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La presente esposizione è ristretta ai testi del Padre
Meinvielle (pressi dai suoi libri, articoli, conferenze), e riguarda la
sua visione della civiltà cristiana.
☩︎
1. Storia e provvidenza
Se
si considera lo sviluppo degli avvenimenti umani, la deviazione e
ribellione dei popoli contro Dio, uno si sente proclive a pensare che
sono gli uomini che, burlando i piani di Dio, costruiscono secondo la
sua voglia la storia. Non è, però, che uno sguardo frammentato,
superficiale e sproporzionato. La lettura reale della storia noi la
avremo quando a Dio piacerà, vale a dire il giorno della seconda venuta
del suo Figlio sulle nubi, in gloria e maestà.
Il
criterio per fare un giudizio su un movimento, deve basarsi nel fine
verso il quale si orienta. Il mondo vive in perpetuo movimento perché
sono infiniti i motti che si agitano. Non si muovono, però all’azzardo,
come se fossero senza principio e senza fine, consegnate soltanto al
confronto delle forze in gioco. Il movimento della storia non è il
risultato di energie cieche, bensì l’attrazione che fini determinati,
viventi in un’intelligenza, esercitano sui mobili. C’è, quindi,
un’intelligenza che guida tutte le forze che si muovono nel mondo. Ciò è
stato espresso da San Paolo: tutto è vostro, voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio
(1Cor 3, 23). Il piano divino sulle realtà terrestri si presentano in
grandiosa gerarchia: tutte le cose si riferiscono all’uomo attraverso
Cristo, per finire nella Trinità, fonte di vita, bontà essenziale, causa
di tutto, il quale ha effuso il suo amore comunicando ad ogni cosa
l’essere e la perfezione. L’ordine inferiore molteplice si unifica con
il microcosmo, cioè l’uomo; un altro ordine concentrato in Cristo
mediatore, uomo-Dio; l’ordine finale: quello della semplicità dello
stesso Dio. La chiave di questo mirabile ordine è Gesù Cristo, il quale
essendo Dio si fece uomo e attira verso Dio tutte le cose da Lui
scaturite. Questa forza d’attrazione si esercita sulle volontà degli
uomini, perciò la storia non è altro che lo scenario grandioso dove si
sviluppano queste volontà (cfr. Hacia la Cristiandad 9-11).
“La
storia, quindi, è il campo nel quale il divino seminatore ha seminato
il buon seme, e dove il diavolo sopra-seminò zizzania (cf. Mt 13, 24
ss.). Così bene e male sono mischiati, in proporzioni solo da Dio
conosciute, e così sarà fino alla fine della storia” (El comunismo p. 32).
“Nella storia intervengono tre protagonisti principali:
-
L’uomo dedicato alle molteplici attività professionali, economiche,
politiche e culturali, il quale deve decidere con la sua azione libera,
in ogni atto il suo destino e il senso che vuole dare alla storia.
- Il diavolo che, operando su ciò che è esteriore, e soprattutto attraverso i grandi mezzi di potere, cerca di suggerire ad ogni uomo l’amore di se stesso (= egoismo).
- Dio, che operando nel profondo del cuore umano, lo attrae soave però fortemente alla pratica del amore autentico.
- Il diavolo che, operando su ciò che è esteriore, e soprattutto attraverso i grandi mezzi di potere, cerca di suggerire ad ogni uomo l’amore di se stesso (= egoismo).
- Dio, che operando nel profondo del cuore umano, lo attrae soave però fortemente alla pratica del amore autentico.
Da
questi tre, soltanto Dio ha un dominio sovrano e totale sulla storia,
che esercita d’accordo ai suoi disegni della sua inenarrabile sapienza e
volontà” (El comunismo p.31 c).
“Nella
storia ci sono due grandi belligeranti che si disputano la totalità
degli uomini: Cristo e il diavolo. Ogni atto umano si rivolge in
definitiva per un ultimo fine: o per Dio o per la creatura, o per Cristo
o per il diavolo. La storia quindi, perché umana si risolve negli atti
umani, appartiene a Cristo o al diavolo, e in assoluto a Cristo nella
misura in cui il diavolo gli è anche sottomesso.
