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venerdì 1 maggio 2020

Matteo, Capitolo 25, Versetti 1-13


Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini, che prendendo le loro lampade uscirono incontro allo sposo e alla sposa. Cinque di esse erano stolte e cinque prudenti; ma le cinque, prese le lampade, non presero con sé olio; le prudenti invece presero l'olio nei loro vasi insieme con le lampade. Ritardando dunque lo sposo, presero sonno tutte e dormirono. Ma a mezzanotte si levò un grido: Ecco, viene lo sposo, uscitegli incontro. Allora tutte quelle vergini si levarono e adornarono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio poiché le nostre lampade si spengono. Risposero le prudenti: No, affinché forse non basti né a noi né a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Mentre dunque andavano a comprare, venne lo sposo, e quelle che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Da ultimo vengono anche le rimanenti vergini dicendo: Signore, Signore, aprici. Ma egli rispondendo disse: In verità vi dico: Non vi conosco. Vegliate dunque, poiché non sapete né il giorno né l'ora.

Girolamo: La similitudine delle dieci vergini stolte e prudenti alcuni la interpretano semplicemente delle vergini, di cui alcune, secondo l’Apostolo, sono vergini sia di corpo che di spirito, mentre altre hanno conservato soltanto la verginità del corpo, oppure non hanno le altre cose, oppure, custodite dalla cura dei genitori, tuttavia nella mente si sono sposate. Tuttavia a me sembra che in base a quanto detto prima il senso di questa comparazione sia diverso, e non si riferisca ai corpi verginali, ma a tutto il genere umano.

Gregorio: In ogni uomo si trovano duplicati i cinque sensi, e i cinque sensi moltiplicati per due fanno dieci. E poiché la moltitudine dei fedeli si raccoglie da entrambe i sessi, la santa Chiesa viene detta simile a cinque vergini; e poiché vi sono mescolati i cattivi con i buoni e i reprobi con gli eletti, giustamente viene paragonata a delle vergini prudenti e stolte.

Crisostomo: Pone poi questa parabola nella persona delle vergini per mostrare che sebbene la verginità sia qualcosa di grande, tuttavia se è priva delle opere di misericordia viene gettata fuori con gli adulteri.

Gregorio [Origene]: Coloro che credono rettamente e vivono giustamente sono assimilati alle cinque prudenti; coloro invece che professano sì la fede in Gesù, ma non si preparano alla salvezza con le buone opere, sono paragonati alle restanti cinque vergini stolte.

Agostino: Con le cinque vergini si intende la quintupla continenza dai diletti della carne: infatti l’appetito dell’animo deve contenersi dalla voluttà degli occhi, degli orecchi, dell’olfatto, del gusto e del tatto. Ma poiché questa continenza in parte avviene di fronte a Dio in modo da piacergli con il gaudio interiore della coscienza, e in parte di fronte agli uomini soltanto, per ottenere la gloria umana, cinque vengono dette sapienti e cinque stolte; entrambe tuttavia vergini, poiché in entrambe vi è la continenza, sebbene il godimento provenga da un diverso desiderio.

Agostino: Ciò che dice sopra, ossia che solo le vergini andranno incontro allo sposo, va inteso che colei che è chiamata sposa è formata dalla riunione delle vergini, alla maniera in cui se tutti i cristiani che concorrono alla formazione della Chiesa sono chiamati figli, poiché accudiscono alla loro madre, e dalla riunione di questi stessi figli si compone colei che è detta madre, così la Chiesa rimane sposata e vergine, e convoca alle nozze; però queste vengono celebrate ne tempo in cui, stando per perire tutta l’umanità, essa entra con questa unione nel godimento dell’immortalità.

Gregorio: Però le lampade delle vergini stolte si spengono, poiché le opere che al di fuori sembravano buone agli uomini, alla venuta del giudice rimangono al di dentro oscure; per cui segue: E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio poiché le nostre lampade si spengono. Perché domandano olio alle prudenti se non perché alla venuta del giudice si trovano interiormente vuote e cercano appoggio fuori di sé? Come se, senza fiducia in se stesse, dicessero al loro prossimo: dato che vedete che noi saremo rifiutate per mancanza di opere buone, siate voi testimoni del fatto che lo facemmo.

Segue: Risposero le prudenti dicendo: No, affinché forse non basti né a noi né a voi. Girolamo: Infatti le vergini prudenti rispondono così non per avarizia, ma per timore; per cui ciascuno riceverà il premio per le proprie opere, e nemmeno nel giorno del giudizio si potranno compensare i vizi degli uni con le virtù degli altri. 

Origene: Benché fossero stolte comprendevano tuttavia che dovevano ricevere lo sposo con la luce di tutte le lampade dei loro sensi, ma vedevano anche se avendo poco olio di virtù e avvicinandosi la notte le loro lampade si sarebbero oscurate. Ma le sapienti mandarono le stolte ai venditori, vedendo che non avevano raccolto tanto olio, ossia la parola della dottrina, da bastare per esse alla vita e per le altre all’istruzione; per cui si dice: andate piuttosto dai venditori, cioè dai dottori, e compratevene; cioè ricevete da loro, e il prezzo è la perseveranza, e l’amore di apprendere e la diligenza, e la fatica di chi desidera l’apprendere.

Agostino: Mentre andavano a comprare, cioè quando si inchinavano alle cose del mondo cercando di godere di esse, poiché non conoscevano i piaceri dello spirito, venne il giudice e quelle che erano pronte, cioè quelle che davanti a Dio davano testimonianza della loro coscienza, entrarono con lui alle nozze, cioè dove l’anima pura, unita con puro affetto al Verbo divino, raggiunge la perfezione.

Agostino: Non si dice che comprarono, e così si deve intendere che, non trovando ormai soddisfazione alcuna nella lode altrui, ritornarono piene di angustia e afflizione a implorare Dio. Però dopo il giudizio è molto grande la severità di colui che prima del giudizio allargò tanto la sua ineffabile misericordia; per questo continua: Ma egli rispondendo disse: In verità vi dico: Non vi conosco: in base cioè a quella regola che non conosce i segreti di Dio, cioè la sua sapienza per entrare nel regno, colui che, sebbene si affanni a operare secondo i suoi precetti, non lo fa per essere gradito a Dio, ma agli uomini.

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