Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Ilario: Qui mostra come sia lontano dall’aver ottenuto
qualche potere dal diavolo, e ci fa intravedere quale immenso danno sia pensare
male di lui, poiché non essere con lui è essere contro di lui.
Girolamo: Nessuno però pensi che ciò si rapporti agli
eretici e agli scismatici, sebbene si possa intendere ciò per sovrabbondanza;
ma da ciò che segue e dal consenso si vede che si deve rapportarlo al diavolo,
nel senso in cui si devono paragonare le opere del signore alle opere di
Beelzebub. Quest’ultimo non desidera che una cosa, tenere prigioniere le anime
degli uomini, mentre il Signore le vuole liberare; quello predica gli idoli,
questo la conoscenza dell’unico Dio; quello attira i vizi, questo richiama alle
virtù. Come possono dunque avere concordia fra di loro se le loro opere sono
diverse?
Crisostomo: Chi dunque non raccoglie con me è no con me, non
dovrà essere paragonato a me, nel senso che sono mie. Ma dimmi: se bisognasse
combattere contro qualcuno che non vuole aiutarti, per ciò stesso egli sarebbe
contro di te? Lo stesso Signore in un altro luogo dice (Lc 9,50): <<Chi non è contro di voi, è con voi>>. Ma
non c’è opposizione con ciò che qui viene detto. Qui infatti parla del diavolo,
che è l’avversario, li invece dell’uomo che in parte era con loro, del quale
era stato detto (Mc 9,37):
<<Abbiamo visto che scacciava i demoni nel tuo nome>>. Sembra però
che qui insinui velatamente i Giudei, ponendoli dalla parte del diavolo: essi
infatti erano contro di loro, e disperdevano ciò che egli raccoglieva. Ma è
anche lecito credere che abbia detto ciò di se stesso: perché era contro il
diavolo e disperdeva le cose che appartengono a lui.
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