciò provocava lo spirito d'indipendenza e di autonomia della popolazione, i cristiani, soprattutto i più sensibili, non potevano certo tollerare una specie di ibernazione religiosa. Di qui sporadiche reazioni alla dominazione musulmana, che venivano soffocate con altrettanto sporadiche persecuzioni. Appunto di una di queste reazioni furono protagonisti Rodrigo, Salomone ed Eulogio.
Quasi nulla sappiamo di Salomone, prima della prigionia che egli dovette subire con Rodrigo e che si concluse col martirio per sgozzamento il 13 marzo 857. 

sabato 11 marzo 2023

Beato Mattia (Pal) Prennushi

Padre Mati Prennushi, al secolo Pal, nativo di Scutari, fu dall’infanzia allievo dei Frati Minori ed entrò nel loro Ordine. Partecipò alle lotte per l’indipendenza dell’Albania e per due volte rischiò la condanna a morte, sotto dominatori diversi. Fu padre provinciale dal 1943 al 1946, anno della sua morte, avvenuta dopo il suo ultimo arresto, offerta in sacrificio per il bene della sua patria. Venne fucilato a Scutari l’11 marzo 1948, insieme al confratello Cyprian Nika e al vescovo Frano Gjini. Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi, di cui fanno parte altri cinque frati e un vescovo francescani, è stato beatificato il 5 novembre 2016 a Scutari.

Beato Francesco Gjini

Monsignor Frano Gjini, vescovo-abate di Sant’Alessandro a Orosh, nel distretto di Mirdita, esercitò il ministero episcopale impegnandosi a correggere le antiche usanze popolari che confliggevano con l’insegnamento della Chiesa. Convocato dal dittatore Enver Hoxha, rifiutò di essere a capo di un’ipotetica Chiesa di Stato, affermando con coraggio che mai avrebbe separato il suo gregge dalla Santa Sede. Fu condannato a morte l’8 gennaio 1948 e fucilato l’11 marzo seguente insieme ai padri francescani Cyprian Nika e Mati Prennushi. Inseriti tutti e tre nel gruppo dei 38 martiri uccisi in Albania durante il regime comunista, sono stati beatificati a Scutari il 5 novembre 2016.

Beato Cipriano (Dedë) Nika


Padre Cyprian Nika, al secolo Dedë, francescano albanese, fu padre provinciale della provincia d’Albania e padre guardiano del convento di Scutari. Arrestato dalla polizia segreta comunista col pretesto di aver collaborato all’occultamento di un deposito di armi dietro l’altare di una chiesa, venne a lungo torturato, anche se cercava, sulla base di argomentazioni filosofiche, di condurre i suoi persecutori a credere in Dio. Venne fucilato a Scutari l’11 marzo 1948, insieme al confratello Mati Prennushi e al vescovo Frano Gjini. Compresi tutti e tre nell’elenco dei 38 martiri albanesi, di cui fanno parte altri cinque frati e un vescovo francescani, è stato beatificato il 5 novembre 2016 a Scutari.

venerdì 10 marzo 2023

Beato Elia del Soccorso (Mateo Elías Nieves del Castillo)

Mateo Elías Nieves del Castillo nacque da una famiglia di modesti contadini a San Pedro de Yuriria, presso Guanajuato in Messico, il 21 settembre 1882. Rimasto orfano di padre, dovette lavorare duramente per aiutare la famiglia. Nel 1903 poté entrare nel seminario agostiniano, assumendo con la professione religiosa il nome di Elia del Soccorso, in onore della Madonna del Soccorso. Venne ordinato sacerdote il 19 aprile 1916. Fu nominato parroco de La Cañada, mentre il Messico stava per essere sconvolto da una persecuzione religiosa. Quando il governo, per combattere la Chiesa, ordinò ai sacerdoti di abbandonare le zone rurali e ritirarsi nelle città, padre Elia rimase nascosto in una grotta della zona, per non abbandonare i suoi fedeli, prodigandosi nell’aiutarli spiritualmente e materialmente. Scoperto e catturato dai soldati governativi, venne fucilato in località La Cañada de Caracheo, nei pressi di Cortázar, il 10 marzo 1928, dopo aver benedetto il plotone e distribuito ai soldati le cose personali che portava con sé. È stato beatificato il 12 ottobre 1997.

