E salendo su un monte chiamò a sé quelli che volle; e vennero a lui, e fece si che fossero dodici con lui per mandarli a predicare; e diede loro il potere di guarire le malattie e di scacciare i demoni, e impose a Simone il nome di Pietro, poi costituì Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, e li chiamò Boanerghes, cioè figli del tuono, e Andrea e Filippo e Bartolomeo e Matteo e Tommaso e Giacomo di Alfeo e Taddeo e Simone il Cananeo, e Giuda Iscariota, il quale anche lo tradì.
Beda: La loro chiamata all'apostolato non apparteneva alla loro scelta o ambizione, ma alla degnazione divina. Inoltre quel monte sul quale il Signore scelse gli apostoli designa l'altezza della giustizia nella quale dovevano essere istruiti, e che avrebbero predicato agli uomini. Girolamo: Oppure il monte è spiritualmente Cristo, dal quale fluiscono le acque vive, viene preparato il latte per la salvezza dei piccoli, viene riconosciuta la pinguedine spirituale e tutto ciò che viene creduto sommo bene è costituito per la grazia di questo monte. Quindi sul monte sono chiamati gli eccelsi nei meriti e nelle parole, affinché il luogo convenga agli altri meriti.
Segue: e vennero a lui, e fece si che fossero dodici con lui per mandarli a predicare. Girolamo: Infatti il Signore amò la bellezza di Giacobbe, affinché essi fossero sopra dodici troni, giudicando le dodici tribù di Israele, i quali anche in gruppi di tre e quattro giacciono intorno al tabernacolo del Signore, portando sulle spalle laboriose le sante parole del Signore.
Beda: Per figurare che in un altro tempo i figli di Israele erano accampati attorno al tabernacolo in gruppi di tre, così che da ogni parte le tribù rimanessero tre per quattro. Infatti tre volte quattro fanno dodici, e tale era il numero degli Apostoli che furono inviati per predicare, al fine di battezzare nel nome del Padre e del figlio e dello Spirito Santo tutte le regioni di questo universo composto di quattro parti.
Segue: e Giuda Iscariota, il quale anche lo tradì. Teofilatto: Ma perché viene computato fra gli Apostoli? Affinché apprendiamo che Dio non respinge nessuno a motivo della malizia futura, ma fa si che sia ritenuto degno per la virtù presente.
Girolamo: Giuda Iscariota è colui che non distrugge il suo peccato con la penitenza; Giuda infatti si interpreta confidente o glorioso; Scariota, invece, memoria della morte. Ci sono infatti nella Chiesa molti confessori superbi o gloriosi, come Simon Mago e Ario e gli altri eretici, la cui memoria mortale viene celebrata affinché sia evitata dalla Chiesa.
Nessun commento:
Posta un commento