Le fonti relative alla vita di San Bernolfo, presunto vescovo della
diocesi piemontese di Mondovì, sono assai scarse e sono principalmente
di carattere cultuale. Nel 1514, durante la consacrazione dell’altare
maggiore della cattedrale, il vescovo Lorenzo Fieschi ricordava di aver
ivi collocato le reliquie di San Donato, cui l’edificio era dedicato, e
di San Bernolfo martire.
La tradizione che sembra essere scaturita
da questa deposizione, fece del santo un vescovo della città, ucciso nel
corso di una delle tante scorrerie saracene avvenute nel Piemonte sud
occidentale nel corso del IX - X secolo. Il culto che venne riservato a
questo sconosciuto santo, era incentrato in una cappella eretta in
località Priola, nei presi della casina Saracina, non lontano da
Mondovì. Tale edificio, eretto sul presunto luogo del martirio di
Bernolfo, conteneva una pittura, forse del XIII secolo, che ne
raffigurava la morte per scorticamento e vi era anche venerata una
statua lignea che lo ritraeva con paramenti vescovili.
Nella
cattedrale più non esiste la cappella che una nobile famiglia
monregalese aveva fatto edificare in suo onore e l’unica testimonianza
di un culto verso il santo è costituita da un reliquiario in argento che
ne conserverebbe il capo.
Sulla base di queste scarse notizie non è
facile ricostruire la vera identità di Bernolfo, né stabilire con
maggior precisione l’epoca e le circostanze del suo eventuale martirio.
Forse egli fu un cristiano che subì persecuzioni o venne ucciso durante
la dominazione saracena, la cui memoria venne successivamente codificata
all’interno della ricordata identificazione con un presule locale. Si
potrebbe anche ritenere che Bernolfo sia stato un martire di qualche
altra sconosciuta località italiana, le cui reliquie, come avvenne, nel
1488, per il patrono San Donato vescovo e martire di Arezzo, furono
traslate a Mondovì.
La sua festa liturgica è celebrata il 24 marzo.
Autore: Damiano Pomi
Nessun commento:
Posta un commento