Martirologio Romano: Vicino alla città di Cortázar in Messico, beato Elia del Soccorso (Matteo Elia) Nieves del Castillo, sacerdote dell’Ordine dei Frati di Sant’Agostino e martire, che, mentre infuriava la persecuzione, fu arrestato perché esercitava di nascosto il suo ministero e morì fucilato in odio al sacerdozio.

giovedì 9 marzo 2023

Beato Antonio Zogaj

Anton Zogaj nacque il 26 luglio 1908 a Khtellë in Albania, precisamente nel distretto di Mirdita, ma crebbe nel territorio dell’attuale Kosovo. Studiò al Pontificio Seminario di Scutari e proseguì la formazione in Austria.
Al momento della presa di potere da parte del partito comunista, era parroco della cattedrale di Durazzo e segretario dell’arcivescovo, monsignor Vinçenc Prennushi.
Fu arrestato nel 1945 e, come accaduto anche ad altri, venne torturato quasi a morte. Il suo ultimo desiderio, ossia che almeno i bottoni della sua talare venissero conservati, venne realizzato proprio dal suo vescovo, che era detenuto con lui: riuscì a farli uscire dalla prigione. Il segretario venne quindi fucilato presso il porto romano di Durazzo, in località Spitalla, il 9 marzo 1948.

Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi capeggiati da monsignor Vinçenc Prennushi, don Anton Zogaj è stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016. Dello stesso gruppo fanno parte altri diciannove sacerdoti diocesani.


Autore:
Emilia Flocchini

martedì 7 marzo 2023

Film - La Fontana della Vergine (1960)

Nella Svezia medievale, ancora divisa tra cristianesimo e sostrato pagano, il possidente Töre e sua moglie Märeta invitano la figlia Karin, ancora vergine, a eseguire un rito attraversando il bosco a cavallo per portare delle candele alla Madonna in un giorno di festa. La giovane è accompagnata dalla serva di casa Ingeri, che ha subito violenza ed è rimasta incinta, e per questo è trattata con disprezzo dalla comunità. Covando rancore e invidia per Karin, Ingeri ha eseguito un rito pagano contro di lei invocando il dio Odino. Durante il viaggio Karin viene effettivamente violentata e uccisa da alcuni pastori, che successivamente si presentano a casa dei genitori di lei chiedendo ospitalità… 


ANNO 1960

PAESE 



REGIA Ingmar Bergman

ATTORI Allan Edwall, Axel Düberg, Axel Slangus,  Max von Sydow, Birgitta Pettersson

 

Beato Maisam Pho Inpèng

Maisam Pho Inpèng, appartenente all’etnia kmhmu’, ricevette il Battesimo con sua moglie nel villaggio dove si erano rifugiati in seguito all’attacco delle truppe comuniste. Grazie alla sua istruzione e all’influenza che ne derivava, venne eletto responsabile laico della piccola comunità cristiana di Houey Phong, composta in prevalenza di catecumeni. Il 7 marzo 1970, mentre era insieme al catechista Luc Sy e al diacono Louis-Marie Ling, cadde in un’imboscata: morì insieme all’altro catechista per aver ricevuto in piena fronte la pallottola destinata al diacono. Luc Sy e Maisam Pho Inpèng sono stati beatificati l’11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos, insieme ad altri quindici tra sacerdoti e laici.

