E’ da tempo ormai che viene fatta passare una interpretazione che
metterebbe in dubbio la nascita di Gesù il 25 dicembre del 1° d.C.
Infatti si sente dire che essendo morto Erode il Grande il 4 a.C.,
siccome costui è legato alla nascita di Gesù per il fatto della strage
degli innocenti, allora Gesù non sarebbe potuto che nascere il 6 o 7
avanti Cristo.
Ebbene questa interpretazione sarebbe falsa e Gesù sarebbe in realtà
nato proprio nel dicembre del 1° d.C, così come tramandato dalla
tradizione.
Vediamo infatti di mettere le due tesi a confronto. La prima tesi,
sostenuta dall’Ottocento in avanti, pone la nascita di Gesù al 7 a.C.,
in base ad un calcolo previo che contempla la morte di Erode il Grande
nel 4 a.C., nonché della congiunzione, proprio in quell’anno, dei
pianeti Giove e Saturno, fenomeno astronomico ritenuto all’origine della
stella vista dai Magi.
La seconda, invece, già indicata dal monaco Dionigi il Piccolo nel VI
secolo, e tornata in auge da una decina d’anni, in particolare per gli
studi di Giorgio Fedalto, grazie all’uso dei risultati dell’U.S. Naval
Observatory di Washington, che pone la nascita di Gesù nel 1° anno della
cosiddetta Era volgare.
È utile sottolineare che per i sostenitori della prima ipotesi Gesù vive
dal 7 a.C. al 30 d.C., quindi per 37 anni; per la seconda, dal 1 d.C.
al 33 d.C., per 33 anni.
La seconda ipotesi , cioè che Gesù è nato il 1° d.C. , secondo alcuni studiosi sarebbe praticamente incontestabile.
Come sostenere, però, la nascita di Gesù nel 1° d.C. se Erode muore nel 4 a.C.?
Secondo lo stesso Giuseppe Flavio, Erode compiva 15 anni quando Ircano
era giunto al nono anno dalla sua nomina, da quando Pompeo l’aveva
ordinato Sommo sacerdote a Gerusalemme. Sappiamo che Erode morì a 71
anni circa, quindi nel 2 o 3 d.C. - esattamente 55 anni dopo il 54 a.C. -
e non quindi nel 4 a.C., come comunemente ancora si sente ripetere. Tra
l’altro l’eclissi a cui fa riferimento Giuseppe Flavio, come evento
legato alla morte di Erode, si è verificata sia nel 4 a.C. che nel 3
d.C. Va a questo punto osservato, ai fini dei calcoli, che l’anno zero è
stato introdotto molti secoli dopo lo stesso calendario preparato dal
monaco scita Dionigi, fino ad allora computando, senza soluzione di
continuità, dall’1 a.C. all’ 1 d.C.
In più, va aggiunto, che le reggenze dei figli di Erode eccedono di tre
anni le rispettive date di abdicazione o di morte: Archelao è cacciato
dalla Giudea nel 7 d.C. dopo 10 anni di reggenza; Filippo muore nel 34
d.C. dopo 37 anni di reggenza e Antipa muore nel 40 d.C. dopo 43 anni di
regno. Fatto che induce a sostenere un periodo di almeno tre anni di
co-reggenza del padre con i figli. In tal modo bisogna posticipare al 2 o
3 d.C. la data di morte di Erode, perché quella del 4 a.C. è in realtà
la data del testamento con cui suddivide il regno tra i tre figli.
Alla luce di quanto abbiamo detto, si può ritenere fondatamente che Gesù
nacque nel 1 d.C. e che Erode morì tra il 2 e il 3 d.C., confermando la
tradizione delle Chiese orientali registrata dai calendari giuliani e
gregoriano-
Inoltre è nato il 25 dicembre, infatti:
Dionigi recepì la data del 25 dicembre che non era stata introdotta
arbitrariamente dalle Chiese cristiane. Secondo Tertulliano Gesù sarebbe
nato nel 752 di Roma, 41° anno dell’impero di Augusto. I moderni
strumenti di indagine permettono di collegare i dati con gli elementi
astronomici che ne garantiscono la sicurezza; si superano così i
contrasti tra mondo ebraico e cultura cristiana che possono aver
condizionato gli storici. La cronologia può essere ricostruita, come ha
fatto l’insigne storico Giorgio Fedalto, comparando tavole cronologiche
differenti (cfr. Storia e metastoria del cristianesimo. Questioni
dibattute, Verona 2006, pp 39-58 e Carsten Peter Thiede, La nascita del
cristianesimo, Milano 1999, pp 267-322).