Cristo
è ormai il sempre vincitore della storia, il Signore della vita e della
morte, l’alfa e l’omega. Trionfa mediante l’amore e la misericordia sui
predestinati; trionfa mediante la giustizia nei dannati. La storia,
quindi, sempre scrive un nome e solo un nome: Cristo. Cristo, da una
parte, trascende la storia; dall’altra è immanente al divenire storico.
Tutto il corso della storia marcia verso Cristo per vie da solo Dio
conosciute” (El comunismo p.32 c y d).
“La
battaglia fra Cristo e il diavolo si sviluppa all’interno del cuore
dell’uomo. Non ostante sarebbe uno sbaglio affermare che il campo della
vita temporale dell’uomo è neutrale a questa disputa. Il destino della
vita umana si risolve all’interno del cuore, però riguarda le cose che
costituiscono la vita temporale. L’uomo svolge le sue attività temporali
per soddisfare le sue necessità elementari di vivere, e per progredire
nel modo di fare fronte alle medesime necessità. La sua vita di
famiglia, di lavoro, di cultura, conforma il tessuto delle azioni e
delle attività che conformano la città temporale. In esse l’uomo deve
risolvere la sua decisione ultima e il suo destino eterno. La città
temporale: aiuta od ostacola lo sviluppo della vita cristiana? E’ ormai
ovvio che, in una civiltà digradata per le idee e corrotta nelle
costume, civiltà nella quale si corrompe la famiglia, e la vita sociale
diventa pagana, non si aiuta alla evangelizzazione di un popolo. Una
civiltà laicista, permeata dal liberalismo rivoluzionario, oppure dal
ateismo non è favorevole a ridare il senso di Dio alle anime. Di meno
ancora in una civiltà dominata dal comunismo. E’ possibile, senz’altro,
che Dio possa influire nei cuori e in queste civiltà si salvino molti
eletti, però, per dirlo liscio, sono civiltà pervertite che perdono
molte anime, le quali messe in condizioni diverse e propizie alla fede
cristiana, si salverebbero. Con questo tipo di civiltà, il diavolo non
permette che il messaggio cristiano raggiunga ai gentili, e non si
salvino (cf. 1Te 2, 14 ss.)” (El comunismo p.33 a).
2. L’uomo e la città cristiana
L’uomo
da una parte è composto di anima spirituale e corpo materiale,
dall’altra ha una dimensione sociale che gli è connaturale.
Quando
parliamo di quattro formalità nell’uomo si intende che l’unica anima
spirituale e immortale in ogni uomo che informa il suo corpo. Si come
l’anima umana è superiore agli altri essere viventi, contiene in modo
eminente le virtualità delle forme inferiori.
a) Le quattro formalità dell’uomo e la loro proiezione sociale.
“Il
foco centrale dell’interpretazione di Meinvielle è rimasto espresso
nella sua dottrina delle quattro formalità, chiamata ad essere una delle
sue contribuzioni più durabili” (C. Sacheri).
“Essa consiste sinteticamente nel distinguere quattro aspetti o formalità nell’uomo:
- essere esistente
- animale
- razionale
- divino”
(C. Sacheri).
- essere esistente
- animale
- razionale
- divino”
(C. Sacheri).
“a queste quattro formalità corrispondono in modo analogo quatto funzioni sociali basilare” (C. Sacheri)
- animale -------------------------- economia di direzione
- razionale ------------------------- politica
- divino ---------------------------- sapienza
b) La città cristiana
“La
cristianità medievale, cima della pienezza colturale, espresse in modo
compiuto, le esigenze di questo ordinamento esenziale di ogni autentica
civiltà, perché in essa, c’era una subordinazione gerarchica
dell’attività produttiva a quella impresaria, la impresaria subordinata
alla politica, e in fine il potere politico guidato dalla autorità
religiosa” (C. Sacheri).
“La città cattolica, che
ebbe la sua realtà di relativa pienezza, raggiunge il suo splendore
nella società medievale del secolo XIII” (El comunismo p.59 b).
