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martedì 13 marzo 2018

Matteo, Capitolo 12, Versetti 14-21



Ma i farisei uscendo facevano consiglio contro di lui, su come farlo morire. Gesù però sapendo ciò si allontanò di là, e molti lo seguirono, e li guarì tutti. E comandò loro di non manifestarlo, affinché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: <<Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui, e annunzierà il giudizio alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. Non spezzerà la canna incrinata, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché non abbia fatto trionfare il giudizio; nel suo nome spereranno le genti>>.

Ilario: L’invidia del fatto tocca i Farisei, poiché vedendo l’uomo nel corpo, non intendevano Dio nelle opere. 

Rabano: Uscendo dice, poiché la loro mente si era allontanata dal Signore. Fecero consiglio su come perdere la vita, non su come trovarla.

Remigio [Rabano]: Si allontanò di là come un uomo che fugge le insidie dei suoi persecutori, poiché non era ancora il tempo né il luogo di patire: infatti <<non è conveniente che un Profeta perisca fuori Gerusalemme>>, come egli stesso dice (Lc 13,33). Il Signore sfuggi anche a coloro che lo perseguitavano con odio e giunse là dove trovò molti che lo amavano; per cui leggiamo: e molti lo seguirono. Colui che i Farisei con unanime deliberazione vogliono eliminare, è seguito dalla folla senza istruzione con unanime amore; per cui subito conseguono l’effetto del loro desiderio, segue infatti: e li guarì tutti

Remigio: Il Signore Gesù Cristo è detto servo di Dio onnipotente non secondo la divinità, ma secondo l’aspetto della carne assunta: poiché con la cooperazione dello Spirito Santo prese la carne da una Vergine senza macchia di peccato. Alcuni libri hanno: <<l’eletto, che ho scelto>>; fu infatti scelto da Dio Padre, cioè predestinato, per essere il Figlio di Dio proprio, non adottivo.

Remigio: L’espressione latina <<complacuit animae meae>>, ciò piacque alla mia anima, non va intesa nel senso che Dio Padre abbia un’anima, ma l’anima viene attribuita a Dio in modo traslato, per mostrare così l’affetto di Dio. E non c’è da meravigliarsi se l’anima viene detta di Dio in senso metaforico, dato che anche le altre membra del corpo gli vengono attribuite.

Agostino: Nel suo nome spereranno le genti. Quest’ultima cosa già la vediamo compiuta; e così attraverso ciò che non può essere negato viene creduto anche ciò che in modo imprudente viene negato da alcuni, il giudizio ultimo che porrà in terra, quando verrà egli stesso dal cielo. Chi infatti avrebbe sperato che le Genti sperassero nel nome di Cristo quando egli veniva arrestato, legato, percosso, deriso e crocifisso; quando anche gli stessi discepoli avevano perso la speranza che avevano già cominciato ad avere in lui? Ciò che a stento sperò uno dei ladroni sulla croce, ora lo sperano le Genti diffuse in lungo e in largo. E per non morire in eterno si segnano con quella stessa croce sulla quale egli morì.  Nessuno dunque dubiti che l’ultimo giudizio sarà fatto da Gesù Cristo nel modo in cui fu preannunziato.


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