Nel 1905, all'età di trentun anni,
Gilbert Keith Chesterton riunisce in un unico volume gli articoli scritti per
il liberale "Daily News". Nasce così Eretici, in cui il
"principe del paradosso", facendo sfoggio di tutta la sua tagliente
ironia, passa al vaglio le più importanti figure del suo tempo, in particolare
del mondo della letteratura e dell'arte: Rudyard Kipling, Gorge Bernard Shaw,
H. G. Wells, James McNeill Whistler. Ciò che soprattutto gli interessa è però
combattere le "eresie" di cui si fanno banditori o interpreti e che
si riflettono in quelli che l'autore identifica come i grandi mali della
modernità: la cieca fede nel progresso, lo scetticismo, il determinismo, la negazione
dell'esistenza di Dio e dei valori fondamentali del cristianesimo. Frutto di un
sapiente dosaggio di umorismo e buon senso, "Eretici" suscitò le ire
di alcuni critici, perché condannava le filosofie coeve senza fornire
alternative. Lo scrittore inglese decise quindi di replicare qualche anno più
tardi con un altro celebre titolo, Ortodossia, di cui questo resta l'essenziale
premessa.
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