Anche sugli annunci che precedono la nascita del Signore possiamo fare
alcune considerazioni. Luca, intendendo inquadrare storicamente Gesù e
la sua venuta, fornisce un’altra coordinata: comincia il suo vangelo
riportando una tradizione giudeo-cristiana gerosolimitana, un fatto
apparentemente marginale ma storicamente verificabile dai suoi
contemporanei, ancor prima del 70 d.C. Secondo l’evangelista, l’angelo
Gabriele aveva annunziato al sacerdote Zaccaria, mentre “esercitava
sacerdotalmente nel turno (taxis) del suo ordine (ephemeria)” (1,8),
quello di Abia (1,5) che la sua sposa Elisabetta avrebbe concepito un
figlio. Luca rimanda pertanto ad una rotazione disposta da David (1Cr
24,1-7.19): le 24 classi si avvicendavano in ordine immutabile nel
servizio al tempio da sabato a sabato, due volte l’anno. Questo era noto
tra i giudei e almeno in ambiente giudeo-cristiano. Il turno di Abia,
prescritto per due volte l’anno, cadeva dall’8 al 14 del terzo mese del
calendario (lunare) ebraico e dal 24 al 30 dell’ottavo mese (cfr
Shemarjahu Talmon, The Calendar Reckoning of the sect from the Judean
Desert. Aspects of the Dead Sea Scrolls, in Scripta Hierosolymitana, vol
IV, Jerusalem 1958, pp 162-199 e Antonio Ammassari, Alle origini del
calendario natalizio, in Euntes Docete, 45, 1992, pp 11-16). Questa
seconda volta, secondo il calendario solare corrisponde all’ultima
decade di settembre.
In tal modo è storica anche la data della nascita del Battista (Lc
1,57-66) corrispondente al 24 giugno, nove mesi dopo. Così anche
l’annuncio a Maria “nel sesto mese” (1,28) dalla concezione di
Elisabetta, corrispondente al 25 marzo. Ultima conseguenza è dunque
storica la data del 25 dicembre, nove mesi dopo.
Invece, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, si divulgò da
parte di liturgisti l’idea che il 25 dicembre fosse una data
convenzionale, scelta dai cristiani di Roma per sostituire il Natale del
Sole invincibile, cioè una festa del dio Mitra o dell’imperatore, che
cadeva intorno al solstizio invernale. In realtà, soprattutto dopo
l’editto di Costantino, la Chiesa avrebbe potuto pure essere mossa dal
desiderio di valorizzare qualche festa del paganesimo decadente, ma non
inventare di sana pianta una data così centrale. Si pensi che nel rito
bizantino la data dell’Annunciazione abolisce la domenica e il giovedì
santo, e se coincide con la Pasqua si canta metà canone, la composizione
poetica propria delle due feste. Dunque, la memoria ininterrotta fu
sanzionata con la liturgia, ma il Vangelo di Luca con i suoi accenni a
luoghi, date e persone vi ha contribuito in modo fondamentale.
Quindi la festa cristiana del Natale non ha la sua origine storica in
Roma ma in Terra Santa: nella seconda metà del IV secolo Egeria racconta
che a Gerusalemme si celebrava il 6 gennaio. Si può supporre che tale
data, oggi l’Epifania - attestata per quanto si sa in Alessandria
nell’ambiente gnostico di Basilide - sia rimasta festa del Natale nei
calendari bizantini fino al 1583, data della riforma gregoriana, in
seguito alla quale il calendario giuliano è in ritardo di 13 giorni
rispetto al gregoriano.
Con ciò non si vuol dire che tutto sia chiarito, però “Le vecchie
ipotesi, secondo cui il 25 dicembre era stato scelto a Roma in polemica
con il culto mitraico o anche come risposta cristiana al culto del sole
invitto, che era stato promosso dagli imperatori romani nel corso del
terzo secolo come tentativo di stabilire una nuova religione di stato,
oggi non paiono più sostenibili” (J.Ratzinger, Introduzione allo spirito
della liturgia, Ed. San Paolo, Cinisello B. 2001, p 104).
(Le notizie che ho riportato sono tratte dagli articoli "Le date del
Natale e dell'Epifania" e "Le date del Natale: Dionigi non ha sbagliato'
di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello su 'Fides e Forma' e l'
articolo 'Il 25 dicembre è data storica' del prof. Tommaso Federici)
Fonte: https://mi-chael.blogspot.com/2009/12/la-vera-data-di-nascita-di-gesu.html
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