La regista Anne Christine Girardot ci racconta la storia di una piccola
comunità monastica di Sion. Cosa significa essere monaci oggi? Il
monachesimo ha ancora qualcosa da offrire alla comunità?
Un tempo, l'Abbazia trappista di Sion, in Olanda, istituita nel 1883, ospitava oltre centoventi monaci. Nel 2013 però erano rimasti soltanto in otto. Prima o poi uno di loro sarebbe stato l'ultimo. L'ormai piccola comunità monastica cistercense decide però di reagire a questo inesorabile declino e inizia la ricerca di un luogo consono alle ridotte esigenze e capace di suscitare nuove vocazioni. Prende così forma l'idea di trasferirsi su di una piccola isola che, curiosamente, porta già il loro nome: "Schiermonnikoog" che significa "Isola dei monaci grigi". L'isola venne chiamata così perché cinquecento anni or sono, prima della Riforma, i novizi che andavano lì indossavano un abito grigio. Le autorità ecclesiastiche olandesi acconsentono alla vendita del monastero di Sion per poter finanziare il nuovo progetto sull'isola. Ma non tutti i monaci sono d'accordo. La prospettiva di lasciare il luogo in cui hanno vissuto gran parte della loro vita è difficile da accettare, soprattutto per i più anziani. Così, gli otto monaci superstiti, dopo un'esistenza dedicata alla meditazione e alla preghiera, si trovano costretti ad affrontare un periodo di profondi cambiamenti, contraddistinto da dubbi e timori. Lunghe settimane d'incertezza durante le quali tornano a galla le domande fondamentali, quelle che si erano posti all'inizio di quella singolare scelta di vita. Cosa significa essere monaci? Qual è il senso della vocazione religiosa all'interno della società moderna? Il monachesimo ha ancora qualcosa da offrire alla comunità? Secondo la regista Anne Christine Girardot: "In fondo, questo documentario è un po' la storia di tutti noi, perché ci sono momenti nelle nostre vite in cui dobbiamo lasciare le cose che avevamo. Dobbiamo abbandonare tutte le sicurezze che pensavamo di avere. Quindi, nonostante sia una storia molto particolare su dei monaci cattolici, ho immaginato che la loro vicenda mostrasse un carattere universale."
Un tempo, l'Abbazia trappista di Sion, in Olanda, istituita nel 1883, ospitava oltre centoventi monaci. Nel 2013 però erano rimasti soltanto in otto. Prima o poi uno di loro sarebbe stato l'ultimo. L'ormai piccola comunità monastica cistercense decide però di reagire a questo inesorabile declino e inizia la ricerca di un luogo consono alle ridotte esigenze e capace di suscitare nuove vocazioni. Prende così forma l'idea di trasferirsi su di una piccola isola che, curiosamente, porta già il loro nome: "Schiermonnikoog" che significa "Isola dei monaci grigi". L'isola venne chiamata così perché cinquecento anni or sono, prima della Riforma, i novizi che andavano lì indossavano un abito grigio. Le autorità ecclesiastiche olandesi acconsentono alla vendita del monastero di Sion per poter finanziare il nuovo progetto sull'isola. Ma non tutti i monaci sono d'accordo. La prospettiva di lasciare il luogo in cui hanno vissuto gran parte della loro vita è difficile da accettare, soprattutto per i più anziani. Così, gli otto monaci superstiti, dopo un'esistenza dedicata alla meditazione e alla preghiera, si trovano costretti ad affrontare un periodo di profondi cambiamenti, contraddistinto da dubbi e timori. Lunghe settimane d'incertezza durante le quali tornano a galla le domande fondamentali, quelle che si erano posti all'inizio di quella singolare scelta di vita. Cosa significa essere monaci? Qual è il senso della vocazione religiosa all'interno della società moderna? Il monachesimo ha ancora qualcosa da offrire alla comunità? Secondo la regista Anne Christine Girardot: "In fondo, questo documentario è un po' la storia di tutti noi, perché ci sono momenti nelle nostre vite in cui dobbiamo lasciare le cose che avevamo. Dobbiamo abbandonare tutte le sicurezze che pensavamo di avere. Quindi, nonostante sia una storia molto particolare su dei monaci cattolici, ho immaginato che la loro vicenda mostrasse un carattere universale."
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