domenica 16 novembre 2025

Marco, Capitolo 13, Versetti 3-8

Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi? E rispondendo Gesù cominciò a dire loro: Guardate che nessuno v'inganni! Molti verranno in mio nome dicendo: Sono io, e inganneranno molti. E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi: bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine. Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori.

Agostino: Il Signore rispose ai discepoli che lo interrogavano indicando lo sviluppo degli eventi che dovevano accadere dopo di lui, sia quelli della rovina di Gerusalemme, riguardo alla quale gli erano state fatte tutte queste domande, sia quelli della sua venuta mediante la Chiesa, nella quale non cessa di venire sino alla fine; venendo infatti fra i suoi è riconosciuto, mentre nascono quotidianamente le sue membra; sia quelli della sua venuta finale, quando apparirà per giudicare i vivi e i morti.

Segue: E rispondendo Gesù cominciò a dire loro: Guardate che nessuno v'inganni! Molti verranno in mio nome dicendo: Sono io. Beda: Molti, infatti, essendo vicino l'eccidio di Gerusalemme, sorsero dicendo di essere il Cristo e che il tempo della libertà si stava già avvicinando, infatti si levarono molti eretici nella Chiesa, anche negli stessi tempi apostolici; e vennero anche molti Anticristi in nome di Cristo, di cui il primo fu Simon Mago il quale, come è detto negli Atti degli Apostoli (8,10), era ascoltato in Samaria dicendo:«Questa è la virtù di Dio che è chiamata grande»; per cui subito si aggiunge: e inganneranno molti. Dopo la passione del Signore e dal momento in cui lo rigettarono preferendogli un brigante, le guerre e i dissensi interni non cessarono presso i Giudei. È per questo che segue: E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi. Egli previene con queste parole gli Apostoli perché non si lascino spaventare da questi primi rumori, né fuggano e si rifugino in un'altra contrada; poiché non sarà ancora la fine di Gerusalemme, ma dopo quarant'anni; e ciò è quanto si aggiunge: bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine, cioè la desolazione della provincia e l'ultimo eccidio della città e del tempio.

Segue: Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno. Teofilatto: Cioè i Romani contro i Giudei, il che Giuseppe Flavio dice che avvenne prima della distruzione di Gerusalemme. Poiché infatti il popolo dei Giudei non pagava il tributo, i Romani si adirarono. Ma poiché a quei tempi i costumi dei Romani si erano addolciti, essendo vincitori si accontentarono di portar via le spoglie. Gerusalemme non fu dunque ancora distrutta. Le parole seguenti mostrano Dio stesso che combatte contro i Giudei: vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Beda: E' certo che ciò fu compiuto alla lettera, al tempo della distruzione di Gerusalemme. Ma ciò può essere inteso in un senso più profondamente vero dagli eretici, che, combattendo fra loro, assicurarono la vittoria alla Chiesa; si separano dalla vera fede, regni combattono contro regni, come un cancro, e c'è fame prodotta dall'assenza della parola di Dio, e terremoti che si estendono dappertutto.

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