Udite un'altra parabola: C'era un padrone, che piantò una vigna e la
circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, la affidò a
dei vignaioli e se ne andò. Essendosi avvicinato il tempo dei frutti mandò i
suoi servi ai vignaioli a ritirare i frutti. E i vignaioli, presi i suoi servi,
uno lo bastonarono, uno lo uccisero, un altro lo lapidarono. Di nuovo mandò
altri servi più numerosi dei primi, e fecero loro la stessa cosa. Da ultimo
mandò loro suo figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio. Ma i vignaioli
vedendo il figlio dissero tra di loro: Questi è l'erede, venite, uccidiamolo e
avremo la sua l'eredità. E presolo lo gettarono fuori della vigna e lo
uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna, che cosa farà a quei vignaioli?
Gli dicono: Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri
vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo. Dice loro Gesù: Non avete
mai letto nelle Scritture: «La
pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d'angolo; dal
Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri»? Per questo vi
dico che sarà tolto a voi il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà
fruttificare. E chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato, e se essa cadrà
su qualcuno, lo stritolerà.
Origene: Il padrone è Dio, che è chiamato uomo in qualche
parabola, come un padre parla col suo figlio piccolo infantilmente, in modo che
lo possa intendere e lo istruisca. Crisostomo:
Si chiama uomo per il nome e non per la natura, per somiglianza e non per
verità, poiché, sapendo il Figlio che per chiamarsi con un nome umano aveva da
essere bestemmiato come uomo puro, chiamò uomo anche Dio Padre invisibile, che,
pur essendo signore degli Angeli e degli uomini per natura, è suo Padre per
Grazia.
Crisostomo: […] Come il colono che compie il suo dovere non
sarà gradito al suo padrone se non gli consegna le rendite della vigna, così il
sacerdote non è gradito al Signore tanto per la sua santità quanto per il suo
insegnamento al popolo di Dio attraverso la pratica della virtù. Infatti la sua
santità è unica, e quella del popolo è molteplice.
Origene: […] Nel Vangelo, forse, si intende per vigna il
regno di Dio, cioè la dottrina che si trova nelle Sacre Scritture, e la via
irreprensibile degli uomini è il frutto di questa vigna. La lettera della
Scrittura è posta come steccato attorno alla vigna, perché coloro che sono
fuori non vedano i frutti che sono nascosti in essa. La profondità della parola
divina è il timo della vigna, nel quale coloro che appresero la parola di Dio
spargono il proprio sapere come frutti. E la torre edificata è la parola che
parla dello stesso Dio e delle misericordie di Gesù Cristo. Offrì questa vigna
ai suoi coloni, cioè coloro che vissero prima di noi, tanto sacerdoti come
secolari; e se ne andò lontano per dare ai coloni occasione di lavorare. Si
avvicina il tempo dei frutti, tanto per ognuno in particolare quanto per tutto il
popolo in generale. Il primo tempo della vita è l’infanzia, e allora niente
produce la vigna, se non avendo in sé la forza vitale; quando comincia a poter
parlare è il tempo della generazione. Tutto ciò che progredisce nell’anima del
bambino progredisce anche nella vigna, cioè la parola di Dio; e, dopo che è
cresciuta, la vigna produce il maturo frutto della carità, della gioia e della
pace e di altre cose per il suo modo di fare. E per il popolo che ricevette la
legge per mezzo di Mosè si avvicina il tempo in cui qualche volta dà frutto.
Crisostomo: Chiama servi i profeti, che quali sacerdoti del
Signore offrono i frutti del popolo, e fanno ostentazione della sua obbedienza
per mezzo delle opere. Questi non solo furono cattivi per il fatto di non dare
frutto, ma indignandosi contro coloro che vennero a chiederlo macchiarono le
proprie mani con il loro sangue. Per questo segue: Ma i vignaioli, presi i suoi
servi, uno lo uccisero, l’altro lo lapidarono.
Crisostomo: Il padrone da ultimo inviò suo figlio non per
trarne la sentenza del castigo verso i colpevoli, ma offrendo loro il perdono
per mezzo della penitenza. Ossia lo inviò per confonderli, non per castigarli.
Origene: Quando si dice: Avranno
rispetto per mio figlio, sembra che si compia in quei Giudei che conoscendo
Gesù Cristo credettero in lui. Al contrario ciò che segue: Ma i vignaioli vedendo il figlio dissero tra di loro: Questi è l'erede,
venite, uccidiamolo, sembra che si compì in coloro che, avendo visto Gesù
Cristo e conoscendo che era Figlio di Dio, tuttavia lo crocifissero.
Crisostomo: Alcuni dicono che dopo l’incarnazione Cristo fu
chiamato Figlio di Dio a causa del battesimo, come succede agli altri
cristiani. Ma il Signore li confuta in questo passo dove si dice: invierò mio
Figlio. Quando dunque ancora pensava di mandare suo figlio dopo i Profeti, già
era Figlio: se dunque è detto Figlio allo stesso modo degli altri santi
raggiunti dalla parola di Dio, doveva chiamare anche i Profeti figli come Gesù
Cristo, oppure dire che Gesù Cristo era servo come gli altri Profeti. Rabano: Dopo ciò che dicono: Questi è l’erede, il Signore mostra
chiaramente che i principi dei Giudei non crocifissero il Figlio di Dio per
ignoranza, ma per invidia. Compresero pertanto che egli era colui a cui il
Padre dice per mezzo del Profeta (Sal
2, 8): «Chiedi, e ti darò le genti come tua eredità». L’eredità del Figlio è la
santa Chiesa che fu formata da tutti i Gentili, quella che il Padre gli lasciò
non perché il Padre fosse morto, ma perché il Figlio la acquisì in un modo ammirevole
per mezzo della sua morte.
Crisostomo: Tuttavia, dopo che entrò nel tempio e gettò
fuori coloro che vendevano animali destinati ai sacrifici, allora fu quando
pensarono di ucciderlo, per cui dicono: venite,
uccidiamolo. Dicevano infatti tra sé: il popolo lascerà il costume di
offrire sacrifici a causa della predicazione di costui, e i sacrifici del
popolo costituiscono il nostro guadagno, e si dedicherà a offrire il sacrificio
della santità che interessa la gloria di Dio. In questo caso questo popolo ormai
non sarà più nostro, ma di Dio. Ma se lo uccidiamo, dato che non ci sarà da
parte del popolo il frutto della santità, durerà per sempre il costume di
offrire sacrifici, e il popolo sarà nostra dotazione costante. A ciò si
riferisce quanto segue: e l’eredità sarà
nostra. Questo è il pensiero generale di tutti i sacerdoti carnali, che non
si preoccupano di come potrà vivere il popolo senza peccare, ma si fissano solo
in ciò che si offre nella Chiesa, considerando questo come guadagno del proprio
sacerdozio.
Girolamo: Chi è peccatore e tuttavia crede in lui cade in
verità su questa pietra e si spezza; però non è totalmente sminuzzato, ma lo si
aspetta ancora per mezzo della pazienza per ottenere la sua salvezza. Però
colui sopra il quale la pietra cadrà è colui che la pietra schiaccia, e colui
che di cuore ha negato Gesù Cristo sarà spezzato in tal modo che non rimarrà di
lui una sola tegola in cui possa bersi un poco di acqua.
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