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domenica 1 gennaio 2023

Beato Luigi Grozde

Porta su di sé, come marchio indelebile, la vergogna di essere figlio illegittimo. Vergogna che soprattutto è di sua madre, che si rifiuta anche di allevarlo, per non aver sempre davanti agli occhi il ricordo della sua colpa. Se il padre naturale si rifiuta di riconoscerlo come figlio, l’uomo che quattro anni dopo sposa sua madre si rifiuta di accettarlo in casa. Così sono i nonni e una zia a prendersi cura di lui e forse è un bene, perché lo educano alla fede e all’amor di patria, anche se a lui mancherà sempre l’affetto di mamma. Venuto alla luce nel maggio 1923, in Slovenia, cresce in aperta campagna, nel tipico ambiente contadino del tempo, contraddistinto da lavoro duro e tanta povertà. Il bambino, però, eccelle negli studi e sembra quasi che trovi nei suoi successi scolastici la compensazione alla carenza di affetto materno che lo ha fatto sentire sempre inferiore ai suoi compagni.  Fatto sta che gli fanno proseguire gli studi nella capitale, a Lubiana, frequenta il liceo e si diploma a pieni voti, grazie anche ad una benefattrice che gli paga gli studi e la permanenza al convitto. A 13 anni entra a far parte della Congregazione Mariana, di cui per un periodo sarà pure il presidente, ma per quanto forte non è questa l’esperienza decisiva per far maturare la sua fede. Due anni dopo alcuni compagni di liceo gli fanno conoscere l’Azione Cattolica ed è subito amore a prima vista. È convinto che sia stata proprio la Madonna a fargli la grazia di entrare a far parte di questa associazione: preghiera, incontri formativi, letture, apostolato attivo lo portano in poco tempo a consolidare la sua fede. Diventa il ragazzo della comunione quotidiana, della testimonianza forte, del sorriso limpido; lo studio diventa il suo mezzo per fare apostolato, per avvicinare i compagni, per annunciare la sua fede. “Non voglio essere un uomo mediocre. Un compito tanto bello e così sublime come quello proposto dall’Azione Cattolica vale la pena che sia vissuto a qualsiasi costo”, scrive.

E che non siano semplicemente buoni propositi lo dimostreranno i fatti. In quegli anni pensa anche al sacerdozio, ma gli sembra di poter fare di più e meglio come laico impegnato e coerente. “Il giovane di Azione Cattolica deve essere sempre disposto ai sacrifici, perfino al martirio e alla morte”: parole dal sapore profetico, annotate sul suo diario in tempi non sospetti, quando ancora nulla sembra far prevedere il peggio. Eppure quel ragazzo “come tanti” comincia a diventare “speciale”, allenandosi al sacrificio, prendendosi cura come non mai della sua vita spirituale, votandosi interamente al Regno di Dio: non sa di prepararsi in questo modo a scelte ben più impegnative. Perché in Iugoslavia i tempi si fanno difficili e con il comunismo promosso da Tito si scatena anche una feroce persecuzione contro i cattolici. Per le feste natalizie del 1942 sente forte il desiderio di tornare in famiglia per far visita ai suoi. Durante il viaggio, il 1° gennaio 1943 si ferma al monastero cistercense di Stična per accostarsi alla comunione, che sarà l’ultima della sua vita, perché in quello stesso giorno viene intercettato dai partigiani di Tito e fatto prigioniero con il pesante sospetto di essere il corriere dei militanti anticomunisti. Dalla persecuzione cui è sottoposto, però, saltano fuori soltanto un messalino, un libretto religioso e alcune immaginette. Crudelmente torturato per tutta la notte nel tentativo di fargli rivelare inesistenti complotti e una sua fantomatica attività di spia, viene alla fine ucciso come pericoloso cattolico. Il suo corpo orribilmente seviziato viene ritrovato il 23 febbraio, per caso, da alcuni ragazzini. Dal piccolo cimitero in cui viene sepolto, il ventenne cattolico dal coraggio indomito e dalla fede limpida continua però ad attrarre con la fama popolare del suo martirio, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nello scorso mese di marzo. E domenica scorsa, nella città slovena di Celje, nel contesto del Congresso Eucaristico sloveno, è stato solennemente beatificato Alpjzij (Luigi) Grozde, il ragazzo entusiasta della sua fede e innamorato dell’Eucaristia.

Autore: Gianpiero Pettiti

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