Allora Gesù fu condotto nel deserto dallo Spirito Santo per essere
tentato dal diavolo; e avendo digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,
dopo ebbe fame.
Crisostomo: Se dunque dopo il battesimo sostieni delle più
grandi tentazioni, non turbarti: infatti hai ricevuto le armi non per cadere,
ma per combattere. Per questo Dio non ti ha liberato dalla tentazione: primo,
perché tu impari che sei divenuto molto più forte; poi perché non ti
insuperbisca per la grandezza dei doni; terzo, perché il diavolo conosca per
esperienza che ti sei perfettamente allontanato da lui; quarto, perché così tu
sei reso più forte; quinto, perché tu riceva un segno del tesoro che ti è stato
affidato: infatti il diavolo non sarebbe sopraggiunto a tentarti se non ti
avesse visto costituito in un onore più grande.
Gregorio: La tentazione avviene in tre modi: per
suggestione, per compiacenza e per consenso; e quando noi siamo tentati, per lo
più cadiamo nella compiacenza o nel consenso, poiché essendo stati generati dal
peccato della carne, dobbiamo soffrire anche in noi le lotte; ma Dio, che
incarnato nel seno della Vergine era venuto nel mondo senza peccato, non
sosteneva in se stesso alcuna opposizione. Poteva dunque essere tentato per
suggestione, ma il piacere del peccato non morse la sua anima; e cosi tutta
quella tentazione diabolica fu esterna, non interna.
Crisostomo: Il Signore procedette contro il diavolo non come
Dio, ma come uomo; meglio ancora: come Dio e come uomo. Infatti non aver fame
per quaranta giorni non era dell’uomo, mentre a un certo punto aver fame non
era di Dio. Per cui ebbe fame, perché non apparisse manifestamente Dio, e cosi
non estinguesse nel diavolo la tentazione di tentarlo, ma impedisse la sua
vittoria.
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