“Il
cristianesimo riuscì ad edificare sulle basi delle istituzioni
greco-romane, e con il contributo del mondo barbaro, il fermo edificio
della civiltà che raggiunge la sua pienezza nel secolo XIII” (El comunismo pp. 40 f y 41 a).
“La
città cattolica raggiunse il suo apice storico nel secolo XIII, quando
la saggezza finì in un San Tommaso d’Aquino, la prudenza politica ebbe
il suo vertice meraviglioso in San Luigi, re della Francia, e l’arte si
illuminò col pennello del Beato Angelico” (El comunismo p. 38 b).
“Nel
medioevo furono politici santi. Così emerse la città cattolica, con
tutte le imperfezioni proprie delle realtà umane, e con tutte le
imperfezioni proprie del momento storico. Perché la città era cattolica,
l’azione del diavolo rimaneva ristretta ad una conquista individuale
delle anime” (El comunismo p.45 e).
“Il
diavolo non poteva accettare questa ristrettezza, e quindi cerca di
distruggere la città cattolica. Doveva istigare alla rivoluzione
anti-cristiana. E lo intende attraverso una duplice azione: dal di
dentro con la cooperazione dei scismatici ed eresse; dal di fuori con
l’invasione dei popoli pagani e poi musulmani. Però la città cattolica
resiste, si difese e diffonde fino a raggiungere il suo vertice nel
secolo XIII. Dopo inizia il crollare di essa” (El comunismo p.46 a).
3. Le Rivoluzioni anti-cristiane
“Quella
realtà storica della città cattolica si sgretolò, e dall’ora soffre un
processo di disintegrazione che finì nel comunismo” (El comunismo p.40 b).
“Una
rivoluzione in senso metafisico è una ribellione dell’ inferiore contro
ciò che è superiore, per far prevalere l’inferiore” (El comunismo p.56 g).
“L’ordine
normale è ordinato, gerarchico. L’anormale è violazione del ordine,
della gerarchia. Nel rompere la gerarchia si distrugge il principio di
unità, e si lascia libera azione alle energie dissolventi che inducono
la morte. La morte non è altro che la disgregazione di ciò che è uno nel
multiple. Tre, e soltanto tre, sono le possibili rivoluzioni:
- ciò che è naturale si ribelli contro il sopranaturale;
- ciò che è animale contro il naturale;
- la formalità di cose contro ciò che è animale”
(El comunismo pp.52-53).
“Per
distruggere la città cristiana si impiegarono armi dialettiche. Ogni
distruzione è separazione, disunione, rottura. Così la vita è unione,
unione della creatura con il Creatore, della natura umana con la divina,
l’unione della ragione con la rivelazione, della politica con la
teologia, dell’imperio con il sacerdozio. Invece la distruzione è
opposizione, disgregazione: opposizione fra la creatura contro il
Creatore, la natura contro la grazia, la ragione contro la fede, la
politica contro la teologia, lo Stato contro la Chiesa, l’impero contro
il sacerdozio, cioè: il divorzio di ciò che dovrebbe essere unito” (El comunismo p.93 b).
“Con
lo avvenimento della modernità, il cui origine intellettuale è
configurato dalle correnti nominalistiche, si produce una frattura o
spaccatura, squarcio dei valori culturali medievali, che percorrono le
tappe di disgregazione:
- la guida religiosa è sostituita dal potere politico, il quale alla sua volta diventa assolutista con il Rinascimento e la Riforma.
- dal secolo XVII, il valore politico delle monarchie assolutisti viene sostituito dalla economia di produzione, incarnata storicamente nella borghesia industriale permeata dalle idee liberali di Adam Smith e J. J. Rousseau.
- in fine, la economia del proletariato, condizionata dalla ideologia socialista, e poi comunista, erige con la Rivoluzione sovietica la dominazione del proletariato oppure economica come campione della plenitudine umana e sociale” (C. Sacheri).
a) La prima rivoluzione [Lutero]: Cristo sì, Chiesa, no.
“Ciò
che è naturale si ribella contro il sopranaturale, l’aristocrazia
contro il sacerdozio, la politica contro la teologia, producendosi una
cultura di espansione politica, naturale, e allo stesso tempo opprimente
dello religioso, come accade nel Rinascimento: l’umanesimo, il
razionalismo, il naturalismo, l’assolutismo” (El comunismo pp.52-53).
