Avendo udito Gesù che Giovanni era stato consegnato, si ritirò in
Galilea e, lasciata la città di Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao marittima,
nel territorio di Zabulon e di Neftali, affinché si adempisse ciò che fu detto
per mezzo del profeta Isaia: << Terra di Zabulon e terra di Neftali, via
del mare al di là del Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che sedeva nelle
tenebre vide una grande luce, e per quelli che sedevano nella regione dell’ombra
della morte una luce si è levata >>.
Crisostomo: […] si
ritirò in Galilea, evidentemente dalla Giudea, per riservare la sua
passione al tempo opportuno, e poi per darci l’esempio di fuggire il pericolo.
Infatti non è accusabile non esporsi al pericolo, ma, cadendoci non resistere
virilmente. Si allontana poi dalla Giudea, mitigando l’ostilità giudaica, e
insieme compiendo la profezia e cercando di pescare i [futuri] maestri della
terra che abitavano in Galilea. Considera poi come l’andare verso le genti
prese l’occasione dai Giudei: infatti, avendo imprigionato il precursore,
inducono Gesù a passare alla Galilea delle Genti.
Remigio: Lascia una città, cioè Nazaret, per illuminarne un
maggior numero con la predicazione e i miracoli; e in ciò lascia un esempio ai
predicatori, affinché si impegnino a predicare in quel tempo e in quei luoghi
dove possono giovare a molti.
Rabano [Anselmo]: In senso allegorico Giovanni è la voce che
precede il Verbo, con gli altri Profeti. Ma dopo che il Profeta cessò e fu
legato, venne il Verbo compiendo ciò che aveva predicato la voce, ossia il Profeta.
Nazaret si interpreta fiore, Cafarnao città bellissima. Lascio quindi il fiore
delle figure, da cui veniva significato il frutto del Vangelo, e venne nella
Chiesa, che è bella per le virtù di Cristo […].
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