LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

lunedì 13 febbraio 2017

Matteo, Capitolo 5, Versetti 14-16



Voi siete la luce del mondo: una città posta sul monte non può rimanere nascosta, né accendono una lucerna e la pongono sotto il moggio, ma sul lucerniere, affinché illumini tutti quelli che sono nella casa: così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.

Crisostomo: Come i maestri per il buon comportamento sono il sale con cui il popolo è insaporito, così con la parola dell’insegnamento sono la luce con cui gli ignoranti sono illuminati. Ora, la vita buona viene prima del buon insegnamento, e quindi, dopo che ha chiamati gli Apostoli sale, li chiama luce, dicendo: Voi siete la luce del mondo. Oppure perché il sale mantiene la cosa nel suo stato impedendo che si deteriori, mentre la luce conduce al meglio illuminando. Per cui gli Apostoli sono detti prima sale per i Giudei e per il popolo cristiano, da cui Dio è conosciuto e che essi conservano nella conoscenza di Dio, poi luce per le Genti, che conducono alla luce la vera scienza.

Ilario: La natura della luce e di emettere il suo chiarore e di diffonderlo in ogni parte, e quando è diffusa in una casa fa scomparire le tenebre di quella casa. Ora il mondo, posto fuori dalla conoscenza di Dio, era avvolto dalla notte dell’ignoranza, ed è per mezzo degli Apostoli che si trova inondato dalla luce dell’insegnamento, e la conoscenza di Dio risplende; e dai loro piccoli corpi, ovunque essi vadano, la luce è infusa nelle tenebre.

Agostino: Che cosa pensiamo che vogliano dire le parole: e la pongono sotto il moggio? È solamente questo: che non si accende la lampada per nasconderla, oppure il moggio ha un significato in se stesso? Mettere la lampada sotto il moggio non indica forse preferire i vantaggi corporali alla predicazione della verità? Mette allora la lampada sotto il moggio colui che oscura e copre la parola di un buon insegnamento sotto le nubi dei beni temporali. E opportunamente il moggio è qui una figura dei beni temporali, sia perché è una misura, e ciascuno riceverà secondo la misura che gli avranno meritato le sue azioni temporali, sia perché i beni temporali che appartengono al corpo vanno e vengono secondo una certa misura di tempo, il che è significato dal moggio, mentre le cose eterne e spirituali non sono contenute sotto tali limiti.

Nessun commento:

Posta un commento

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online