Dalla Lettera 14
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Dio mi guardi dal parlare male di loro: sono i successori degli Apostoli, e consacrano con la loro bocca il Corpo di Cristo. È tramite loro che noi siamo cristiani; essi, in certo modo, giudicano prima del giorno del giudizio, perché posseggono le chiavi del regno dei cieli, e con la loro vita casta conservano intatta la Sposa di Cristo. Ma la vocazione del monaco, l'ho già spiegato, è diversa da quella dei chierici. I chierici pascolano le pecore, io monaco sono condotto al pascolo. Loro vivono dell' altare; quanto a me, la scure è posta alla radice dell'albero sterile, se non porto la mia offerta all' altare. Se le pie sollecitazioni dei fratelli t'invitano ad accedere a quest'Ordine sacerdotale, mi rallegrerò della tua esaltazione, ma starò in trepidazione per la tua caduta. Tu pensi a Pietro, ma guarda anche a Giuda! Tu hai in mente Stefano, ma ricorda anche Nicola, detestato dal Signore nella sua Apocalisse! Non è la dignità ecclesiastica che fa cristiani. Non è facile stare nella posizione di Paolo, od occupare il grado di coloro che regnano ora con Cristo. Se t'accingi a costruire una torre, fa' prima il calcolo delle spese. Se cade un monaco, ci sarà il sacerdote a pregare per lui; ma se cade il prete, chi pregherà per lui?
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