Veduta aerea del sito della basilica del “martire glorioso” |
Riportati alla luce splendidi mosaici, manufatti in vetro e iscrizioni
intatte: ma resta il mistero sull’identità del personaggio che vi era venerato
Gli archeologi israeliani hanno
scoperto una basilica bizantina costruita sotto l’imperatore Giustiniano
decorata con splendidi mosaici e finestre di vetro, nonché un’iscrizione che
dedica la chiesa a un “glorioso martire” senza nome. Il santuario, che risale
al VI secolo e.v., è stato scoperto durante scavi esplorativi condotti per tre
anni dalla Authority Israeliana per le Antichità in vista della costruzione di
un nuovo quartiere nella città di Beit Shemesh, una trentina di chilometri a
ovest di Gerusalemme.
Costruita secondo la tipica
pianta delle basiliche, con una navata centrale fiancheggiata da due navate
laterali, la chiesa era adornata da elaborati pavimenti a mosaico raffiguranti
piante, uccelli e disegni geometrici, nonché affreschi colorati lungo le pareti.
Il complesso religioso, rimasto in uso come meta di pellegrinaggio anche
durante il primo periodo islamico, si estendeva su 1.500 metri quadrati e
disponeva di diversi spazi aggiuntivi collegati all’edificio principale, tra
cui un ampio cortile di fronte all’ingresso della chiesa.
“Sia la basilica che il cortile
sono enormi, per gli standard dell’epoca – afferma Benjamin Storchan, direttore
degli scavi per conto dell’Authority – Certamente più grandi della maggior
parte delle chiese bizantine trovate finora in Terra d’Israele”. Storchan
aggiunge che due scale separate conducevano alla cripta, consentendo a folti
gruppi di pellegrini di visitarla contemporaneamente. È nel cortile antistante
che i ricercatori hanno scoperto un’iscrizione greca praticamente intatta che
dedica il sito sacro alla memoria di un endoxo martis, un “glorioso martire”.
“L’identità del martire non è nota, ma l’eccezionale sfarzo della struttura e
delle sue iscrizioni indica che si trattava di una figura molto importante”,
spiega Storchan.
Inizialmente eretta durante il
regno di Giustiniano (527-565 e.v.), la chiesa fu ulteriormente ampliata con il
denaro donato dall’imperatore Tiberio II Costantino, che governò dal 574 al 582
(circa due secoli dopo la divisione tra Bisanzio e Roma e un secolo dopo il
crollo dell’Impero Romano d’Occidente). Il coinvolgimento personale di Tiberio
II Costantino nel progetto è attestato da un’altra iscrizione greca trovata in
una grande cappella annessa datata 583 e.v., un anno dopo la sua morte. La cappella
doveva probabilmente commemorare il sovrano da poco scomparso, evocato da una
grande aquila imperiale ad ali spiegate che appare nel mosaico al centro della
cappella.
Tra le migliaia di oggetti
scoperti figura quella che potrebbe essere la collezione più completa di
lampade e finestre di vetro bizantine mai trovata in un unico sito in Israele,
afferma l’Authority per le Antichità. Gli archeologi hanno portato alla luce
anche un eccezionale fonte battesimale cruciforme quadrilobato realizzato in pietra
calcite estratta da una grotta di stalattiti.
La maggior parte del lavoro è
stato svolto grazie a migliaia di adolescenti provenienti da tutto il paese che
hanno partecipato allo scavo nel quadro di un programma dell’Authority per le
Antichità volto a connettere i giovani israeliani al patrimonio storico del
paese. Il Ministero israeliano dell’edilizia ha investito circa 7 milioni di
shekel (2 milioni di dollari) nello scavo e un totale di 70 milioni di shekel
(20 milioni di dollari) nel progetto complessivo del parco archeologico e
nell’opera di documentazione dei reperti rivenuti nell’area destinata alla costruzione
del nuovo quartiere.
Le principali scoperte di quella
che ora viene chiamata la Chiesa del Glorioso Martire sono al centro di una
mostra inaugurata mercoledì sera presso il Bible Lands Museum di Gerusalemme,
che resterà aperta fino ad aprile.
Per quanto riguarda il sito,
l’area della chiesa non era destinata ad ospitare edifici del nuovo quartiere
ma solo alcune tubature dell’acqua che ora verranno fatte passare altrove in
modo che la basilica resti perfettamente preservata. Nel frattempo gli esperti
stanno valutando il modo migliore per proteggerla e renderla accessibile al
pubblico.
(Da: Ha’aretz, Jerusalem Post,
Times of Israel, 23.10.19)
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