“L’armonia
si sgretola quando il potere temporale non serve al bene temporale, ma
cerca soltanto il potere, comandare (ecco del diabolico ‘ non servirò più
’). A modo di campione accade quando Filippo il Bello (= el hermoso)
alza la sua mano sacrilega, per mezzo di Guglielmo di Nogaret, cattura
il Papa, lo mantenne carcerato e l’ultragia in Anagni. L’anziano
Pontefice, seduto sul suo trono, con la tiara sulla testa, con le chiavi
e la croce tra le mani è disprezzato per il monarca assolutista che
inaugura la età moderna. Ribellione che inaugura nel sociale un nuovo
spirito che si fortifica col disprezzo del papato, ed è formulato e
rassicurato con la riforma Luterana” (El comunismo 54 e y 55 a).
“Ma,
perché accade questo? Perché l’uomo non può, senza la rivelazione e
senza la grazia sopranaturale, raggiungere la perfezione della sua
natura e della sua ragione; senza l’ausilio sopranaturale, l’uomo
decade, si degrada, discendendo ai gradi inferiori, di livello sotto
-umano” (El comunismo p. 55 e y 56 a).
“caduta da Dio, ricadrai da te stesso” (San Agostino).
b) Seconda rivoluzione [‘francese’]: Dio si, Cristo no.
“ribellione
di ciò che è animale contro il naturale, la borghesia contro
l’aristocrazia, la economia contro la politica, producendosi una cultura
di espansione economica opprimente lo politico e razionale, inaugurata
con la Rivoluzione francese: l’economicismo, il capitalismo liberale, il
positivismo, l’animalismo, la democrazia liberale, il liberalismo” (El comunismo pp.52-53).
“L’uomo
con solo le sue forze naturali non può mantenersi nell’integrità della
legge naturale. L’uomo può certamente fare molte opere buone, però non
può seguire l’integrità della legge naturale per molto tempo. E’
l’insegnamento di sant’Agostino contro Pelagio. Ciò che è vero per
l’uomo, e valido anche per i popoli. Senza la grazia, i popoli cadranno
man mano, nei grandi errori e delitti” (El comunismo p.93 d).
“Così
comincia a sgretolarsi, a rompersi il medesimo ordine naturale.
Opposizione fra l’oggetto e il soggetto, fra la realtà e la conoscenza,
il realismo contro l’idealismo, il bene comune contro il bene
individuale, l’ordine contro la libertà, la politica contro la economia,
la autorità pubblica contro la libertà, la filosofia contro la scienza,
il razionalismo e l’empirismo. E da questa seconda rivoluzione nasce un
mondo ancora meno umano, quello del secolo XIX” (El comunismo p.94 a).
“la
economía economista es inevitablemente invertida; en ella se consume
para producir más, se produce más para vender más, se vende más para
lucrar más, [cuando la recta ordenación exige que la finanza y el
comercio estén al servicio de la economía; ésta al servicio de la
política, la política al servicio del hombre, y el hombre al servicio de
Dios]” (El comunismo p.57).
“En la
sociedad liberal, si el hombre se junta a otro hombre y con él se
relaciona no es por el hombre mismo, sino para ayudarse en su relación
con las cosas y en disponer de mayores riquezas. Por ello, el burgués
considera natural la explotación del proletariado, porque sólo le
interesa el rendimiento. La ciudad liberal no es, en definitiva, una
sociedad política, de hombre a hombre, sino económica, de hombre a
cosas” (El comunismo p.68 a).
c) Terza rivoluzione [il Comunismo]: Dio non.
“ribellione
delle cose contro il animale, l’artigianato contro la borghesia,
producendosi la espansione proletaria, materialistica opprimente la
borghesia, si inaugura la Rivoluzione comunista: il comunismo, il
materialismo dialettico, guerra al capitalismo liberale, guerra alla
borghesia. E’ l’ultima e caotica rivoluzione, dove l’uomo è distrutto, e
si lotta contro la religione, la proprietà, la famiglia, la Verità” (El comunismo pp.52-53).
