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domenica 1 gennaio 2017

Matteo, Capitolo 3, Versetti 5-6


Allora usciva verso di lui Gerusalemme e tutta la Giudea e tutta la regione attorno al Giordano, e venivano battezzati da lui nel Giordano confessando i loro peccati.

Crisostomo: Era mirabile vedere tanta sopportazione in un corpo umano; e ciò attirava maggiormente i Giudei, i quali vedevano in lui il grande Elia. Contribuiva allo stupore il fatto che la grazia dei Profeti li aveva abbandonati, e dopo lungo tempo sembrava tornata a loro. Anche il diverso modo della predicazione contribuiva a ciò: infatti non udivano nulla di quanto era consueto negli altri Profeti, per esempio i combattenti e le vittorie riguardanti Babilonia e la Persia, ma i cieli, e il regno che è in essi e il supplizio della geenna.

Crisostomo: Come una veste candida, se viene posta vicino alla neve, a confronto di essa verrebbe trovata sporca, così in confronto a Giovanni ogni uomo sembrava immondo: per questo confessava i suoi peccati. Ora, la confessione dei peccati è una testimonianza della coscienza che teme Dio. Infatti il timore perfetto dissolve ogni vergogna. La confessione invece appare brutta dove non si crede alla pena del giudizio futuro. E poiché lo stesso vergognarsi è una grave pena, così Dio ci ordina di confessare i nostri peccati per patire la vergogna come pena: infatti questo fa parte del giudizio.

Rabano: Bene poi si dice che quanti dovevano essere battezzati andavano verso il Profeta, poiché se uno non recede dalla debolezza, non rinuncia alle vanità del diavolo e alle lusinghe del mondo, non potrà conseguire il battesimo della salvezza.




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