Gv 15,16: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi…
Ap 7, 1-3: Dopo ciò, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta.
Vidi
poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio
vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato
concesso il potere di devastare la terra e il mare: "Non devastate né la
terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo
del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi".
☩︎
Finché Dio continua a scegliere e hai gente che risponde a questa chiamata, il mondo avrà speranze.
L’abito
clericale, secondo San Tommaso, deve portarsi come segno delle
obbligazioni che si assumono e non per vanagloria ma come distacco dal
mondo, per il disprezzo delle ricchezze di questo mondo, per la pratica
dell’umiltà e come esempio verso il prossimo. Abbandonando le cose
comuni, cominciando a portare la sottana davanti al mondo e agli occhi
della Chiesa.
La sottana è il primo passo per
una maggiore perfezione nell’amicizia con Dio. Come rispondere? Quali
sono le disposizioni interiori?
Una orientata
verso se stessi, la generosità. Una orientata verso il prossimo, lo zelo
apostolico e l’ultima, la più importante, verso Dio. Una confidenza
totale nel cammino a Dio.
“Dio che ti creò in
te non ti salverà senza di te, Dio che ti chiamò senza te non ti farà
Sacerdote se tu non lavori per questo”. Sant’Agostino.
Si potrebbe pensare che ricevere la sottana sia un premio, un onore, un punto di arrivo..in realtà è un punto d’inizio (a quo). Mamma Margherita disse a suo figlio Giovanni Bosco nel giorno dell’ordinazione sacerdotale: “Oggi cominci a soffrire”.
Nella
vocazione sacerdotale ci sono due elementi che nella pratica si
mescolano. Un elemento soggettivo che è il desiderio, la libera
intenzione, la generosità. L’altro elemento oggettivo ecclesiastico è la
chiamata ufficiale da parte de la Chiesa.
Quando
si prende la sottana, si fa un primo sacrificio per la rinuncia al
mondo. Sacrificio reale, meritevole. Forse il più facile. Difficile
quando qualcuno vive nel mondo, però una volta lasciato il mondo è più
dolce e soave di quanto una persona si possa immaginare. Perché si
prende distanza dalle creature che seminano ansie e inquietudini
costanti nell’anima. Una rinuncia volontaria alle cose nobili della vita
nel mondo, formare una propria famiglia, rinunciare a una professione,
alle buone amicizie, ai piaceri onesti del mondo etc… Questi beni non si
perdono, si sceglie uno migliore.
La vita
sacerdotale esige più sacrifici, rinunce, generosità per acquisire le
virtù, per lottare contro i nemici (se stessi…Vedi la storia di Santa
Teresa di Gesù).
Come si realizza questa
profonda amicizia con Dio? Con le preghiere quotidiane, la Santa Messa
di ogni giorno, la comunione diaria, la penitenza e rinuncia permanente
alla propria volontà per accettare e vivere secondo il regolamento del
seminario che deve essere l’espressione chiara e sicura del volere
divino, della volontà di Nostro Signore.
Lo zelo
apostolico verso il prossimo. Curiosamente è un’espressione per la
separazione dal mondo ma anche un mezzo per ritornare al mondo per la
sua conversione.
Gv 17,18: “Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo..”
L’abbandono
della sottana vuol dire disprezzare il senso religioso della gente. In
questo mondo anticattolico, senza dubbio, gli uomini hanno più senso
religioso di quanto possiamo immaginare, perché in ogni uomo c’è un
anello di Dio che non si può distruggere, perché lui stesso l’ha messo
nell’anima.
“Tu ci hai creato per te e le nostre anime non riposeranno fino a quando non arriveranno a te”. Sant’Agostino.
Oggi
come oggi è un dovere conservare l’ortodossia della dottrina, la
professione pubblica in difesa della fede, denunciare gli errori del
concilio. Non siamo angeli e la grazia non sopprime la naturalezza.
Nella Chiesa sotto l’ispirazione dello Spirito Santo non solo esistono i
dogmi della fede ma anche tutte le sue protezioni. Fondamenta che
tengono in piedi il castello. Dobbiamo conservare tutte le tradizioni
senza le quali una persona non può mantenersi cattolico. La Chiesa è una
tradizione. Siamo una tradizione. Voi siete la luce del Mondo.
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