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mercoledì 28 ottobre 2020

Matteo, Capitolo 26, Versetti 59-68

  

I principi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per consegnarlo alla morte, e non la trovarono, pur essendosi presentati molti falsi testimoni. Ma alla fine vennero due falsi testimoni e dissero: Costui ha detto: Posso distruggere il tempio di Dio e in tre giorni ricostruirlo. Il principe dei sacerdoti alzatosi gli disse: Non rispondi nulla alle cose che questi attestano contro di te? Ma Gesù taceva. Il principe dei sacerdoti gli disse: Ti scongiuro per il Dio vivo che tu ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio. Gli dice Gesù: Tu l'hai detto: anzi io vi dico che d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo che siede alla destra della potenza di Dio e che viene sulle nubi del cielo. Allora il principe dei sacerdoti si strappò le vesti dicendo: Ha bestemmiato: che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia: che ve ne pare? Quelli rispondendo dissero: E' reo di morte. Allora gli sputarono in faccia e gli diedero dei pugni, altri invece lo schiaffeggiarono dicendo: Indovina, Cristo, chi è che ti ha percosso?

Origene: Le false testimonianze hanno luogo quando sono presentate con un certo colore. Però nessun colore si trovava nelle menzogne che proferivano contro Gesù, benché fossero molti coloro che volevano ingraziarsi i principi dei sacerdoti; e da ciò risulta una grande gloria per Gesù, che tanto irreprensibilmente parlò e operò dappertutto che neanche gli uomini più cattivi e astuti poterono trovare alcuna apparenza di una cosa degna di riprensione.

Girolamo: Come possono essere falsi testimoni se dicono quelle stesse cose che leggiamo che disse il Signore? Ma è falso il testimone che non dà a ciò che è detto il suo vero senso. Il Signore infatti aveva parlato del tempio del suo corpo, però essi nelle loro stesse parole lo calunniano aggiungendo ogni tanto qualcosa perché risulti giustificata l'accusa. Il salvatore aveva detto (Gv 2, 19): «Distruggete questo tempio», ed essi mutano le parole e dicono: Posso distruggere il tempio di Dio. Voi, dice, distrugge, io no, poiché è illecito attentare a noi stessi. Poi essi cambiano: è in tre giorni ricostruirlo, affinché sembrasse che parlava del tempio giudaico; però il Signore, per manifestare che parlava del tempio vivo e animato, aveva detto: «E io in tre giorni lo risusciterò».  Altro è riedificare, altro è risuscitare.

Ma Gesù taceva. Girolamo: Sapeva infatti, essendo Dio, che tutto ciò che avrebbe detto l'avrebbe volto a calunnia. Quanto più dunque Gesù taceva di fronte ai falsi testimoni indegni di una sua risposta, e agli empi sacerdoti, tanto più il pontefice vinto dal furore lo provoca a una risposta, in modo da prendere motivo di accusa da qualsiasi occasione del discorso.

Allora il principe dei sacerdoti si strappò le vesti dicendo: Ha bestemmiato. Girolamo: Il fatto di strappare le sue vesti dimostrò che i Giudei avevano perso la loro dignità sacerdotale, e che era vacante la sede del pontefice. Infatti con lo strappare delle vesti ruppe il velo della legge con cui si copriva.

Origene: Quanto credi che fu grande l'errore di condannare a morte la stessa vita principale fra tutte le vite, e non badare alla testimonianza di tanti risuscitati dalla fonte dalla quale fluiva la vita di tutti?

Crisostomo: Considera come l'Evangelista con somma diligenza espone quelle cose che apparivano degne della massima riprovazione, non nascondendo i coprendo nulla, ma ritenendo la massima gloria che il dominatore di tutto il mondo sostenesse per noi tali cose. Leggiamo questo continuamente, scriviamolo nella nostra mente e gloriamoci in queste cose.

Agostino: Ciò che poi è detto: gli sputarono in faccia, significava quelli che respingono la presenza della grazia. Parimenti è come se gli dessero dei pugni coloro che antepongono a lui i loro onori; gli danno schiaffi in faccia coloro che accecati dalla perfidia affermano che egli non è venuto, come volendo sterminare e rifiutare la sua presenza.

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