A chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini che siedono
nella piazza, che chiamando i loro compagni dicono: Abbiamo cantato per voi e
non avete ballato, abbiamo intonato un lamento e non avete pianto. E' venuto infatti
Giovanni che non mangia e non beve e dicono: Ha un demonio. E' venuto il Figlio
dell'uomo che mangia e beve e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei
pubblicani e dei peccatori. E alla sapienza è stata resa giustizia dai suoi
figli.
Ilario: Tutto questo passo è l’obbrobrio dell’incredulità, e viene
dall’affetto del precedente lamento, poiché la plebe insolente non era stata
istruita dai diversi generi di discorsi.
Glossa: Come se dicesse: Giovanni è tanto grande, ma voi non
voleste credere né a lui né a me: quindi a chi vi paragonerò? Per generazione
intende insieme sia i Giudei, sia egli stesso con Giovanni.
Ilario: Con i bambini sono indicati i Profeti, i quali hanno
predicato nella semplicità del cuore, come i bambini: essi hanno predicato e
fatto intendere i loro rimproveri nel mezzo della sinagoga, come nel mezzo di
una pubblica piazza; i loro contemporanei non armonizzano le loro azioni con il
canto dei Profeti, e non obbedirono alle loro parole: la danza infatti segue i
movimenti del canto. I Profeti, come si può vedere nei cantici di Mosè, di
Isaia e di Davide, invitarono il popolo a confessare Dio medianti i Salmi.
Girolamo: Dicono dunque: Abbiamo
cantato per voi e non avete ballato, cioè: vi abbiamo invitato col nostro
canto a fare opere buone, e non avete voluto. Ci siamo lamentati, e vi abbiamo
invitati alla penitenza, e non avete voluto fare nemmeno questo, disprezzando
entrambe le predicazioni, tanto di esortazione alle virtù quanto di penitenza
dopo i peccati.
Agostino: Vorrei ora che i Manichei mi dicessero che cosa
mangiava e beveva Cristo, che qui, in confronto a Giovanni che non mangiava e
non beveva, si dichiara che uno che mangia e che beve. Infatti non è detto che
Giovanni non beveva in alcun modo, ma che non beveva vino né bevanda
inebriante: dunque beveva acqua. Il suo cibo poi non era del tutto inesistente,
ma consisteva in locuste e miele selvatico. Perché dunque si dice che non
mangiava e non beveva se non perché non faceva uso del cibo comune dei Giudei?
Se quindi il Signore non ne avesse fatto uso, non sarebbe stato considerato a
suo confronto uno che mangiava e beveva. C’è da meravigliarsi invece se si dice
che non mangia colui che si ciba di locuste e miele selvatico, e si dice che
mangia chi si accontenta di pane e legumi.
Ilario: In un senso mistico, la predicazione stessa di
Giovanni Battista non riuscì a convertire i Giudei. La legge era apparsa loro
pesante, difficile e fastidiosa a causa di certe prescrizioni sulle bevande e
sui cibi. Era loro impossibile non peccare nella legge, a causa della
difficoltà di osservarla, ed è così che la legge li sottometteva al demonio; e
d’altra parte la predicazione del Vangelo in Cristo non piacque loro malgrado la
libertà che essa rendeva alla vita, e le difficoltà e i fardelli della legge
che faceva cessare: solo i pubblicani e i peccatori credettero. E così i
Giudei, dopo così grandi e vani avvertimenti, non furono giustificati dalla
grazia e furono abbandonati dalla legge. E allora alla sapienza fu resa giustizia dai suoi figli, vale a dire da
coloro che rubano il regno dei cieli mediante la giustificazione per la fede, professando
la giusta opera della sapienza, che aveva trasferito il suo dono dagli ostinati
ai fedeli.
Nessun commento:
Posta un commento