Richiamarsi ai precetti della sapienza cristiana e
conformare profondamente ad essi la vita, i costumi e le istituzioni dei
popoli è cosa che ogni giorno appare sempre più necessaria. Avendoli
messi da parte, ne sono derivati mali così grandi che nessun uomo saggio
può sopportare la presente situazione senza una grave preoccupazione,
né guardare al futuro senza timore.
Si è
realizzato un non comune progresso dei beni che riguardano il corpo e le
cose materiali, ma tutta la natura sensibile, il possesso dell’energia e
dell’agiatezza, se possono generare comodità e aumentare la dolcezza
della vita, non possono soddisfare l’anima che è nata per destini più
grandi e più alti. Contemplare Dio e tendere a Lui è la suprema legge
della vita degli uomini, i quali, creati a immagine e somiglianza
divina, sono fortemente invitati a possedere il loro Creatore.
Ma
non si va a Dio con le tendenze e le esigenze del corpo, bensì con la
conoscenza e l’affetto che sono atti dell’anima. È Dio, infatti, la
prima e suprema verità, e la nostra mente non si pasce che di verità:
alla santità perfetta e al sommo bene può aspirare e accedere soltanto
la nostra volontà sotto la guida della virtù.
Quanto
si dice dei singoli uomini, deve essere riferito anche alla società,
sia domestica, sia civile. La natura infatti non ha creato la società
perché l’uomo la seguisse come un fine, ma affinché in essa e per essa
trovasse gli aiuti adatti alla propria perfezione. Se la società civile
persegue unicamente le comodità esteriori e il culto della vita nel
lusso e nell’abbondanza; se ignora Dio nella vita amministrativa e non
si cura delle leggi morali, essa devìa terribilmente dal suo scopo e da
quanto la natura prescrive, e non può essere considerata società e
comunità di uomini ma una falsa imitazione e parodia di società….
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