Beato Emanuele Vílchez Montalvo

Manuel Vilchez Montalvo nacque a Moreda presso Granada il 5 giugno 1889. Studiò nel Seminario di Guadix, ma dal quinto anno di Teologia in poi fu allievo del Seminario di San Cecilio a Granada. Venne ordinato sacerdote a Granada il 6 giugno 1914, ma incardinato nella diocesi di Guadix. Era parroco a Iznalloz quando, il 29 aprile, la chiesa dove si trovava venne incendiata. Espulso dalla parrocchia, si recò a Granada, ma poco prima del 18 luglio, quando scoppiò la guerra civile spagnola, si trovava già a Moreda, perché sperava di essere più al sicuro. Visse nascosto in casa di vari amici e parenti, finché, per evitare che i suoi ospiti corressero rischi a causa sua, non decise d’intraprendere un rischioso viaggio attraverso la Sierra Nevada, per tornare a Granada. Non arrivò mai a destinazione: morì il 7 marzo 1937. Fu incluso in un gruppo di sedici martiri della diocesi di Granada, beatificati nella cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione a Granada il 26 febbraio 2022, sotto il pontificato di papa Francesco.

Beato Leonida Fedorov

Nacque il 4 novembre 1879 a San Pietroburgo da una famiglia ortodossa russa. Nel 1902 lasciò il seminario ortodosso e fece un viaggio a Roma, dove si convertì al cattolicesimo. Terminati gli studi, il 25 marzo 1911 ricevette l'ordinazione presbiterale in Bosnia come greco-cattolico, cioè di rito bizantino. Due anni dopo divenne monaco nel monastero di San Teodoro lo Studita. Tornato a San Pietroburgo venne deportato in Siberia, ma già nel 1917 fu liberato e ricevette la nomina ad Esarca dei Cattolici russi di rito bizantino. Nel 1923 fu arrestato una seconda volta e condannato a dieci anni di prigionia e inviato alle isole Solovky sul Mar Bianco ed a Vladka. Fu pioniere dell'ecumenismo insieme con gli ortodossi con i quali condivise la dura prigionia. Morì il 7 marzo 1935 presso Kirov. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 27 giugno 2001, insieme ad altre 24 ucraini vittime del regime sovietico, primo beato russo dei tempi moderni. (Avvenire)

Martirologio Romano: Nella città di Kirov in Russia, beato Leonida Fëdorov, vescovo e martire, che ricoprì l’incarico di esarca apostolico dei cattolici Russi di Rito bizantino e, sotto un regime ostile alla religione, meritò di essere discepolo fedele di Cristo fino alla morte.

domenica 5 marzo 2023

Beato Lazzaro Shantoja

Lazër Shantoja, sacerdote della diocesi di Scutari, s’impegnò nel ministero sacerdotale prima in un paese di montagna, poi come segretario dell’arcivescovo di Scutari. Dotato di un animo sensibile, lo espresse nello studio del pianoforte, nella traduzione di poeti stranieri e in sue composizioni personali. Esule in Svizzera negli anni del governo di re Zog I, sentì una forte nostalgia del suo Paese, dove tornò dopo oltre quindici anni. Inviso al nuovo regime comunista, venne torturato e infine, il 5 marzo 1945, ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Inserito nel gruppo dei 38 martiri uccisi in Albania durante il regime comunista, è stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016.

sabato 4 marzo 2023

Beato Daniele Dajani

Daniel Dajani, allievo del Seminario di Scutari dall’adolescenza, entrò ventenne nella Compagnia di Gesù. Si dedicò in particolare all’insegnamento in Seminario e all’istruzione religiosa degli abitanti dei paesi in montagna. Il 31 dicembre 1945 venne arrestato dalla polizia del regime comunista albanese insieme al confratello padre Giovanni Fausti; sottoposto a torture, non perse mai la calma e la fede. A seguito di un processo-farsa, venne condannato a morte insieme al confratello padre Giovanni Fausti, al francescano GjonShllaku, al seminarista Mark Çuni e ai laici GjeloshLulashi eQerimSadiku: la sentenza fu eseguita il 4 marzo 1946,presso il cimitero cattolico di Scutari. Insieme ai suoi compagni di martirio, è stato incluso nell’elenco dei 38 martiri albanesi beatificati il 5 novembre 2016 a Scutari.

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