Se dunque offri il tuo dono sull'altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualcosa contro di te, lascia il tuo dono davanti all'altare e va’
prima a riconciliarti con il tuo fratello, e poi venendo offrirai il tuo dono.
Agostino: Se non è lecito adirarsi contro il fratello, o
dirgli raca o pazzo, molto meno lo è tenere qualcosa nell’animo, in modo che l’indignazione
diventi odio.
Agostino: Se nostro fratello ha qualcosa cosa di noi se noi
lo abbiamo leso in qualcosa: poiché noi abbiamo qualcosa contro di lui se lui ci
ha leso, e allora non è necessario giungere alla riconciliazione; infatti non
chiederai perdono a chi ti ha fatto un’ingiuria, ma soltanto perdonerai, come
desideri che ti sia perdonato dal Signore ciò che tu hai commesso.
Crisostomo: Vedi poi la misericordia di Dio, come guardi più
all’utilità degli uomini cha al suo onore: infatti ama la concordia dei fedeli
più dei doni; finché infatti gli uomini credenti hanno qualche dissenso, il
loro dono non viene accolto, e la loro preghiera non viene esaudita. Nessuno
infatti fra due nemici può essere amico fidato di entrambi: quindi anche Dio
non vuole essere amico dei credenti finché questi sono nemici fra loro. Anche
noi dunque non manteniamo la fede in Dio se amiamo i suoi nemici e odiamo i
suoi amici. Ora, quale è l’offesa che precede, tale deve seguire la
riconciliazione. Se hai offeso con il pensiero, riconciliati con il pensiero;
se hai offeso con le parole, riconciliati con le parole; se hai offeso con le
opere, riconciliati con le opere. Infatti si fa penitenza di ogni peccato nello
stesso modo in cui è stato commesso.
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