Atti 6,8-12;7,54-60
Stefano
intanto, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e
miracoli tra il popolo. Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei
«liberti» comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della
Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a
resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. Perciò
sobillarono alcuni che dissero: «Lo abbiamo udito pronunziare
espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il
popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono
e lo trascinarono davanti al sinedrio.
All'udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui.
Ma
Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la
gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: «Ecco, io
contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di
Dio». Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si
scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della
città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello
ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre
pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le
ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato».
Detto questo, morì.
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