Nel 1793, durante la Rivoluzione
francese, si scatenò, nella terra della Vandea, il primo genocidio di Stato
della storia occidentale. Il regime rivoluzionario di Parigi venne imposto con
la forza nelle province di Francia ed ebbe in Vandea, la più Cattolica di esse,
la reazione più coraggiosa e gloriosa. I Blancs (i vandeani) si contrapposero
ai Bleus (i giacobini): uniti a Dio e al Re, i contadini della Vandea, con i
loro amati sacerdoti e i loro generali, si distinsero per la strenua difesa
contro la dea ragione ed il principio deista dell’essere supremo; perciò, a
causa del loro fermissimo Credo e della loro fedeltà monarchica, vennero
massacrati. Per odio ideologico perirono, in quell’ecatombe, più di 30 mila
abitanti.
Tuttavia di questo evento storico
o si è parlato in termini negativi per esaltare i “benefici” della Rivoluzione
e del Terrore sanguinario oppure lo si è del tutto omesso dai libri di
storia…Il simbolo della controrivoluzione vandeana era un cuore sormontato da
una croce rossa su campo bianco a simboleggiare i Sacri Cuori di Gesù e di
Maria, ai quali i vandeani erano particolarmente devoti grazie alla
predicazione di San Luigi Maria Grignion de Montfort; inoltre tale simbolo
richiamava anche lo stemma della Vandea, anch’esso formato da due cuori rossi
(quelli di Gesù e Maria) sormontati da una corona che termina con una croce e
che rappresentare la regalità di Cristo. Il motto era «Dieu Le Roi» («Dio [è]
il Re»).
L’odio per la profonda Fede
religiosa dei vandeani fu la ragione principale della spaventosa repressione e
delle stragi indiscriminate. Il Terrore si scatenò contro la Fede e contro
contadini che volevano continuare a vivere del loro lavoro e dei loro Valori. I
primi scontri, iniziati a Cholet, portarono alla sollevazione del 13 Marzo,
guidata dai capi popolari Jacques Cathelineau, Gaston Bourdic e Jean-Nicolas
Stofflet, a cui si unirono alcuni nobili realisti.In giugno i ribelli,
costituitisi in “Armata Cattolica e Reale”, si impossessarono della città di
Saumur e di Angers. In pochi giorni 600 paesi della Vandea sono insorti contro
le truppe della Repubblica, dando inizio a un tragico periodo di Combattimenti
sanguinosi. I contadini devoti al Re combattono una spaventosa guerriglia; si
fanno benedire dai Sacerdoti “refrattari” e poi si lanciano con coraggio
inaudito contro i soldati della Rivoluzione.
Di fronte al dilagare della
rivolta nelle regioni circostanti, il governo rivoluzionario rispose con
estrema durezza decretando la pena di morte per tutti i vandeani sorpresi con
le armi in pugno e adottando la tattica della terra bruciata. La controffensiva
repubblicana, che sbaragliò i ribelli a Cholet (17 ottobre), poi a Le Mans e a
Savenay (Dicembre), costò ai Vandeani 15.000 Morti e fu seguita nel 1794 da
feroci ritorsioni sulla popolazione civile, che fomentarono ulteriori
manifestazioni di rivolta. La situazione migliorò gradualmente dopo la
rivoluzione termidoriana quando nel dicembre del 1794 quando il governo
repubblicano liberale annunciò l’Amnistia per gli insorti concedendo ai
Vandeani la libertà di culto e l’esenzione della coscrizione obbligatoria. Un
nuovo sussulto fu provocato nel giugno del 1795 in seguito allo sbarco di esuli
lealisti capeggiati da Francois-Athanase Charette, uno dei leader storici della
rivolta presso Quiberon, in Bretagna. Nel tentativo insurrezionale che seguì
persero la vita gli ultimi 2 capi popolari della Vandea, e nel luglio 1796 le
ultime sacche di resistenza furono eliminate. Alla fine della breve guerra i
tribunali rivoluzionari condannarono a morte 5.000 Ribelli.
ONORE AI VALOROSI CUORI VANDEANI!
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