“il
comunismo non è più che una tappa di un procceso enl quale tutti i
popoli che hanno conosciuto e praticato il Messaggio cristiano hanno
promosso una rivoluzione contro questo Messaggio. E’ la Rivoluzione
anti-cristiana. Cristo disse: Cercate prima il Regno di Dio. E i
popoli rispondono: Di nessun modo. Cercheremo prima il benessere.
Edificheremo la città dell’uomo. E il risultato è che, da cinque secoli,
l’Europa cristiana ha cominciato a volgere le spalle al Vangelo, e si è
dedita totalmente al benessere materiale...
Ma
c’è qui il paradosso. Oggi l’uomo conta con più mezzi che prima, ma è
preso dall’incertezza, dall’angoscia, dal terrore. La tecnica invece di
diventare utile, diventa nociva, perché fa scendere la qualità morale, e
fa perdere la capacità di dominio sulle forze della natura, diventando
così schiavo delle sue passioni” (El comunismo p.13-14).
“Gli
ultimi decenni del nostro sgretolato secolo XX assistono, sbigottite e
sconvolte, all’intento sistematico della dittatura del proletariato,
segno evidente della degradazione culturale delle nazioni occidentali”
(C. Sacheri).
“Quel ordine medievale che istituì
il predominio dei valori religiosi, adesso è totalmente sovvertito dopo
cinque secoli di errori persistenti. I valori supremi sono
sistematicamente postergati in favore dei valori inferiori e più vicini
al regno animale. Così si spiega che il nostro tempo esperimenti
fenomeni aberranti come il ateismo collettivo, la teologia della morte
di Dio, il nirvana della droga, la promiscuità afrodisiaca, la
preoccupazione smisurata per lo status, la mentalità consumistica, la
sinarchia tecnocratica e tante altre espressioni della decadenza
intellettuale e morale dell’uomo” (C. Sacheri).
“L’antropologia
ellenico -cristiana permette di capire che l’uomo faber del marxismo
non è altro che un personaggio amputato da ciò che costituisce la sua
dignità essenziale. Siamo quindi nel stremo inferiore della civiltà in
via di scomparsa sotto la pressione del marxismo” (C. Sacheri).
“Il
mito del progresso moderno è una grande menzogna. I popoli lungi da
prosperare, camminano verso la loro rovina. Ci sono progressi in certi
aspetti parziali dei beni esteriori all’uomo, però c’è stato un
progresso umano in quanto umano, nella sua intelligenza, nella sua
volontà. La intelligenza progredisce con la sapienza, che gli fa vedere
le cose alla luce della prima Verità. La sua volontà progredisce con le
virtù che dirigono l’uomo verso il vero bene. Invece l’uomo moderno è
ferito nella sua intelligenza dal ateismo che ogni giorno penetra sempre
più profondamente nella sua vita. Ferito e imprigionato nella sua
volontà dalle cattive inclinazioni, corrotto da fanciullo in tutti
generi di vizi.
Il piccolo progresso materiale
dell’uomo moderno, aumenta piuttosto che sminuisce il suo retrocesso
umano, per quanto mette alla sua disposizione il potere distruttore, in
modo che oggi l’uomo è diventato capace di distruggere la terra” (El comunismo p.95 a y b).
4. Verso l’instaurazione della città cristiana
“La
Chiesa, sebbene il suo destino definitivo sia la vita futura, riuscì a
edificare nella terra una città, certo imperfetta. Una città cattolica è
una realtà difficile, è miracolosa. L’uomo è rimasto ferito nella sua
natura. Quando viene ordinato sopranaturalmente, raggiunge uno
equilibrio innestabile, molto difficile di reggersi. Ha bisogno della
grazia per reggersi in tale stato. Grazia che gli è donate se la chiede,
però grazia che è puro dono. Ciò che è vero per un anima, lo è anche
per una civiltà” (El comunismo p.93 a).
