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giovedì 3 agosto 2023

Beato Riccardo Gil Barcelón

Riccardo Gil Barcelón nacque a Manzanera di Teruel, presso Valencia in Spagna, il 27 ottobre 1873, in una famiglia di nobile casato e benestante. Cominciò la propria formazione al sacerdozio nel Seminario diocesano di Teruel, ma ne uscì per ordine del padre. Iscritto alla Scuola Normale di Teruel per diventare maestro, ne fu espulso per aver apertamente contestato le posizioni anticlericali del direttore. Nel 1893 prestò servizio militare nelle Filippine, dover riprese gli studi indirizzandosi verso le materie teologiche. Fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1904. Per ragioni di salute, ma anche per mirare a una più profonda radicalità evangelica, chiese e ottenne di tornare in Spagna. Dopo due esperienze durate pochi mesi tra i Domenicani e i Terziari Cappuccini dell’Addolorata, decise di compiere un pellegrinaggio a piedi fino a Roma, per chiedere a Dio di mostrargli la strada giusta. Ai primi di febbraio del 1910, mentre pregava in ginocchio di fronte alla chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma, conobbe don Luigi Orione (canonizzato nel 2004), fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Intuite le sue doti dopo qualche tempo, don Orione lo prese come collaboratore. Di fatto, padre Riccardo, che nel 1912 aveva emesso i voti temporanei, tornò in patria nel 1930 proprio mentre stava per scoppiare la guerra civile. Il 1° agosto 1936 fu arrestato nella sua casa di Valencia da un gruppo di miliziani. Il giovane Antonio Arrué Peiró, da lui accolto come postulante ma non presente in casa al momento dell’arresto, accorse e dichiarò di non volerlo abbandonare. Il 3 agosto 1936 vennero entrambi uccisi sulla spiaggia di El Saler, presso Valencia. Sono stati beatificati il 13 ottobre 2013, sotto il pontificato di papa Francesco, nella celebrazione in cui furono elevati agli altari in tutto cinquecentoventidue martiri uccisi durante la guerra civile spagnola. I resti mortali di padre Riccardo e Antonio riposano presso il cimitero di Valencia, ma non è stato possibile riconoscerli perché, nello stesso spazio, si sono sovrapposte altre sepolture.

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