Quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno lo sa, neppure gli angeli
del cielo, ma solo il Padre. Come poi nei giorni di Noè, così sarà la venuta
del Figlio dell'uomo. Come infatti nei giorni prima del diluvio mangiavano e
bevevano, si sposavano e si davano alle nozze, fino a quel giorno in cui Noè
entrò nell'arca, e non lo conoscevano, finché venne il diluvio e porto vi
tutti, così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due saranno nel
campo: uno sarà preso e l'altro lasciato; due macineranno alla mola: una sarà
presa e l'altra lasciata; due in un letto: uno sarà preso e l’altro lasciato.
Girolamo: Poiché abbiamo provato che il Figlio di Dio non
ignora il giorno della fine, bisogna mostrare perché dice di ignorarlo. Ora,
dopo la risurrezione, interrogato dagli Apostoli su tale giorno, risponde in
modo più manifesto (At 1, 7): «Non
spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato in suo
potere». Con ciò mostra che egli lo sa, ma non conviene che lo sappiamo gli
Apostoli, così che, sempre incerti sulla venuta del giudice, vivano ogni giorno
come se in quel giorno dovessero essere giudicati.
Agostino: Disse poi che il Padre lo sapeva poiché nel Padre
lo sa anche il Figlio. Che cosa c'è infatti nel giorno che non sia stato fatto
nel Verbo, dal momento che il giorno è stato fatto da lui?
Crisostomo: Affinché poi tu apprenda che se tace sul giorno
e sull'ora del giudizio non è per sua ignoranza, adduce un altro segno, quando
aggiunge: Come poi avvenne nei giorni di
Noè…, così avverrà alla venuta del
Figlio dell'uomo; ora, dice ciò mostrando che verrà repentinamente e
inopinatamente, e quando molti si daranno a cose lascive; infatti questo lo
dice anche Paolo (1 Ts 5, 3): «Quando
diranno: Pace e sicurezza, allora improvvisamente verrà su di loro la fine»; per
cui anche qui aggiunge: Come infatti nei
giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano.
Rabano: Qui dunque non vengono condannati i matrimoni o gli
alimenti, come dicono Marcione e Manicheo, poiché negli uni sono posti i
sussidi della successione, negli altri della natura, ma viene riprovato l'uso
smodato di cose lecite.
Girolamo: Si chiede poi come mai sopra fu scritto: «Sorgerà
popolo contro popolo, e regno contro regno, e vi saranno pestilenze e fame e
terremoti»; e come mai adesso vengono ricordate quelle cose future che sono
indizio di pace? Ma bisogna pensare che dopo le battaglie e le altre cose da
cui viene devastato il genere umano, seguirà una breve pace, che riprometterà tutte
le cose tranquille, affinché sia approvata la fede dei credenti.
Ilario: Il giorno del Signore prenderà due nel campo, cioè i
due popoli dei fedeli e degli infedeli nel secolo, come nel lavoro di questa
vita; saranno separati tuttavia lasciando l’uno e prendendo l'altro; con ciò
insegna la separazione dei fedeli dagli infedeli; crescendo infatti l'ora del
Signore, gli eletti si occulteranno nelle loro dimore, ma i perfidi saranno
lasciati come combustibile del fuoco del cielo. [...]
Ilario: Due in un letto sono due che predicano la medesima
passione del Signore, circa la quale vi è la medesima confessione degli eretici
e dei cattolici; ma poiché la fede dei cattolici predicherà l'unità della
divinità del Padre e del Figlio, e la falsità degli eretici la combatterà, il
giudizio dell'arbitrio divino comproverà la fede della confessione di entrambi,
prendendo uno e lasciando l'altro.
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