“Ci
sono alcuni cattolici che vogliono diventare rivoluzionari... però non è
che un modo di dire puramente retorico. Non sano ciò che dicono. Il
primo rivoluzionario è stato Lucifero, il quale con la sua ribellione
seminò il male dove Dio creò il bene. Il progetto di un cattolico non è
la rivoluzione, giacché la società attuale non è fondamentalmente
cattiva, le sue basi sono cristiane, sebbene ha ricevuto e riceve ancora
i colpi del naturalismo, del liberalismo, del laicismo, del socialismo e
del comunismo, al modo di un cancro che minacciano di consumare i suoi
organi vitali. Perciò diceva San Pio X dovete risanare gli organi
spezzati dalla rivoluzione, e animarli con lo stesso spirito cristiano
dal origine” (El comunismo p.100 b).
“Una
città cattolica fiorente deve rinchiudere i quattro valori o formalità,
e ordinarli gerarchicamente. Pure non sarà una ripetizione o imitazione
della città medievale” (El comunismo p.61 a).
“E’
chiaro: Dio può lasciare il dominio temporale dei popoli e civiltà al
diavolo, ma vincere la vera battaglia che è la salvezza degli eletti.
Però che Dio possa farlo, non ci autorizza ad coadiuvare queste civiltà
anti-cristiane, neppure ci autorizza di tralasciare il compito di
costruire la vera città cristiana” (El comunismo p. 33 b y 34 a).
Seguendo
a Giovani XXIII: “La Chiesa oggi ha un compito pesante: quello di far
diventare la civiltà moderna conforme a un ordine veramente umano con i
principi del Vangelo. Parole che riaffermano quelle note di Pio XII: ‘E
tutto un mondo che deve essere rifatto dalle fondamenta, da selvaggio in
umano, e di umano in divino, cioè d’accordo al volere di Dio” (El comunismo p.35 d).
La
rivoluzione anticristiana è forte, perché la città cristiana è debole.
Se i popoli vivessero in pienezza la vita cristiana, la rivoluzione sarà
vinta. Ricordiamo le parole del Signore: Abbiate fiducia: Io ho vinto il mondo [Gv 16, 33]; Chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? [1Gv 5,5].
La
città cristiana non è un mito, oppure una utopia impossibile di
raggiungere, ma è l’unica soluzione al dramma nel quale vive la nostra
umanità. Cristo è l’unica salvezza per i popoli. Non vi è infatti altro nome dato agli uomini nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati (Atti 4, 12). Queste parole sono valide per tutti gli uomini, e per tutte la civiltà umana” (El comunismo pp.111 d-112 a y b.
Per
costruire la cristianità bisogna avere lucida la testa. Vedere chiaro,
poi far ciò che si può. Sempre ci sono possibilità, il cristiano dovrà
cercare di permeare il suo lavoro, il suo campo di attività per una
economia cristiana, per un mondo cristiano. Non si sa, se riuscirà, però
dal conto suo deve cercarlo con tutte le sue forze, perché il suo
ambiente, la vita civile diventi più cristiana. Per ciò bisogna
preparazione, formazione, autentica vita cristiana (cfr. CPG 12; CPT
122).
In fine, quelli che hanno più possibilità politiche sono i santi. Loro sono il motore della storia. Tutto concorre al bene di chi amano Dio
(Rom 8, 28). Lo scopo supremo della vita è la santità. Non è qualcosa
impossibile. Consiste nel accordare la nostra vita alla volontà di Dio.
L’impegno di ristabilire, ricostruire la patria, le famiglie, la
economia, passa attraverso la strada della santità. In due parole:
Perché il mondo va male? Perché si è cercato di far un paradiso nella
terra, però la felicità qui in terra si acquista soltanto aspirando al
fine ultimo. E’ l’unica soluzione per far diventare “abitabile” la vita
dell’uomo sulla terra più abitabile. In contrario la vita diventa un
inferno. Quando una famiglia tralascia il desiderio di santità, si cerca
il benessere naturale, e si continua fino alla delinquenza. Si finisce
nella delinquenza totale della vita, perché si è abbandonata la
traguardo: cercate prima il Regno di Dio, e la sua giustizia, e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6, 33; cfr. CPG 11. 14-15).
R.P. Dr. Marcelo Lattanzio
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