Quando poi verrà il Figlio dell'uomo nella sua maestà, e tutti gli angeli
con lui, allora siederà sopra il trono della sua maestà, e si raduneranno davanti
a lui tutte le genti, e separerà gli uni dagli altri come il pastore separa le
pecore dai capri, e stabilirà le pecore a destra, i capri a sinistra. Allora il
re dirà a quelli che sono alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, possedete
il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Ebbi infatti fame, e
mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; ero ospite, e mi avete
accolto; nudo e mi avete vestito; malato e mi avete visitato; ero in carcere, e
siete venuti da me. Allora i giusti gli risponderanno dicendo: Signore, quando
ti abbiamo visto affamato, e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo
dato da bere? Quando ti abbiamo visto ospite e ti abbiamo accolto o nudo e ti
abbiamo vestito? O quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti
a te? E rispondendo il re dirà loro: In verità vi dico, tutte le volte che
avete fatto questo a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l'avete fatto
a me. Allora dirà anche a quelli che sono alla sinistra: Andate via da me,
maledetti, nel fuoco eterno, che è stato preparato per il diavolo e per i suoi
angeli. Ebbi infatti fame, e non mi avete dato da mangiare; ebbi sete, e non mi
avete dato da bere; ero ospite e non mi avete accolto, nudo, e non mi avete
vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Allora risponderanno
anche questi dicendo: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o ospite
o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo servito? Allora rispondendo dirà
loro: In verità vi dico: tutte le volte che non avete fatto queste cose a uno
di questi più piccoli, non l'avete fatto a me.
Crisostomo: Ascoltiamo questa parte sublime del discorso con
la maggiore compunzione, imprimendola profondamente nella nostra anima: infatti
è lo stesso Cristo che la preferisce in modo terribile e chiaro. Non dice, come
nelle parabole precedenti, «il regno dei cieli è simile», ma manifestandosi e
rilevando la sua propria persona dice: Quando
verrà il Figlio dell'uomo nella sua maestà.
Girolamo: Colui che due giorni dopo doveva celebrare la
Pasqua ed essere consegnato allo scherno degli uomini e alla morte di croce,
opportunamente promette il trionfo della sua risurrezione per compensare lo
scandalo con la promessa del premio. E va notato che chi deve essere visto
nella maestà è il Figlio dell'uomo.
Segue: e si raduneranno davanti a lui tutte le genti. Origene: Non intendiamo localmente che si raduneranno
davanti a lui tutte le genti, ma che non saranno più disperse di fronte a lui
in credenze false e molteplici. Infatti la divinità di Cristo diverrà
manifesta, in modo che non solo nessuno dei giusti, ma neppure qualcuno dei
peccatori la ignorerà: infatti il Figlio di Dio non apparirà in qualche luogo e
non in un altro, come egli vuole dimostrare mediante la comparazione della
folgore. Quando dunque gli iniqui non conoscono né se stessi né Cristo, o i
giusti vedono come in uno specchio nell'enigma, i buoni non sono ancora
separati dai cattivi; quando invece per la manifestazione del Figlio di Dio
tutti comprenderanno, allora il Salvatore separerà i buoni dai cattivi; per cui
segue: e separerà gli uni dagli altri come il pastore separa le pecore dai
capri, poiché anche i peccatori conosceranno i propri delitti, e i giusti
vedranno manifestamente a quale fine i semi della loro giustizia li avranno
condotti. [...]
Crisostomo: Chiama questi capri e quelli pecore per mostrare
l'infruttuosità di questi (infatti dai capri non deriva alcun frutto) e
l'utilità di quelle: infatti il frutto delle pecore è abbondante, dalla lana al
latte e gli agnelli che nascono. La Sacra Scrittura suole designare la
semplicità e l'innocenza con il nome di pecora. In bella maniera quindi si designano
qui gli eletti con questo nome.
Origene: I Santi, che operano cose rette, ricevettero come
ricompensa delle loro opere rette la destra del re, nella quale ci sono il
riposo e la gloria; i cattivi invece, per le loro opere pessime e sinistre,
caddero alla sinistra, cioè nella tristezza dei tormenti.
Segue: Allora il re dirà a quelli che sono alla sua destra: Venite; così che, se mancava ad essi qualcosa, la ricevessero una volta uniti più perfettamente a Cristo. Aggiunge poi: Benedetti... perché fosse manifesta l'eminenza della loro benedizione: poiché prima «sono stati benedetti dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra» (Sal 113, 15).
Segue: Allora il re dirà a quelli che sono alla sua destra: Venite; così che, se mancava ad essi qualcosa, la ricevessero una volta uniti più perfettamente a Cristo. Aggiunge poi: Benedetti... perché fosse manifesta l'eminenza della loro benedizione: poiché prima «sono stati benedetti dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra» (Sal 113, 15).
Rabano [Beda]: Misticamente poi chi ristora con il pane
della parola colui che ha fame e sete della giustizia, o refrigera con la
bevanda della sapienza, e chi riceve nella casa della madre Chiesa l'errante
per eresia o peccato, e chi accoglie i deboli nella fede, osserva i comandi del
vero amore.
Origene: Bisogna considerare che hai santi di detto (v. 34):
«Benedetti del Padre mio», ma ora non si dice: maledetti del Padre mio: infatti
l'amministratore delle benedizioni è il Padre, ma della maledizione è attore
chiunque nei riguardi di se stesso, se opera cose degne di maledizione. Coloro
poi che si allontanano da Gesù cadono nel fiocco eterno, che è di un altro
genere del fuoco che abbiamo in uso. Infatti nessun fuoco fra gli uomini è
eterno, e nemmeno dura molto a lungo. E considera che non dice che il regno è
stato preparato per gli Angeli, mentre lo è il fuoco eterno preparato per il
diavolo e per i suoi angeli: poiché di per sé non ha creato gli uomini per la
perdizione; i peccatori invece si congiungono al diavolo, così che, come quelli
che si salvano si conguagliano al santi Angeli, così quelli che periscono si
conguagliano agli angeli del diavolo.
Agostino: Ora si tratta del giudizio ultimo, quando Cristo
verrà dal cielo per giudicare i vivi e i morti. Diciamo che questo giorno è l’ultimo
del divino giudizio, cioè l’ultimo tempo: infatti è incerto quanto si protragga
questo giudizio, ma è uso delle Scritture porre i giorni per indicare il tempo.
Per questo diciamo ultimo giudizio, o estremo, poiché anche adesso giudica, e
dall’inizio del genere umano ha giudicato, separando i primi uomini dall’albero
della vita, e non risparmiando gli angeli peccatori: avverrà infatti per virtù
divina che a ciascuno verranno richiamate alla memoria tutte le sue opere, o
buone o cattive, e con l’intuito della mente verranno viste con mirabile
celerità, affinché la scienza accusi o scusi la coscienza.
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