E diceva: Il regno di
Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di
notte o di giorno, anche il seme germoglia e cresce; come, egli
stesso non lo sa. Infatti la terra produce spontaneamente prima lo
stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. E quando ha
prodotto il frutto, subito si mette mano alla falce, perché è
venuta la mietitura.
Crisostomo:
Chiama regno di Dio la fede in
lui e il mistero della sua umanità: il quale regno è come un uomo
che getta la semente; ed è lui, che è Dio e Figlio di Dio, divenuto
uomo senza mutamento della sua sostanza, che ha seminato la terra per
noi, vale a dire che ha rischiarato il mondo intero con la parola
della sua conoscenza divina.
Girolamo:
Il seme è la parola della vita, la terra il cuore degli uomini, e
l'addormentarsi dell'uomo è la morte del salvatore. Il seme cresce
di notte e di giorno, poiché dopo il sonno di Cristo il numero dei
credenti è cresciuto sempre più nelle avversità e nella prosperità
quanto alla fede, ed è cresciuto nelle opere.
Teofilatto:
Cristo dorme con la ascensione al cielo, dove, mentre sembra dormire,
si leva spesso, sia durante la notte, richiamandoci al suo ricordo
durante la prova, sia durante il giorno, quando ci salva mediante la
preghiera.
Crisostomo:
Dapprima produce l'erba nella legge di natura, avanzando lentamente
verso la perfezione, poi produce le spighe da raccogliere in un mazzo
e da offrire al Signore sull'altare, cioè nella legge di Mosè;
infine il frutto pieno nel Vangelo: o perché non solo è necessario
che produciamo foglie per obbedienza, ma anche che siamo prudenti,
resistendo come delle spighe che si tengono ritte, non curandoci dei
venti che agitano. Dobbiamo inoltre curare l'anima con l'assiduità
della memoria, per portare frutto come delle spighe, cioè dimostrare
la completa operazione della virtù.
Gregorio:
L'uomo getta il seme in terra quando pone una buona intenzione nel
suo cuore; dorme poi chi già riposa nella speranza della buona
opera; sorge poi nella notte e nel giorno poiché progredisce tra le
cose avverse e prospere. Il grano cresce senza che egli vi pensi,
poiché nel momento in cui egli non può misurarne il progresso,
l'energia che è stata concepita una prima volta avanza verso il suo
completo sviluppo. È quando concepiamo dei buoni desideri che noi
gettiamo il seme nella terra; quando cominciamo a operare rettamente
siamo erba, quando cresciamo verso la perfezione delle buone opere
giungiamo alla spiga; quando ci consolidiamo nella perfezione della
stessa opera, la nostra spiga è piena di frumento.