Ma io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detto gli uomini
renderanno conto nel giorno del giudizio. Infatti in base alle tue parole sarai
giustificato e in base alle tue parole sarai condannato.
Girolamo: Il senso è: se una parola oziosa, che in nessun
modo edifica gli uditori, non è senza pericolo di colui che parla, e nel giorno
del giudizio ciascuno renderà ragione delle sua parole, quanto più voi, che
biasimate le opere dello Spirito Santo e dite che io scaccio i demoni nel nome
di Beelzebub, renderete ragione della vostra calunnia?
Crisostomo: Non ha detto però: che avete detto voi,
istruendo così insieme tutto il genere umano, e nello stesso tempo rendendo
meno oneroso il suo discorso. Ora, è oziosa la parola che è menzognera, che
contiene una calunnia. Alcuni però intendono anche la parola vana, quale è
quella che muove a un riso disordinato, o indegno, o sfacciato.
Gregorio: Oppure è oziosa quella parola che è priva o dell’utilità
della rettitudine, o della ragione di una giusta necessità; [Girolamo]: che cioè è detta
senza utilità di chi parla e di chi ascolta; se, omesse le cose serie, parliamo
di cose frivole e raccontiamo vecchie dicerie. Invece chi dice cose scurrili, e
scoppia in grande risate, e preferisce qualcosa di osceno, questo non sarà
ritenuto colpevole di parola oziosa, ma criminosa.
Remigio [Rabano]: Ora, non c’è dubbio che ciascuno sarà
condannato per le sue parole cattive; invece per le parole buone non sarà giustificato
se non chi le proferisce dell’intimo del cuore e con devota intenzione.
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