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giovedì 11 gennaio 2018

Matteo, Capitolo 9, Versetti 9-13



Andando via di là, Gesù vide un uomo che sedeva al banco delle imposte, di nome Matteo, e gli disse: Seguimi. E quello alzatosi lo seguì. E avvenne che mentre sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con Gesù e i suoi discepoli. E vedendo ciò i Farisei dicevano ai suoi discepoli: Perché il vostro maestro mangia con i pubblicani e ai peccatori? Ma Gesù udendoli disse: Non c’è bisogno del medico per i sani, ma per i malati. Andate dunque e imparate che cosa significa: <<Misericordia voglio e non sacrificio>>; infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

Girolamo: Gli altri Evangelisti, per onore e rispetto verso di lui, non hanno voluto chiamarlo con il nome comune di Matteo, e l’hanno chiamato Levi, poiché egli aveva due nomi. 

Remigio: Tieni in conto il pericolo di essere disapprovato dai suoi superiori lasciando il suo ufficio prima di aver reso conto della sua amministrazione; e per questo si dice: E alzatosi lo seguì. E poiché ha abbandonato i guadagni terreni, così giustamente è divenuto dispensatore dei talenti del Signore.

Crisostomo: Perché non si dice degli altri Apostoli come e quando siano stati chiamati, eccetto Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni e Matteo? Perché questi erano in sommo grado immersi in cose disdicevoli, e in umili occupazioni: infatti non c’è nulla di peggiore della funzione di pubblicano, e più vile del mestiere di pescatore.

Glossa: Matteo, per mostrarsi adeguatamente riconoscente per questo beneficio, preparò a Cristo, nella sua casa, un grande banchetto, e così offrì i suoi beni temporali a colui dal quale attendeva quelli eterni.

Glossa: Vengono chiamati pubblicani coloro la cui vita è impegnata negli affari pubblici, dei quali non si può trattare mai o quasi mai senza peccato. E fu un bel presagio: poiché colui che doveva essere Apostolo e maestro delle Genti nella sua prima conversione trasse con sé il gregge dei peccatori alla salvezza, in modo da compiere con l’esempio ciò che doveva compiere anche con la parola.

Crisostomo: I pubblicani e peccatori si accostarono al nostro Redentore, e non furono accolti solo per parlare, ma anche per mangiare insieme. Non è soltanto con i suoi argomenti, con le sue opere, con i suoi rimproveri ai nemici che egli convertì coloro che erano mal disposti, ma anche partecipando ai loro banchetti. Così egli ci insegna che ogni opera in ogni momento della giornata può recarci un’utilità.

Rabano: I Farisei erano in preda a un duplice errore: sia perché si ritenevano giusti, mentre per la superbia si erano allontanati dalla giustizia, sia perché accusavano di essere ingiusti coloro che, allontanandosi dai peccati, si avvicinavano alla giustizia.

Girolamo: Non è vero, come mormorano i Farisei e gli Scribi, che vengono al Signore persistendo nei loro vizi, ma facendo penitenza, come indicano anche le parole del Signore, per cui segue: Ma Gesù udendoli disse: Non c’è bisogno del medico per i sani, ma per i malati.

Rabano: Chiama se stesso medico, lui che con un mirabile genere di medicazione fu ferito per le nostre iniquità, per risanare la ferita dei nostri peccati. Chiama sani coloro che, volendo stabilire la propria giustizia, non sono soggetti alla vera giustizia di Dio. Chiama malati coloro che, vinti dalla coscienza dei loro peccati e non credendo alla purificazione mediante la legge, si sottomettono alla grazia di Dio con il loro pentimento.

Crisostomo: Come se dicesse: Perché mi accusate se correggo i peccatori? Quindi in base a ciò incolpate anche Dio Padre. Come infatti egli vuole la correzione dei peccatori, così anch’io. E così mostra che non solo non era proibito ciò di cui l’accusavano, ma cha anche secondo la legge ciò valeva più del sacrificio; infatti non ha detto: voglio la misericordia e il sacrificio; ma la misericordia è comandata e il sacrificio è escluso.

Glossa: Tuttavia Dio non disdegna il sacrificio, ma il sacrificio senza la misericordia. Ora, i Farisei facevano spesso dei sacrifici nel tempio, per apparire giusti davanti al popolo, ma non esercitavano le opere di misericordia, nelle quali si prova la vera giustizia.

Ilario: Ma Cristo è venuto per tutti. Come mai allora dice di non essere venuto per i giusti? C’era dunque qualcuno che non aveva bisogna della sua venuta? Ma nessuno è giusto in base alla legge. Mostra dunque la vuota presunzione della giustizia, poiché i sacrifici erano necessari per la salute degli infermi, e la misericordia per tutti coloro che erano sottoposti alla legge.

Rabano: Ora, con la chiamata di Matteo e dei pubblicani viene espressa la fede delle Genti, che prima si davano agli interessi mondani, e ora sono rinnovate spiritualmente con il Signore; attraverso la superbia dei Farisei è indicata l’invidia dei Giudei per la salvezza delle Genti.

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