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giovedì 25 gennaio 2018

Matteo, Capitolo 10, Versetti 9-10



Non abbiate né oro né argento, né denaro nelle vostre cinture, non bisaccia in viaggio né due tuniche né calzari né bastone: infatti l'operaio è degno del suo cibo.

Girolamo: Colui che aveva stroncato le ricchezze, indicate dall’oro, dall’argento e dal bronzo, giunge a proibire anche le cose necessarie alla vita, in modo che gli Apostoli, maestri della vera religione, i quali insegnavano che tutte le cose sono rette dalla divina provvidenza, mostrassero che essi stessi non si preoccupavano in nulla del futuro.

Girolamo: Quando poi dice: né bisaccia in viaggio, redarguisce i filosofi che volgarmente sono detti bactroperiti, cioè che portano bastone e bisaccia, i quali, pur sprezzando il mondo e considerando ogni cosa come un nulla, tuttavia portano con sé il necessario.

Crisostomo: Al posto dell’oro e dell’argento e di cose simili ricevettero il potere di curare i malati, di risuscitare i morti e altre cose simili, dal che risulta che lì costituì Angeli fra gli uomini, per così dire, liberandoli da ogni sollecitudine per questa vita; in modo che avessero una sola preoccupazione, che è quella dell’insegnamento; e anche da questa li libera dicendo (v. 19): << Non preoccupatevi di che cosa dovete dire>>. Poiché mostra ad essi che ciò che sembra molto oneroso e grave è massimamente lieve e facile: infatti nulla è più piacevole dell’essere sciolti dalla preoccupazione e dalla sollecitudine, soprattutto quando è possibile che coloro che ne sono liberati non vengano minacciati in nulla, essendo presente Dio che ci provvede tutto.

Agostino: L'operaio è degno del suo cibo. Il Vangelo non è dunque venale, così da essere predicato per un salario terreno. Se infatti vendono così, vendono per poco una cosa grande. Dunque i predicatori ricevevano il sostentamento necessario dal popolo, e la ricompensa del ministero da Dio. Infatti ciò che viene reso dal popolo a coloro che lo servono nella carità del Vangelo non è dato come ricompensa, ma come stipendio, mediante il quale siamo sostenuti per poter lavorare.

Ilario: Poiché la cintura rende pronti per il ministero e serve all’efficacia dell’azione, la proibizione di avere in essa delle monete ammonisce a non aver nulla di venale nel ministero. Siamo ammoniti anche a non avere alcuna bisaccia in viaggio, cioè a lasciare la preoccupazione di ogni bene terreno: poiché ogni tesoro in terra è pericoloso per il cuore, che si troverà là dove c’è il tesoro. Dice poi: né due tuniche; ci basta infatti Cristo rivestito una volta sola; e dopo esserci avvolti di questa vera comprensione, non indossiamo in seguito le vesti dell’eresia o della legge. Né calzari, poiché posti a piedi nudi su una terra santa priva delle spine e degli aculei dei peccati, come fu detto a Mosè, siamo ammoniti a non avere altra preparazione al nostro cammino oltre a quella che abbiamo ricevuto da Cristo.

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