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martedì 27 marzo 2018

Matteo, Capitolo 12, Versetti 33-35


Prendete un albero buono, e anche il suo frutto sarà buono; prendete un albero cattivo, e anche il suo frutto sarà cattivo: infatti dal frutto si riconosce l'albero. Discendenza di vipere, come potete dire delle cose buone se siete cattivi? Infatti la bocca parla dall’abbondanza del cuore. L'uomo buono dal buon tesoro trae cose buone, e l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive.

Crisostomo: Chi voleva accusare Cristo non diceva che è un male liberare qualcuno da un demonio. Ma poiché non parlavano male delle opere, dicendo però che era il diavolo che le compiva, dimostra che questa accusa è al di fuori della conseguenza delle cose, e al di fuori delle concezioni comuni. Era infatti immensamente vergognoso inventare tali cose.

Girolamo: Li costringe dunque con un ragionamento che i Greci chiamano aphycton, e che noi possiamo chiamare inconfutabile, poiché incalza gli interroganti da entrambe le parti del dilemma. Se, dice, il diavolo è cattivo, non può fare opere buone; ora, se sono buone le cose che voi vedete, segue che non è stato il diavolo a farle: non è infatti impossibile che da una cosa cattiva ne venga una buona, o da una buona una cattiva.

Ilario: Così dunque al presente confuta i Giudei, i quali, dopo aver visto che le opere di Cristo superavano la potenza umana, non vollero tuttavia confessare le opere di Dio. Insieme confuta anche ogni futura perversità nella fede, di quelli cioè che, sottraendo al Signore la divinità e la comunione della sostanza paterna, caddero in diverse fazioni eretiche, non facendo nessuna di queste due cose: abitare fra le Genti con la scusa dell’ignoranza, aderire alla conoscenza della verità. L’albero rappresenta l’umanità di Cristo, poiché con la fecondità della sua virtù può produrre ogni buon frutto. Così un albero sarà buono producendo frutti buoni, e sarà cattivo producendo frutti cattivi: un albero cattivo non può essere ritenuto buono, e viceversa.  Ma questa comparazione qui significa che Cristo o deve essere abbandonato come inutile, o abbracciato come sorgente di buoni frutti. Voler stare in mezzo, attribuire certe cose a Dio, rifiutargli le sue maggiori prerogative, rispettarlo come Dio e negarli la comunione alla divinità è una bestemmia contro lo Spirito; tu non osi rifiutarli il nome di Dio a causa del sentimento di ammirazione che ti ispirano le sue grandi opere, e per sostenere la tua malizia rifiuti la sua nobiltà e neghi la sua comunione alla sostanza del Padre.

Crisostomo: Poiché egli non parlava in favore di sé, ma dello Spirito Santo, li rimprovera con queste parole: Discendenza di vipere, come potete dire delle cose buone se siete cattivi? Disse questo accusando sia loro sia le cose che erano state dette, dando la dimostrazione in base a loro stessi, come se dicesse: ecco, voi essendo alberi cattivi non potete portare un buon frutto. Quindi non mi meraviglio che diciate così: infatti siete stati nutriti nel male da cattivi progenitori, e avete una mente cattiva. E vedi che non ha detto: come potete dire delle cose buone essendo una discendenza di vipere? Questa infatti è un’altra cosa, ma ha detto: come potete dire delle cose buone se siete cattivi? Li chiama invece discendenza di vipere poiché si gloriavano nei progenitori: per escludere la loro superbia li ha separati dalla discendenza di Abramo, attribuendo ad essi dei progenitori di simili costumi.

Crisostomo: Quando ascolti un uomo che proferisce il male, concludi a una corruzione interiore più grande di quella che egli esprime; poiché ciò che giunge all’esterno non è che una sovrabbondanza di ciò che si trova all’interno; e con ciò egli li colpisce in modo veemente. Se infatti ciò che fu detto da loro è così cattivo, pensa quanto sarà maligna la radice delle parole. Ma bisogna intendere ciò con riserva: spesso infatti la lingua di un uomo non espande al di fuori la malizia all’improvviso, essendo legata dalla vergogna, mentre il cuore, non avendo alcun uomo a testimone, genera senza timori tutti i mali che vuole: infatti si preoccupa poco di Dio. Quando però aumenta la quantità dei mali che sono dentro, le cose che prime erano nascoste prorompono nelle parole; per questo dice: la bocca parla dall’abbondanza del cuore, in quanto l’uomo parla dai tesori del cuore.


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