Esiste un rapporto tra follia e
santità? Un santo è per molti un esempio:
ha vissuto nell’imitazione di Gesù, ha operato miracoli e ora siede nei cieli avendo
raggiunto la perfezione umana; niente sembrerebbe più distante dal folle, il cui
comportamento non è certo un modello, e che per secoli è stato considerato un posseduto
dal demonio. Eppure i santi seguono una
vita per molti aspetti folle: rifiutano i beni terreni, mortificano il proprio corpo
e accettano il dolore come un dono. E, al
contempo, la concezione medica e sociale di pazzia è mutata nel tempo, chiarendo
quanto essa dipenda anche dalla cultura dominante. Non è allora possibile che
il malato di mente sia incompatibile più con la vita terrena che non con il
regno dei cieli?
Andreoli fa un viaggio tra i santi per leggerli alla luce della follia, così come viene intesa oggi, fondendo le proprie competenze di psichiatra e al contempo la forte impronta culturale che da sempre contraddistingue i suoi studi, e rileggendo così l’uomo e il santo in maniera originale e inaspettata.
Andreoli fa un viaggio tra i santi per leggerli alla luce della follia, così come viene intesa oggi, fondendo le proprie competenze di psichiatra e al contempo la forte impronta culturale che da sempre contraddistingue i suoi studi, e rileggendo così l’uomo e il santo in maniera originale e inaspettata.
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