Avete anche udito che fu detto agli antichi: <<Non spergiurare,
ma renderai al Signore i tuoi giuramenti>>. Ma io vi dico di non giurate
affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è
lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran re;
non giurerai nemmeno per la tua testa, poiché non puoi un solo capello bianco o
nero. Sia invece il vostro parlare: sì, sì; no, no; ciò che è di più è dal
male.
Glossa: Prima il Signore aveva insegnato che non bisogna
recare ingiuria al prossimo, proibendo l’ira con l’omicidio, la concupiscenza
con l’adulterio e il ripudio della moglie con il libello di ripudio; ora
conseguentemente insegna che bisogna astenersi dall’ingiuria contro Dio, quando
proibisce non solo lo spergiuro in quanto cattivo, ma anche il giuramento in
quanto occasione di male.
Girolamo: Ciò era stato concesso per legge come a dei
bambini, affinché come immolavano vittime a Dio per non immolare agli idoli,
così veniva loro permesso di giurare per Dio non perché ciò fosse un bene, ma
perché era meglio fare questa offerta a Dio piuttosto che ai demoni.
Girolamo: Considera che qui il Signore non ha proibito di
giurare per Dio, ma per il cielo, per la terra e per Gerusalemme e per la tua
testa: infatti i Giudei ebbero sempre questa pessima abitudini di giurare per
gli elementi. Chi giura, o venera, o cura ciò per cui giura; ora, i Giudei, giurando
per gli Angeli e per la città di Gerusalemme e per il tempio e per gli
elementi, veneravano le creature con l’onore di Dio, mentre nella legge era
prescritto di non giurare se non per il Signore Dio nostro.
Ilario: Non c’è alcun bisogno di giuramento per coloro che
vivono nella semplicità della fede, poiché con essi sempre ciò che è è, e ciò
che non è non è; e cosi tutto in essi, parola e azione, è nella verità.
Girolamo: La verità evangelica dunque non ha bisogno di
giuramento, poiché ogni discorso del credente vale come un giuramento.
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