di BENEDETTA GOVONI – Il cielo sceso in terra. Le radici medievali
dell’Europa, dello studioso francese Jacques Le Goff (traduzione di
Francesco Maiello, Laterza, pp. 344, € 12,50), è un saggio che pone una
riflessione sulle nostre comuni radici, un’approfondita ricerca sui fattori che
hanno portato alla nascita dell’Europa durante il lungo e criticato periodo
medievale.
L’autore considera il Medioevo
come il grande teatro dove, gradualmente, hanno preso forma quelle realtà
istituzionali, economiche, tecnologiche e culturali che, in un susseguirsi di
alterne vicende, hanno contribuito a determinare quella che oggi chiamiamo
Europa: attraverso un’analisi approfondita e dettagliata di tale periodo, viene
sottolineatala la sua importanza fondamentale per la nascita delle istituzioni
europee.
L’Europa è stata concepita
durante l’Età di Mezzo, epoca caratterizzata in primis dalle grandi ondate di invasioni barbariche che hanno
determinato lo spostamento di intere popolazioni. Tale processo migratorio,
anziché creare ulteriori fratture, ha portato queste genti a mescolarsi fra
loro, uniformandosi ad uno stesso universo culturale: è proprio la cultura, e
ancor meglio la religione, a rendere omogeneo l’Occidente dell’Alto Medioevo.
Proprio grazie al processo di
cristianizzazione viene concepita l’Europa. Il titolo stesso del libro esprime
l’importanza della religione, la discesa di Dio sulla Terra e la sua forza nel
ridisegnare la mappa delle relazioni fra i popoli, fra gli uomini. Attraverso
il riconoscimento del cristianesimo da parte dell’imperatore Costantino, la sua
adozione ufficiale da parte di Teodosio, la conversione delle popolazioni
barbariche, il potere governativo dei vescovi e la nascita della realtà
monastica è stato possibile tracciare il sentiero per una grande realtà
europea.
Le Goff parla di Europa abortita perché il vasto impero
carolingio di Carlo Magno, sovrano spesso denominato dalla storiografia “padre
dell’Europa”, altro non è stato che una falsa partenza, un tentativo fallito:
la sua grande ambizione di unificazione fu fortemente caratterizzata da una
visione prettamente nazionalista e patriottica, «l’impero fondato da Carlo
Magno è innanzitutto un impero franco». La “sua” Europa era inoltre povera di
territori, mancavano le isole britanniche, la Scandinavia, le regioni slave e
la Penisola Iberica: non era Europa. Allo stesso tempo, una serie di avvenimenti
dell’Età Carolingia, quali l’unificazione giuridica e monetaria, nonché quella
monastica sotto San Benedetto da Norcia, effettivamente hanno svolto un ruolo
importante nel processo di formazione dell’Europa. Senza dimenticare
l’affermarsi di tre regioni, corrispondenti alle attuali Francia, Italia e
Germania, prime anticipazioni di tre nazioni che in futuro saranno dei pilastri
dell’unificazione.
Per Le Goff non c’è solo un’Europa abortita, ma anche un’Europa sognata. Ecco che dopo il primo
tentativo fallito di “fare” l’Europa, il sogno di unire il potere temporale e
quello spirituale vuole costituire un’Europa che volga lo sguardo a Est, alle
popolazioni slave, che saranno attraversate da un processo di
cristianizzazione. Durante l’anno Mille prenderà piede un movimento europeo di
“pace”, un ideale di natura religiosa che diventerà, fino ai giorni nostri, una
delle più alte aspirazioni dei popoli europei. Sarà l’effettiva affermazione
dei “disarmati” di fronte ai “guerrieri”. L’ “Europa sognata” altro non è che
il sentimento di una forte identità collettiva che troverà la sua massima
espressione nella cristianità.
Di notevole importanza è
l’eredità lasciata dall’Europa feudale.
È proprio in questi secoli del Medioevo che si delineano alcuni aspetti che
porteranno ad un cambiamento della cristianità, delle strutture sociali e dei
valori dell’Europa Occidentale. Sorgeranno, accanto alle due grandi istituzioni
universali rappresentate dall’Impero e dal Papato, nuove strutture politiche
territoriali, le monarchie feudali, premessa dei futuri Stati nazionali.
Infine c’è la bella Europa. Lo sviluppo urbano dà vita
a splendide città dove si affermano nuove istituzioni e nuove forze economiche
e intellettuali. Nell’Europa urbana le
istituzioni, il commercio e la cultura subiscono un grandioso e produttivo
rinnovamento e si avvicinano sempre più all’Europa moderna: compare la figura
del cittadino, la gerarchia dei mestieri urbani vede l’affermazione
dell’industria tessile. Nella grande realtà urbana nasce l’Europa del lavoro
intellettuale delle università, in cui la ragione prevale sulla fede cristiana,
a fianco dell’Europa del lavoro commerciale legata alla figura del mercante. La
cristianità subisce un ulteriore mutamento: si assiste a una «discesa dei
valori dal cielo sulla terra», finalmente si ritrova un valore positivo in
alcuni aspetti della vita terrena, come il progresso tecnologico e quello
intellettuale, che non vengono più considerati peccati, ma una possibile
realizzazione della gioia celeste sulla Terra. Nasce un nuovo tipo ideale di
uomo che si prepara a vivere un successo pienamente terreno che mantiene, al
contempo, un valore salvifico.
In ultimo Le Goff pone un
interrogativo su quale sarà il futuro dell’Europa, se la fine dell’Età di Mezzo
potrà essere definita un autunno del Medioevo oppure una primavera dei tempi
nuovi?
L’autore riesce con estrema
chiarezza a illustrare, anche attraverso numerosi riferimenti storiografici e
letterari, ogni singola sfumatura di questo lunghissimo periodo storico. Un
testo ben strutturato e piacevole alla lettura grazie alla divisione per
argomenti oltre che per capitoli. Una lettura coinvolgente che proietta il
lettore all’interno di un’epoca storica remota, ma che appare prossima e
tangibile. Mediante un linguaggio chiaro e sintetico dipinge un quadro
esaustivo dello scenario medievale analizzandone ogni singola realtà. Realtà
diverse nelle quali Le Goff riscontra le profonde radici culturali dell’Europa
così come la conosciamo oggi.
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