Non giudicate, e non sarete giudicati: con quel giudizio infatti con
cui giudicherete sarete giudicati, e con la stessa misura con cui misurerete
sarete misurati.
Crisostomo: Se proibisce di giudicare, come mai Paolo
giudica Corinto colpevole di fornicazione, e Pietro accusa Anania e Saffira di
menzogna? Ma alcuni spiegano questo passo nel senso che il Signore, con questo
comando, non proibisce che i cristiani rimproverino gli altri per la
benevolenza, ma che per la presunzione della loro giustizia i cristiani
disprezzino i cristiani, odiando e disprezzando gli altri il più delle volte
per soli sospetti, e mettendo in atto il loro odio sotto l’aspetto della pietà.
Crisostomo: Per cui non ha detto: non far cessare colui che
pecca, ma non giudicare, cioè non diventare un giudice amaro; correggi dunque
non come un nemico che cerca la vendetta, ma come il medico che stabilisce la
medicina.
Ilario: Ci impedisce di giudicare i disegni di Dio, poiché, avendo
ogni giudizio umano delle basi incerte, il giudizio su Dio è pieno di dubbi.
Egli vuole allontanare completamente da noi questa incertezza, per abbondonarci
alla certezza della fede. Giudicare male in un’altra materia è una cosa
cattiva, ma in ciò che riguarda Dio, è l’inizio di una colpa.
Agostino: Io non penso che ci sia ordinato altro in questa
materia se non giudicare in bene ciò che è dubbio. Dio ci permette di giudicare
ciò che non può partire da un’anima buona, come le bestemmie, gli oltraggia la
pudore e altre cose simili. Quanto ai fatti dubbi che possono derivare da un’anima
buona o cattiva, è temerario giudicarli, soprattutto per condannarli. Ci sono
due cose da cui noi dobbiamo guardarci da ogni giudizio temerario: le azioni di
cui l’intenzione è dubbia, e ciò che diverrà in avvenire una persona che ora ci
sembra buona o cattiva. Non riprendiamo dunque ciò che ignoriamo con quale
animo sia stato fatto, né riprendiamo ciò che è manifesto in modo da
disprezzare la salvezza.
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